Dal 1° settembre 2020, stop al superticket in Sanità, la quota aggiuntiva di 10 euro sul ticket per le visite mediche specialistiche e gli esami clinici introdotta nel 2007 ma rimasta lettera morta fino alla finanziaria del 2011.
«Ogni volta che una persona non si cura come dovrebbe per motivi economici siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e a una violazione della Costituzione. Per questo a dicembre abbiamo approvato la norma che entra in vigore dal primo settembre. Il superticket è abolito e nessuno lo pagherà più» – ha dichiarato il Ministro della Salute, Roberto Speranza.
Abolizione del superticket sanitario, cosa c'è da sapere
Il superticket sanitario regionale, introdotto con la manovra finanziaria del 2011, è una tassa di 10 euro, pagata dai contribuenti per effettuare esami di laboratorio e visite specialistiche. Ovviamente, la tassa non veniva applicata agli esenti. Lo pagavano quindi, le persone con età compresa tra i 6 e i 65 anni, con un reddito maggiore di 36 mila euro e senza la presenza di patologie importanti.
Attenzione, non si trattava di un maxi incremento sul valore delle ricette, bensì di un costo che va ad aggiungersi a quello già previsto dai classici ticket. Il superticket, dal 1° settembre, non ci sarà più, ma rimarrà in vigore, per chi non è esonerato, il ticket, variabile a seconda delle prestazioni sanitarie e pari a 30-35 euro (che vale, circa, 1,3 miliardi all'anno). Un ultimo fatto, e non da poco: non tutte le Regioni lo applicavano.
In particolare, alcune Regioni avevano deciso di applicarlo interamente, altre con un importo variabile in base al reddito (Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Umbria, Lombardia) e altre ancora in base alle tipologia di visita (Campania e Piemonte). Alcune, invece, di superticket non ne hanno mai voluto sapere. Tra queste, Valle d’Aosta, Sardegna e provincia di Trento e Bolzano.
Insomma, i 10 euro – dunque in misura piena – si pagavano fino a ieri in:
- Abruzzo
- Calabria
- Friuli Venezia Giulia
- Lazio
- Liguria
- Marche
- Molise
- Puglia
- Sicilia
Per abolire il superticket, il governo ha stanziato 550 milioni all'anno (per questa fine 2020 sono 185 milioni). Come abbiamo visto, anche se in varie regioni il superticket era già stato tolto o ridotto, la manovra tiene comunque conto anche di quanto le varie realtà locali che lo hanno eliminato hanno dovuto spendere. Quindi ogni Regione riceverà, nel fondo sanitario nazionale, i soldi necessari a rimpiazzare gli introiti della tassa, calcolati in base alla popolazione e all'età. Solo a titolo di esempio, la Lombardia riceverà 92 milioni, il Lazio 53, la Campania 51, il Veneto 45 e il Piemonte 41.
Come abbiamo visto, abolire il superticket «avrà un costo di 550 milioni ed è un fatto sociale che avrà ripercussioni sulla vita delle persone», ha dichiarato il Ministro della Salute. La manovra, dunque, «è caratterizzata anche da una forte matrice sociale: diamo risposte a chi ha subito la crisi in questi anni», resa ancora più marcata a seguito della pandemia che stiamo vivendo.