Un piccolo aiuto per la mente? L'insospettabile ruolo delle arachidi

Arianna Bordi | Autrice e divulgatrice esperta in salute femminile, psicologia e salute del cervello
A cura di Arianna Bordi
Autrice e divulgatrice esperta in salute femminile, psicologia e salute del cervello

Data articolo – 09 Dicembre, 2025

Primo piano di tante arachidi non sgusciate a parte una

Un recente studio condotto dal Maastricht University Medical Center nei Paesi Bassi ha messo in luce un dato particolarmente promettente: consumare due porzioni di arachidi al giorno potrebbe rappresentare un supporto significativo per la salute del cervello negli adulti anziani.

Scopriamo di più in questo approfondimento.

L'esperimento: i dettagli di partenza

Le arachidi si sono rivelate un ottimo candidato per questo tipo di studio, poiché sono ricche di nutrienti noti per favorire la salute cardiaca e vascolare:

  • proteine e grassi sani;
  • polifenoli e antiossidanti;
  • L-arginina, un amminoacido cruciale nella regolazione del flusso sanguigno.

In merito all’ultimo punto, studi precedenti hanno già evidenziato come un flusso sanguigno cerebrale compromesso possa contribuire allo sviluppo dell'Alzheimer.

Da sottolineare che il team di Maastricht ha scelto specificamente arachidi tostate con la buccia perché quest’ultime apporta ulteriori benefici in termini di fibra, proteine e composti antiossidanti.

Metodologia e risultati dello studio

Lo studio ha coinvolto 31 uomini e donne sani di età compresa tra i 60 e i 75 anni: la sperimentazione ha utilizzato un "disegno a crossover", considerato "sorprendentemente buono per uno studio sulla dieta" dal neuroscienziato Tommy Wood (non coinvolto nella ricerca).

Ciascun partecipante ha attraversato due fasi da 16 settimane, separate da una pausa di 8 settimane:

  1. fase di controllo: i partecipanti evitavano il consumo di arachidi e frutta a guscio;
  2. fase di test: i partecipanti consumavano 60 grammi (circa due porzioni) di arachidi tostate e non salate al giorno, fornite dai ricercatori, evitando al contempo altra frutta a guscio.

Al termine di ogni fase i volontari si sottoponevano a controlli sanitari, risonanze magnetiche e test di memoria.

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I risultati emersi dalla fase "arachidi" sono stati significativi:

  • il flusso sanguigno cerebrale complessivo è aumentato di circa il 3,6%;
  • il flusso nella materia grigia è salito del 4,5%;
  • le regioni vitali per la cognizione hanno mostrato aumenti ancora maggiori: il lobo frontale è migliorato del 6,6% e il lobo temporale del 4,9%.

A livello cognitivo, i partecipanti hanno registrato un lieve miglioramento della memoria verbale, riconoscendo in media una parola in più nel test rispetto alla fase di controllo; è proprio il miglioramento del flusso sanguigno al lobo frontale e temporale a essere ritenuto la probabile spiegazione di questa performance.

Infine, un ulteriore beneficio: la pressione sanguigna sistolica (il numero più alto) è calata in media di 5 millimetri di mercurio (mmHg), un dato importante poiché la sua riduzione diminuisce il rischio di ictus e infarto.

Il parere degli esperti tra conferme e limiti

Nonostante i risultati incoraggianti, Wood ha fatto notare che il limite della ricerca risiede nella piccola dimensione del campione, che "indebolisce la potenza statistica."

Nonostante ciò, ha definito lo studio "un'aggiunta molto utile alla letteratura" che conferma come gli alimenti ricchi di polifenoli possano "sostenere o migliorare la salute e la funzione vascolare."


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Per chi non può mangiare arachidi Wood ha suggerito alternative come il cioccolato fondente, i frutti di bosco o altra frutta a guscio.

Anche Edmond Hakimi, medico di medicina interna, ha espresso ottimismo: "Le scoperte che suggeriscono che le arachidi possano migliorare la funzione cerebrale potenziando il flusso sanguigno cerebrale sono promettenti."

Hakimi ha lodato il rigore del disegno dello studio, che era randomizzato, controllato e si è avvalso di misure oggettive come la RM, ma ha ribadito che il campione "relativamente piccolo" richiederà "ulteriori studi con più partecipanti provenienti da diverse popolazioni e background."

Infine, un dato di trasparenza: sebbene i ricercatori abbiano mantenuto il controllo su disegno e analisi, lo studio è stato finanziato dalla The Peanut Institute Foundation.

In conclusione, sebbene sia necessaria ulteriore ricerca per confermare i benefici a lungo termine, i risultati suggeriscono che aggiungere regolarmente un po' di arachidi tostate con la buccia alla dieta potrebbe essere un piccolo, ma potente, passo per prendersi cura del proprio cervello che invecchia.

Fonti:

Clinical Nutrition Journal - Longer-term skin-roasted peanut consumption improves brain vascular function and memory: A randomized, single-blind, controlled crossover trial in healthy older adults

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