Rimandare la sveglia fa perdere una notte di sonno al mese

Mattia Zamboni | Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano
A cura di Mattia Zamboni
Autore e divulgatore esperto in salute, nutrizione e psicologia applicata al benessere quotidiano

Data articolo – 29 Maggio, 2025

Mano che preme il tasto "Snooze" su uno smartphone per rimandare la sveglia, accanto a una sveglia analogica su un comodino.

Secondo un nuovo studio del Mass General Brigham di Boston, posticipare la sveglia frammenta le ultime fasi del sonno e fa perdere circa 11 minuti di sonno ogni mattina.

Vediamo come.

Rinviare non riposa

I ricercatori, guidati dalla Dr.ssa Rebecca Robbins della Divisione di Medicina del Sonno e dei Disturbi Circadiani del Brigham and Women’s Hospital e membro fondatore del sistema sanitario Mass General Brigham, hanno analizzato le informazioni sul riposo notturno di oltre 21.000 persone su una delle più famose app di monitoraggio del sonno.

Il team di ricerca ha scoperto che il tasto “rinvia” è stato premuto in media 56 volte su 100 e che il 45% delle persone coinvolte lo ha utilizzato in oltre l’80% delle mattine – posticipando la sveglia, in media, 20 minuti al giorno.

Rinviare la sveglia è l’azione con cui si interrompe il sonno di più della metà delle quasi 3 milioni di notti analizzate dagli studiosi.

La principale firmataria dello studio afferma che “in molti tendono a posporre la sveglia al mattino, nella speranza di riaddormentarsi: questo comportamento, però, va ad interferire con alcune delle fasi più importanti del sonno. Le ore appena prima del risveglio sono ricche di sonno REM, ma usare questa funzione interrompe tali fasi, portando in genere ad avere solo un sonno leggero tra una ripetizione e l’altra”.

In altre parole, rimandare la sveglia nella speranza di riaddormentarsi non regala un vero riposo, ma frammenta le ultime fasi della dormita.

I ritmi del risveglio

Secondo lo studio, rinviare la sveglia non è un gesto costante, ma varia in base ai giorni della settimana – durante la settimana lavorativa si tende a rimandare la sveglia più spesso rispetto al weekend – e in base alle ore di sonno per notte.

Più nel dettaglio, l’abitudine di posporre la sveglia è meno frequente tra le persone che dormono cinque ore o meno –  questo perché, probabilmente, si tratta delle notti che precedono giornate lavorative, quindi si tende ad avere un riposo notturno più breve e ad alzarsi subito dal letto.

I soggetti che utilizzano abitualmente questa funzione trascorrono, in media, 20 minuti a letto tra una sveglia e l’altra, mostrando i ritmi del sonno più irregolari.

Gli studiosi hanno anche sottolineato che il tasto “rinvia” viene utilizzato maggiormente dai residenti in Stati Uniti, Germania e Svezia, chi lo usa di meno, invece, sono australiani e giapponesi.

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