Non riesci a dormire? Potrebbe essere colpa dell’intestino

Alessandra Familari | Autrice e divulgatrice informazione sanitaria
A cura di Alessandra Familari
Autrice e divulgatrice informazione sanitaria

Data articolo – 06 Novembre, 2025

Un uomo che non riesce a dormire.

Dormire bene non comprende unicamente una questione di stress o abitudini: se potesse dipendere anche dall’equilibrio dei batteri intestinali?

Un nuovo studio condotto dalla Peking University e pubblicato su Molecular Psychiatry  suggerisce infatti che il microbiota intestinale può influenzare in modo diretto la qualità del sonno, contribuendo a disturbi come l’insonnia.

L’equipe guidata da Lin Lu ha analizzato la complessa comunicazione tra intestino e cervello,  quello chiamato asse microbiota-intestino-cervello, il quale permette a miliardi di microrganismi intestinali di inviare segnali al sistema nervoso centrale attraverso vie immunitarie, neurali e metaboliche.

Quanto emerso dalle ricerche indica che le alterazioni di questa rete sono capaci di modificare la durata e la profondità del sonno.

Vediamo perché e in che modo.

Dall’intestino al cervello: il bicrobiota che regola il sonno

Secondo i ricercatori, la flora intestinale non si limita alla digestione, ma produce una vasta gamma di metaboliti in grado di influenzare l’attività cerebrale.

Tra i più importanti figurano gli acidi grassi a catena corta e gli acidi biliari, sostanze che modulano l’infiammazione, rafforzano la barriera intestinale e regolano la produzione di neurotrasmettitori come serotonina, GABA e melatonina - nonché fattori cruciali per il ritmo sonno-veglia.


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Quando il microbiota è sano, queste sostanze aiutano il cervello a sincronizzarsi con i cicli circadiani naturali.

Ma quando l’equilibrio si altera, ad esempio per dieta squilibrata, stress o antibiotici, il sonno può risentirne.

I ricercatori che hanno lavorato alla ricerca hanno osservato che il trapianto di microbiota da soggetti con insonnia in modelli animali ha indotto comportamenti simili all’insonnia, come maggiore vigilanza notturna e riduzione del sonno profondo.

Gli autori ipotizzano che un microbiota alterato possa:

  • ridurre la produzione di metaboliti benefici come il butirrato;
  • amplificare la risposta infiammatoria;
  • interferire con la comunicazione vagale tra intestino e cervello;
  • alterare i livelli ormonali che regolano lo stress e il riposo.

Si tratta di uno studio che concretizza la sua importanza nella possibilità di aprire la via a nuove prospettive interessanti per la medicina del sonno. 

In futuro, interventi mirati al microbiota, come probiotici, prebiotici, simbioticialimentazione personalizzata, potrebbero affiancare le terapie tradizionali per migliorare la qualità del riposo notturno.
E, successivamente, sviluppare protocolli personalizzati, fondati sull’analisi del profilo microbico individuale e sui metaboliti chiave prodotti dai batteri intestinali.

"Il benessere cerebrale inizia nell’intestino" sembra essere il sottotesto dei risultati che lo studio mostra.

Dunque, il mantenimento di un intestino sano, sarebbe in grado non solo di favorire la digestione ma anche di garantire un sonno più profondo, rigenerante, realmente ristoratore.


Fonti:

Molecular Psychiatry - Gut microbiota regulate insomnia-like behaviors via gut-brain metabolic axis


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