In collaborazione con Istituto Italiano della Donazione (IID).
Manca davvero poco alla celebrazione del Giorno del Dono, il prossimo 4 ottobre, come previsto per Legge. Quest'anno, l'Istituto Italiano della Donazione (IID) e AISLA - Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica - vedranno unite le loro forze per chiudere questa nuova edizione di raccolta fondi #Donafuturo, invitando chiunque lo voglia a donare.
Ma qual è il trend delle donazioni nel nostro Paese?
E' bene fermarsi a riflettere, dati in mano. Si tratta di un trend in leggero rallentamento per gli italiani nel 2019. Ad affermarlo, lo studio "Noi doniamo - Edizione 2020", condotto dall'Istituto Italiano della Donazione (IID) e diffuso oggi in occasione del prossimo 4 ottobre.
Si è analizzata la generosità concreta dei cittadini nel 2019, aprendo anche una finestra sulla lettura del 2020 e sull'impatto della pandemia su tali pratiche.
"In occasione del Giorno del Dono - spiega il presidente dell'IID, Stefano Tabò - forniamo un'analisi che permette di avere una panoramica dell'andamento delle pratiche di dono e di sostegno al non profit relativi all'anno precedente, uno "stato dell'arte" utile a tutti coloro che operano nel mondo del terzo settore e non solo. Il focus del Rapporto sono gli italiani: la loro disponibilità economica ad aiutare gli altri, il loro impegno diretto nel volontariato, la loro volontà di donare sangue, organi e tessuti per aiutare chi sta male. Mettendo insieme autorevoli dati riusciamo a dare una panoramica rappresentativa della situazione e a leggere meglio la società in cui opera il terzo settore".
Nel 2019 le donazioni sono risultate in calo
"Il 2019 - aggiunge il Segretario Generale IID, Cinzia Di Stasio - ha visto un trend in calo o stabile su tutti i fronti del dono indagati, un trend inaspettato visti i segnali positivi degli anni precedenti. In questo si è inserita una situazione di emergenza sanitaria e sociale che ha generato una mobilitazione forte anche in termini di donazioni, ma riferibili alla sola emergenza e che pongono molte incognite sui prossimi mesi. Per questo occorre sostenere e facilitare il lavoro del terzo settore, perché senza il dono degli italiani tutto il mondo della solidarietà si ferma e il nostro Paese non può permettersi di fare a meno del terzo settore stesso".
Gli italiani sono in difficoltà?
Più basso, nel 2019, di 585.000 unità, passando dal 14,5 al 13,4%, la quota di italiani che donano ad associazioni, secondo i dati dell'indagine Istat.
Stesso trend è presentato nel contributo di BVA Doxa che nella sua indagine campionaria quantifica nel 45% il numero degli italiani che hanno complessivamente donato ad associazioni o in modo informale, a fronte del 49% del 2018.
Più alto, però, l'ammontare della donazione media: secondo WaldenLab è salita dai 70 euro del 2018 ai 77 degli ultimi 12 mesi. Le cause per cui si dona sono soprattutto la ricerca medico-scientifica, al primo e indiscusso posto in tutte le classifiche, e, in forma più limitata ma consistente, il contrasto alle povertà e il sostegno a malati e disabili.
Cosa aspettarci dopo la pandemia?
Non mancano le incognite dei prossimi mesi, quando parliamo di donazione: certo è che generosità e attenzione non sono mancate in questi mesi di emergenza sanitaria - secondo WaldenLab è salito al 28% il numero degli italiani che hanno donato nei primi 6 mesi del 2020 a fronte del 21% dei mesi precedenti. In realtà, però, sono molte le associazioni che accusano un calo delle loro entrate.
Infatti secondo il monitoraggio avviato da IID a marzo e ad agosto, sono il 62% le ONP che dichiarano di aver diminuito le loro entrate: di queste per il 20% il calo è stato più del 50 % per arrivare ad un 7,5% che denuncia di aver perso il 100% delle entrate.
Risulta, quindi, chiara la propensione a donare a favore della protezione civile e delle strutture sanitarie.