Tixteller 550 mg compresse rivestite con film 56 compresse in blister pvc/pe/pvdc/al

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
TIXTELLER è indicato per la riduzione delle recidive di episodi di encefalopatia epatica conclamata in pazienti di età ≥ 18 anni (vedere paragrafo 5.1). Nel principale studio registrativo, il 91% dei pazienti ha assunto in concomitanza lattulosio. Si devono tenere in considerazione le Linee-guida ufficiali sull’uso corretto degli agenti antibatterici.
2. Posologia
Posologia Dose raccomandata: 550 mg due volte al giorno.Il beneficio clinico è stato stabilito nell’ambito di uno studio controllato con durata del trattamento pari a 6 mesi. Il proseguimento del trattamento oltre i 6 mesi richiede una valutazione del rapporto benefici-rischi per il singolo paziente, inclusi quelli associati alla progressione della disfunzione epatica (vedere paragrafi 4.4, 5.1 e 5.2). TIXTELLER può essere somministrato con o senza cibo. Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di TIXTELLER nei pazienti pediatrici (di età inferiore a 18 anni) non sono state stabilite. Popolazione anziana Non sono necessari aggiustamenti della dose perché i dati di sicurezza e di efficacia di TIXTELLER non hanno evidenziato differenze tra la popolazione anziana e i pazienti più giovani. Compromissione epatica Non sono necessari aggiustamenti della dose nei pazienti con insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.4). Compromissione renale Sebbene non siano previste modifiche della dose, occorre cautela nei pazienti con compromissione della funzionalità renale (vedere paragrafo 5.2). Modo di somministrazione Il medicinale deve essere assunto per via orale, con un bicchiere d’acqua.
3. Controindicazioni
• Ipersensibilità alla rifaximina, ai derivati della rifamicina o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. • Casi di occlusione intestinale.
4. Avvertenze
Casi di diarrea da Clostridium difficile (CDAD) sono stati segnalati in associazione all’uso di quasi tutti gli agenti antibatterici, inclusa la rifaximina. Non si può escludere una possibile associazione tra il trattamento con la rifaximina, la CDAD e la colite pseudomembranosa (PMC). A causa della mancanza di dati e della possibile grave alterazione della flora intestinale con conseguenze sconosciute, la somministrazione concomitante della rifaximina con altre rifamicine non è raccomandata. I pazienti devono essere informati che, malgrado il trascurabile assorbimento del farmaco (inferiore all’1%), la rifaximina, come tutti i derivati della rifamicina, può provocare una colorazione rossastra delle urine. Compromissione epatica: usare con cautela nei pazienti con grave compromissione epatica (classe Child-Pugh C) e nei pazienti con punteggio MELD (Model for End-Stage Liver Disease) > 25 (vedere paragrafo 5.2). Si consiglia cautela nel caso in cui sia richiesto l’uso contemporaneo di rifaximina e di un inibitore della glicoproteina P, come la ciclosporina (vedere paragrafo 4.5). In pazienti in trattamento con warfarin che assumevano rifaximina sono stati segnalati sia aumenti che riduzioni dei valori del rapporto internazionale normalizzato -INR-(in alcuni casi associati a sanguinamento). Nel caso in cui fosse necessaria la co-somministrazione, l’INR deve essere attentamente monitorato nel momento in cui il trattamento con rifaximina viene iniziato o sospeso. Possono essere necessari aggiustamenti della dose degli anticoagulanti orali per mantenere il livello di anticoagulazione desiderato (vedere paragrafo 4.5).
