Torna a muovere le gambe dopo 5 anni di paralisi

Dr.ssa Elisabetta Ciccolella Farmacista
Redatto scientificamente da Dr.ssa Elisabetta Ciccolella, Farmacista |
A cura di Roberta Nazaro

Data articolo – 27 Settembre, 2015

Grazie ad una ricerca dell’Università della California, pubblicata sul Journal of Neurongineering and Rehabilitation, un paziente, paralizzato dalla vita in giù da ben 5 anni a causa di un incidente, è tornato a muovere i muscoli delle gambe. Nonostante gli stessi ricercatori abbiano affermato che è ancora presto per parlare di metodo risolutivo per tutti, questa nuova scoperta ha acceso le speranze in chi non cammina più, a causa di un trauma spinale.

Come si muovono i muscoli delle gambe?

Zoran Nenadic, capo del progetto all’Università della California, ha impiegato l’utilizzo dell’EEG (elettroencefalogramma), per raccogliere gli impulsi elettrici inviati dal cervello e trasmetterli ai muscoli delle gambe, attraverso degli elettrodi a essi applicati. Il metodo utilizzato riflette in tutto e per tutto la funzione dei neuroni.

Il metodo è di facile utilizzo per il paziente?

Secondo il dottor An Do, dell’Università della California, anche dopo anni di paralisi, il cervello può comunque impartire dei segnali ai muscoli, per poter camminare. Tuttavia, il metodo non è semplice come sembra. Il paziente si è dovuto sottoporre a lunghe sessioni di fisioterapia, per conferire del tono muscolare. In seguito, ha lavorato su un avatar in un ambiente virtuale, per capire come produrre i segnali utili al movimento. Prima di provare a muovere le gambe, poggiando il peso a terra, ha fatto circa 20 sedute in sospensione, muovendo le gambe liberamente. Tutto il processo è durato circa 19 settimane di duro allenamento.

La sperimentazione è terminata?

Il dottor Do ha inoltre spiegato nel dettaglio il funzionamento del sistema informatico. Il computer percepisce gli impulsi da inviare per camminare e per stare fermo, permettendo al sistema di fare i movimenti in automatico, ossia inviando agli elettrodi gli impulsi a muovere prima una gamba e poi l’altra. Tuttavia, per ora il metodo ha funzionato su un unico paziente ed è prematuro affermare che questa tecnica possa già essere utilizzata per altre persone paraplegiche.

Perché è importante questa ricerca?

La scoperta di questo metodo, sebbene sia ancora agli esordi, apre nuove possibilità per delle possibili cure future, perché è migliore della realtà virtuale fino ad ora impiegata. Inoltre, tale tecnologia potrebbe essere impiegata in concomitanza con gli esoscheletri robotici, proprio grazie all’elevata capacità di controllo che è possibile ottenere.

I risultati sono risolutivi?

In realtà, secondo il neurologo Giorgio Scivoletto, responsabile della Società Mondiale di Paraplegia, il nuovo sistema elaborato è molto più limitato di quello che sembra, perché come si vede nelle immagini, il paziente non ha equilibrio e controllo dei piedi. Pur riconoscendo l’utilità delle nuove tecniche di elettrostimolazione, il neurologo ha affermato che i ricercatori sono solo riusciti a far muovere i muscoli superiori delle gambe.

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