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Si celebra oggi la Giornata Mondiale del Parkinson: oltre 1 milione di pazienti colpiti in Europa

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Oggi, 11 aprile, si celebra l’anniversario di nascita di James Parkinson, il medico britannico che per la prima volta nel 1817 descrisse il morbo, definendolo come una “paralisi agitante“.

A distanza di quasi 200 anni, il morbo di Parkinson è tra le malattie neuro-degenerative più note e, nella sua Giornata Mondiale, si ricorda che 1,2 milioni di persone (solo in Europa) presentano i sintomi della malattia.

Cosa è il morbo di Parkinson?

Sebbene sia un disturbo “nazional-popolare”, non tutti conoscono bene i sintomi e le manifestazioni della malattia.

Il sintomo più noto è il tremore. Un’indagine del 2011, della National Parkinson’s Foundation, ha dimostrato che i pazienti evitano di farsi visitare in una fase iniziale, trascurando così il morbo. Questo ritardo, purtroppo, impedisce di iniziare la cura che, pur non essendo risolutiva, consente di ritardare la degenerazione.

La malattia di Parkinson, infatti, si verifica e peggiora col tempo, quando le cellule nervose del cervello, che producono la dopamina (neurotrasmettitore)  iniziano a morire. Con l’emergere dei primi sintomi, come il tremore e la rigidità, si è già perso il 40% dei neuroni. La cura farmacologica ha l’obiettivo di ritardare la loro morte.

Poca consapevolezza sulla malattia

Secondo i risultati di alcuni sondaggi dell’European Parkinson’s Disease Association, si ha una scarsa conoscenza della malattia e, soprattutto, dei disagi che devono affrontare i pazienti colpiti.

Chi convive con il morbo, giorno dopo giorno, perde le normali abilità motorie e non solo. Impara a convivere con effetti indesiderati, come:

Tremore a riposo

Il tremore tende ad aumentare progressivamente, può interessare le mani, i piedi, ma anche la mandibola. In generale, è più evidente da un lato e si manifesta con una oscillazione di 5/6 movimenti al secondo. Un altro tipo di tremore è il “tremore interno”: una sensazione avvertita dai pazienti, ma non visibile.

Rigidità

Aumenta il tono muscolare, colpendo soprattutto un lato del corpo. Può manifestarsi agli arti, al collo e al tronco e provoca la lentezza dei movimenti.

Lentezza dei movimenti 

Si soffre di bradicinesia, appunto lentezza dei gesti, che condiziona la quotidianità. Sintomi legati alla bradicinesia sono:

  • il cambiamento della grafia, che tende a diventare più piccola;
  • la scialorrea (aumento della saliva);
  • la difficoltà nella deglutizione;
  • una ridotta espressione del volto.

Perdita di equilibrio 

Si presenta tardivamente e provoca squilibri nell’asse del corpo.

La prognosi del morbo di Parkinson

La prognosi, ahimè, non è positiva. La malattia è cronica, progressiva e coinvolge diverse funzioni motorie, vegetative, comportamentali e cognitive.

Con un trattamento appropriato, l’aspettativa di vita può avvicinarsi comunque a quella delle persone sane. Studi in atto sperano di trovare presto una valida strada terapeutica.

Un caso noto: Michael J. Fox

Da 26 anni, il noto attore Michael J. Fox combatte la sua personale battaglia contro il morbo di Parkinson. In questi giorni, purtroppo, all’età di 55 anni è giunta ai media la notizia di un peggioramento delle sue condizioni. L’attore, seppur cosciente, avrebbe perso l’uso della parola.

Un amico ha raccontato: “Michael vede ogni giorno come un dono, ma anche come un’opportunità per aiutare altri malati. La sua Fondazione Michael J. Fox per la ricerca sul Parkinson ha fatto tanto e ha raccolto milioni di dollari, ma una cura rimane ancora lontana. Michael è giù di morale, ma è cosciente“.

La moglie, Tracy Pollan, compagna di una vita, ha affermato: “È stato straziante. Il coraggio di Michael non conosce limiti. Ma, man mano che la malattia prende il sopravvento sul suo corpo, lui si rende sempre più conto che sta per perdere la sua battaglia“.

Ricordiamo la sua Fondazione, la Michael J. Fox, che dal 2000 si dedica alla ricerca di una cura per il morbo, che colpisce oltre 6 milioni di persone. La Fondazione, in 16 anni, ha finanziato la ricerca con 450.000.000 di dollari.

La speranza è di poter affermare, un giorno, che il Parkinson è sconfitto e la battaglia è vinta. Così, anche l’11 aprile avrebbe un altro significato.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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