5. Interazioni
Non vi è esperienza di somministrazione di rifaximina a soggetti in terapia con un altro agente antibatterico a base di rifamicina per il trattamento di un’infezione batterica sistemica. I dati in vitro dimostrano che la rifaximina non inibisce gli isoenzimi del principale citocromo P-450 (CYP) responsabili del metabolismo dei farmaci (CYP 1A2, 2A6, 2B6, 2C8, 2C9, 2C19, 2D6, 2E1, e 3A4). Negli studi di induzione in vitro, la rifaximina non è risultata essere un induttore del CYP1A2 e CYP2B6 ma un debole induttore del CYP3A4. In soggetti sani, gli studi clinici di interazione farmaco-farmaco hanno dimostrato che la rifaximina non altera in misura significativa la farmacocinetica dei substrati del CYP3A4. Tuttavia, in pazienti con funzionalità epatica compromessa non è possibile escludere che rifaximina, a causa della maggiore esposizione sistemica rispetto ai soggetti sani, possa ridurre l’esposizione ai substrati del CYP3A4 (p.es. warfarin, antiepilettici, antiaritmici, contraccettivi orali) qualora somministrati contemporaneamente. In pazienti in trattamento con warfarin che assumevano rifaximina sono stati segnalati sia aumenti che riduzioni dei valori del rapporto internazionale normalizzato (INR). Nel caso in cui fosse necessaria la co-somministrazione, l’INR deve essere attentamente monitorato nel momento in cui il trattamento con rifaximina viene iniziato o sospeso. Possono essere necessari aggiustamenti della dose degli anticoagulanti orali. Uno studio in vitro ha evidenziato che la rifaximina è un substrato moderato della glicoproteina P (P-gp) ed è metabolizzato dal CYP3A4. Non è noto se l’assunzione concomitante di farmaci inibitori del CYP3A4 possa aumentare l’esposizione sistemica alla rifaximina. In soggetti sani, la somministrazione concomitante di una singola dose di ciclosporina (600 mg), un potente inibitore della glicoproteina P, con una singola dose di rifaximina (550 mg) ha determinato incrementi corrispondenti a 83 e 124 volte il valore medio di Cmax di rifaximina e AUC ∞. Il significato clinico di questo incremento di esposizione sistemica non è noto. Il potenziale di interazione con altri farmaci a livello dei trasportatori è stato valutato in vitro. Questi studi suggeriscono che è improbabile un’interazione clinica tra la rifaximina e altri composti soggetti a efflusso tramite la P-gp e altre proteine di trasporto (MRP2, MRP4, BCRP e BSEP).
6. Effetti indesiderati
Studi clinici: La sicurezza della rifaximina in pazienti in remissione da encefalopatia epatica (EE) è stata valutata nell’ambito di due studi, uno studio di fase 3 randomizzato, in doppio-cieco, controllato verso placebo (RFHE3001) e uno studio in aperto a lungo termine (RFHE3002). Nello studio RFHE3001 140 pazienti trattati con la rifaximina (alla dose di 550 mg due volte al giorno per 6 mesi) sono stati confrontati con 159 pazienti trattati con placebo, mentre nello studio RFHE3002 322 pazienti, di cui 152 provenienti dallo studio RFHE3001, sono stati trattati con la rifaximina 550 mg due volte al giorno per 12 mesi (66% dei pazienti) e per 24 mesi (39% dei pazienti), per un’esposizione mediana di 512,5 giorni. Inoltre, in tre studi di supporto 152 pazienti con encefalopatia epatica hanno ricevuto dosi di rifaximina comprese tra 600 mg e 2.400 mg al giorno fino a un massimo di 14 giorni. Nella tabella sottostante sono riportate tutte le reazioni avverse che si sono verificate in pazienti trattati con la rifaximina con un’incidenza ≥5% e superiore (≥1%) a quella osservata nei pazienti trattati con placebo nell’ambito dello studio RFHE3001. Tabella 1: Reazioni avverse che si sono verificate in ≥5% dei pazienti trattati con la rifaximina e con un’incidenza superiore rispetto al placebo nello studio RFHE3001
Classe sistemico-organica MedDRA Evento Placebo N=159 n % Rifaximina N= 140 n%
Patologie del sistema emolinfopoietico Anemia 6 3,8 11 7,9
Patologie gastrointestinali Ascite 15 9,4 16 11,4
Nausea 21 13,2 20 14,3
Dolore addominale superiore 8 5,0 9 6,4
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Edema periferico 13 8,2 21 15,0
Piressia 5 3,1 9 6,4
Patologie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo Spasmi muscolari 11 6,9 13 9,3
Artralgia 4 2,5 9 6,4
Patologie del sistema nervoso Capogiri 13 8,2 18 12,9
Disturbi psichiatrici Depressione 8 5,0 10 7,1
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea 7 4,4 9 6,4
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Prurito 10 6,3 13 9,3
Eruzione cutanea 6 3,8 7 5,0
La tabella 2 riporta le reazioni avverse osservate nello studio controllato verso placebo RFHE3001,nello studio a lungo termine RFHE3002 e dalla esperienza post-marketing, suddivise in base alla classificazione per sistemi e organi MedDRA e in base alla frequenza. Le categorie di frequenza sono definite in base alla convenzione seguente: Molto comune (≥1/10); Comune (≥1/100, <1/10); Non comune (≥1/1.000, <1/100); Raro (≥1/10.000, <1/1.000); Molto raro (<1/10.000); Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità. Tabella 2: Reazioni avverse suddivise in base alla classificazione per sistemi e organi MedDRA e in base alla frequenza.
