Un nuovo studio, che verrà presentato al meeting annuale della Radiological Society of North America, gli specialisti che lavorano nel campo della medicina estetica hanno sottolineato che le iniezioni di filler al viso, pur essendo considerate procedure sicure, possono comportare una complicazione rara ma estremamente seria.
Quando il materiale iniettato finisce all’interno o troppo vicino a un’arteria, il vaso può occludersi e il flusso sanguigno si interrompe – un evento che, se non riconosciuto e trattato tempestivamente, può portare a gravi conseguenze.
I possibili rischi
Dallo studio emerge che anche solo un errore di pochi millimetri può determinare:
- ischemie;
- necrosi cutanee;
- perdita della vista;
- conseguenze neurologiche importanti.
Per comprendere meglio l’entità del problema, il gruppo di ricercatori ha analizzato con ultrasuoni cento episodi di complicanze avvenute dopo trattamenti di medicina estetica: l’obiettivo era osservare, direttamente nei tessuti, cosa accade ai vasi sanguigni quando un filler non viene iniettato nel punto corretto.
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Dall’analisi dei casi raccolti tra il 2022 e il 2025, in quasi metà dei pazienti gli ultrasuoni hanno evidenziato l’assenza di circolazione nei piccoli vasi che collegano le arterie superficiali a quelle profonde. In un terzo dei casi l’interruzione del flusso interessava addirittura vasi di calibro maggiore.
Da questo lavoro emerge una raccomandazione sempre più condivisa: eseguire un’ecografia prima del trattamento.
Secondo la responsabile dello studio, la Dr.ssa Sigrist, questa semplice precauzione permette di individuare esattamente dove scorrono le arterie del volto, che in alcune zone – come l’area nasale – si ramificano in modo complesso e si collegano a strutture delicate della testa.
L’importanza dell’ecografia
Le immagini ecografiche hanno mostrato aree completamente nere indicano tratti in cui il sangue non riesce più a passare. È il segnale più diretto dell’occlusione.
Per questo, la Dr.ssa Sigrist suggerisce un cambio di paradigma: non solo utilizzare l’ecografia per la pianificazione dell’iniezione, ma anche per guidare eventuali interventi correttivi. Quando un problema è già in corso, vedere l’esatta posizione del blocco permette di intervenire con precisione, usando quantità inferiori di ialuronidasi – l’enzima che scioglie l’acido ialuronico – con maggiore efficacia e senza trattamenti “alla cieca”.
Anche la British Association of Aesthetic Plastic Surgeons conferma la crescente diffusione dell’ecografia nella medicina estetica, pur non essendo ancora considerata uno standard obbligatorio: la mappatura dei vasi prima della procedura fornisce un’informazione essenziale, capace di ridurre concretamente i rischi.
Non a caso, l’associazione insiste da tempo affinché questi trattamenti vengano eseguiti solo da professionisti con adeguata formazione medica.
Il Regno Unito sta andando proprio in questa direzione: il governo ha annunciato l’intenzione di obbligare le cliniche che effettuano filler o Botox a rispettare criteri stringenti per ottenere la licenza. Una consultazione pubblica prevista per l’inizio del 2026 definirà quali trattamenti verranno inclusi nel nuovo quadro normativo, che sarà poi discusso in Parlamento.
La tecnologia degli ultrasuoni, in definitiva, sta diventando un alleato prezioso anche nelle procedure estetiche: non elimina il rischio, ma permette di controllarlo con maggiore consapevolezza.
Fonti:
- RSNA Meeting Central – Doppler ultrasound findings in filler-related vascular complications: a multicentric study
- Baaps – BAAPS Statement on Fillers
- Gov.Uk – Crackdown on unsafe cosmetic procedures to protect the public
- RSNA Radiological Society of North America – Together, We Are Radiology