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Le terapie oncologiche integrate spiegate dal dr Carlo Pastore

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

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L'attenzione massima degli oncologi alla qualità della vita del paziente, decenni di ricerca e sperimentazione hanno portato all'utilizzo di una serie di terapie dette integrate, che affiancate alle terapie oncologiche tradizionali ne potenziano l'efficacia. Oggi parliamo con il Dott. Carlo Pastore, specialista in oncologia medica e perfezionato in ipertermia clinica oncologica, per fare chiarezza su queste terapie. Cosa sono le terapie oncologiche integrate? Le cellule tumorali posseggono diversi meccanismi di resistenza alle aggressioni esterne ed in ogni forma tumorale esiste una ampia eterogeneità di caratteristiche cellulari. Proprio in virtù di questa premessa appare strategia idonea alla lotta del cancro un approccio multimodale. Combinare le varie armi a disposizione (chemioterapia antiblastica, radioterapiaipertermia oncologicafitoterapia, adeguato approccio alimentare) migliora la possibilità di una risposta terapeutica. Cos'è l'ipertermia? L'ipertermia capacitiva profonda oncologica a radiofrequenza è metodica che impiega una radiofrequenza a 13,56 Mhz per innalzare in via locoregionale la temperatura dei tessuti tra i 42 ed i 43 °C. A tale temperatura le cellule tumorali che posseggono una membrana cellulare alterata (aberrante) non riescono a smaltire il calore e l'ipertermia attiva degli enzimi intracellulari denominati caspasi che spezzettano il DNA portando la cellula maligna alla morte (apoptosi o morte cellulare programmata). Altre proprietà possono essere attribuite all'ipertermia. In primis quella di facilitare l'accesso al bersaglio da parte dei chemioterapici, soprattutto in quei distretti corporei mal vascolarizzati (ad esempio peritoneo) che rappresentano le cosiddette nicchie farmacologiche nelle quali i farmaci arrivano poco e male. Taluni chemioterapici presentano poi un effetto maggiore se somministrati con ipertermia. Il mutamento della vascolarizzazione locoregionale poi provocato dall'ipertermia rende l'ambiente meno idoneo alla proliferazione delle cellule tumorali. La radioterapia combinata con l'ipertermia ottiene maggiore effetto per sommazione di danno e per induzione della morte in cellule danneggiate in modo subletale. Non da ultimo c'è la stimolazione del sistema immunitario indotta dall'ipertermia. Si ottiene localmente la liberazione di citochine che stimolano l'arrivo in situ dei leucociti e quindi vi è un maggiore vigore nella lotta contro le cellule malate. L'ipertermia trova indicazione in tutti i tumori solidi, a patto che non vi sia versamento pleurico od ascitico massivo. In quelle condizioni è preferibile il drenaggio del liquido prima di eseguire ipertermia. Anche le neoplasie ematologiche possono avvantaggiarsene qualora vi siano dei pacchetti linfonodali da trattare. Una variante di approccio ipertermico è quello con ipertermia total body ad infrarosso. Tale metodica si impiega a scopo immunomodulante ed antalgico generalizzato. L’ipertermia è una terapia sperimentale? Ormai da tempo è metodica consolidata ed uscita dalla fase sperimentale, supportata da una mole notevole di lavori di ricerca internazionali. Numerosi Centri terapeutici in tutto il modo la impiegano come valida metodica coadiuvante in oncologia. Esistono sul territorio nazionale Centri che erogano prestazioni in ipertermia sia in convenzione con il SSN che privati. In quali circostanze si caldeggia il ricorso a questa specifica terapia? L'ipertermia può essere impiegata in tutti i tumori solidi in combinazione con radioterapia e/o chemioterapia quale valido coadiuvante. Nelle neoplasie ematologiche trova impiego quando vi siano pacchetti linfonodali o localizzazioni in distretti specifici. Quali sono i meccanismi d'azione, e quali gli effetti indesiderati? I meccanismi di azione sono mediati da un effetto proapoptotico diretto, sinergizzante con chemioterapia e/o radioterapia, immunomodulante ed immunostimolante, antalgico mediante la liberazione di endorfine ed azione diretta sulle terminazioni nocicettive. Per quanto riguarda l'ipertermia capacitiva profonda oncologica a radiofrequenza controindicazione assoluta è la presenza di pacemaker e/o defibrillatore impiantato, voluminose placche metalliche e/o stent impiantati. Controindicazione relativa per la medesima metodica è la presenza di versamento ascitico (trattamento in ambito addome-pelvi) o versamento pleurico (trattamento in ambito toracico). La controindicazione per il versamento è relativa poichè dopo drenaggio opportuno è possibile procedere. Per l'ipertermia total body ad infrarosso controindicazione assoluta è la presenza di metastasi cerebrali, insufficienza respiratoria e/o cardiovascolare. Quale approccio hanno i pazienti con le terapie oncologiche integrate? Il paziente è alla ricerca del benessere e della salute. Anche quando non è possibile ottenere una piena guarigione il miglioramento della condizione generale e della qualità di vita è cosa pregevole e molto apprezzata. Un approccio a 360° alla patologia oncologica con una integrazione di chemioterapia antiblastica e/o radioterapia, ipertermia oncologica, fitoterapia ed un sano approccio ed apporto alimentare viene accolto con favore dai pazienti e dalle famiglie. Il Dott. Carlo Pastore si è specializzato in oncologia nel 2005. Si è perfezionato in Ipertermia Clinica Oncologica nel 2006. E’ responsabile del sitowww.ipertermiaitalia.it
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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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