Cancro al seno: un lavoro di team per personalizzare la terapia

Arianna Bordi | Autrice e divulgatrice esperta in salute femminile, psicologia e salute del cervello
A cura di Arianna Bordi
Autrice e divulgatrice esperta in salute femminile, psicologia e salute del cervello

Data articolo – 01 Ottobre, 2025

Immagine composita del nastro rosa della consapevolezza

La Fondazione Veronesi ha deciso di finanziare una nuova piattaforma di ricerca e cura focalizzata sul sottotipo più diffuso di tumore al seno. Lo scopo è sostenere uno studio che promette di migliorare le cure e minimizzare gli effetti indesiderati.

Ecco i dettagli.

La nuova piattaforma

Il tumore al seno resta il più diffuso tra le donne in Italia, con oltre 53.600 nuove diagnosi ogni anno; di questi, circa il 70% rientra nella categoria dei carcinomi ormono-positivi e HER2-negativi, una forma generalmente meno aggressiva ma che presenta comunque sfide nella gestione clinica.

Per affrontare queste sfide è nata una piattaforma innovativa di ricerca e cura sul tumore al seno, finanziata da Fondazione Umberto Veronesi ETS.

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Si tratta di una iniziativa strategica riunisce cinque centri oncologici di eccellenza a livello nazionale: l'Istituto Europeo di Oncologia di Milano, l'IRCCS Humanitas Research Hospital, l'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, l'Istituto Nazionale dei Tumori e l'ASST Papa Giovanni XXIII a Bergamo.

VIOLET: la rivoluzione della cura per-operatoria

Al centro della piattaforma c'è il nuovo studio clinico VIOLET (Validation of Individualized Oncotype DX in Early Breast Cancer Treatment).

L'obiettivo è chiaro: migliorare le cure per il sottotipo più comune di tumore al seno (70% dei casi), ovvero quello operabile, ormono-positivo (ER positivo) e HER2-negativo.

"Lo studio VIOLET segna un potenziale cambio di paradigma," spiega Elisabetta Munzone, Direttore Unità di Ricerca in Senologia Medica dell’IEO di Milano. "Unendo oncologia di precisione e de-escalation terapeutica, puntiamo a offrire trattamenti più mirati, tollerabili e personalizzati, riducendo i sovra-trattamenti e migliorando la qualità di vita delle pazienti."


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La sfida è utilizzare del test genomico dal contesto post-operatorio a quello pre-operatorio; attualmente, infatti, il test viene impiegato dopo l'intervento per stabilire se si possa evitare la chemioterapia. I ricercatori intendono, invece, usarlo prima dell'operazione per personalizzare la terapia a monte.

Nello specifico, lo studio valuterà se le informazioni genetiche della paziente permettano di sostituire la chemioterapia con una combinazione di un farmaco di nuova generazione (già efficace contro il tumore al seno) e la terapia ormonale: un esito positivo non solo eviterebbe la chemioterapia a molte donne, ma aprirebbe la strada anche a un approccio chirurgico più conservativo.

Corrado Tinterri, Direttore Breast Unit di Humanitas Research Hospital, commenta i punti salienti della strategia: "Vogliamo capire se l'informazione genomica pre-operatoria può guidare la scelta terapeutica. Nello specifico, valuteremo se una combinazione di terapia ormonale e un farmaco di nuova generazione possa sostituire la chemioterapia in base al profilo genetico della paziente. Inoltre, speriamo di aumentare il numero di interventi conservativi sulla mammella e sul cavo ascellare, anche in casi che oggi non lo permetterebbero."

Esempio di medicina personalizzata

Paolo Veronesi, Presidente di Fondazione Umberto Veronesi ETS, sottolinea l'importanza di investire in "progetti ad alto impatto clinico capaci di tradurre le conoscenze scientifiche per migliorare concretamente la qualità di vita e le prospettive di cura delle donne."

Inoltre, Valentina Gambino, coordinatrice delle piattaforme di ricerca della Fondazione, evidenzia il valore del nuovo modello di finanziamento: "Superando il modello del singolo progetto, questa iniziativa promuove la collaborazione strutturata tra specialisti di Istituti d’eccellenza. Ciò consente di ottenere risultati scientifici in tempi più rapidi e con costi ottimizzati, accelerando la trasformazione della pratica clinica a beneficio delle pazienti."

Fonti:

AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), Fondazione AIOM (Osservatorio Nazionale Screening) - I numeri del cancro in Italia 2024

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