Classificazione per sistemi e organi MedDRA Comune Non comune Raro Non nota
Infezioni e infestazioni   Infezioni da Clostridi, infezioni delle vie urinarie, candidiasi Polmonite, cellulite, infezioni delle vie respiratorie superiori, rinite  
Patologie del sistema emolinfopoietico   Anemia   Trombocitopenia
Disturbi del sistema immunitario       Reazioni anafilattiche, angioedemi, ipersensibilità
Disturbi del metabolismo e della nutrizione   Anoressia, iperpotassiemia Disidratazione  
Disturbi psichiatrici Depressione Stato confusionale, ansia, ipersonnia, insonnia    
Patologie del sistema nervoso Capogiri, mal di testa Disturbi dell’equilibrio, amnesia, convulsioni, disturbi dell’attenzione, ipoestesia, compromissione della memoria    
Patologie vascolari   Vampate di calore Ipertensione, ipotensione Pre-sincope, sincope
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea Versamento pleurico Malattia polmonare cronica ostruttiva  
Patologie gastrointestinali Dolore addominale superiore, distensione dell’addome, diarrea, nausea, vomito, ascite Dolore addominale, emorragia da varici esofagee, bocca secca, disturbi allo stomaco Stipsi  
Patologie epatobiliari       Alterazioni dei test di funzionalità epatica
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Eruzioni cutanee, prurito     Dermatite, eczema
Patologie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo Spasmi muscolari, artralgia Mialgia Dolore alla schiena  
Patologie renali e urinarie   Disuria, pollachiuria Proteinuria  
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Edema periferico Edema, piressia Astenia  
Esami diagnostici       Anomalie del rapporto internazionale normalizzato
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura   Cadute Contusioni, dolore procedurale  
Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Non sono disponibili o sono limitati i dati relativi all’uso di rifaximina in donne in stato di gravidanza. Gli studi sugli animali evidenziano effetti transitori sull’ossificazione e variazioni scheletriche nel feto (vedere paragrafo 5.3). A scopo precauzionale, l’uso della rifaximina non è raccomandato durante la gravidanza. Allattamento Non è noto se la rifaximina e i suoi metaboliti vengano escreti nel latte materno. Non è possibile escludere un rischio per i neonati allattati al seno. La decisione di interrompere l’allattamento al seno o di interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con la rifaximina deve essere presa tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento al seno per il bambino e il beneficio della terapia per la donna. Fertilità Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti sulla fertilità maschile e femminile.
8. Conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
9. Principio attivo
Ogni compressa rivestita con film contiene 550 mg di rifaximina.Eccipienti: Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Nucleo della compressa: Sodio amido glicolato tipo A Glicerolo distearato Silice colloidale anidra Talco Cellulosa microcristallina Rivestimento della compressa (opadry oy-s-34907): Ipromellosa Titanio diossido (E171) Edetato bisodico Glicole propilenico Ferro ossido rosso (E172)
11. Sovradosaggio
Non sono stati segnalati casi di sovradosaggio. Negli studi clinici su pazienti con diarrea del viaggiatore sono state tollerate dosi fino a 1.800 mg/die senza segni clinici gravi. Anche in pazienti/soggetti con normale flora batterica la rifaximina a dosi fino a 2.400 mg/die per 7 giorni non ha causato sintomi clinici rilevanti correlati al dosaggio elevato. In caso di sovradosaggio accidentale, si consigliano un trattamento sintomatico e una terapia di supporto.
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