Uomini senza cuore (che vivono davvero)!

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 04 Luglio, 2016

Trapianto di cuore e cuore artificiale

Sono passati quasi 50 anni dal primo trapianto di cuore e ancora oggi questo tipo di intervento chirurgico resta una delle imprese più impressionanti nel campo della scienza biomedica. In quanto procedura potenzialmente salvavita, i pazienti devono attendere per mesi o addirittura anni, prima di trovare un donatore compatibile. Tuttavia, per chi è bloccato da anni su una lista senza fine, una speranza c’è e viene dal cuore artificiale.

Chi è Stan Larkin e da cosa era affetto?

A Stan Larkin, un ragazzo di 25 anni, e a suo fratello Domonique è stata diagnosticata una cardiomiopatia congenita, una malformazione semplice o complessa che interessa l’apparato cardiovascolare. Questa forma di malattia crea al cuore difficoltà nel pompare sufficienti quantità di sangue nel corpo. Jonathan Haft, professore associato di chirurgia cardiaca all’Università del Michigan e chirurgo dei due fratelli ha affermato: “Erano entrambi molto, molto ammalati quando li ho incontrati per la prima volta nella nostra unità di terapia intensiva. Volevamo sottoporli a un trapianto di cuore, ma non avevamo abbastanza tempo. La loro particolare situazione anatomica non permetteva il funzionamento di altre tecnologie“.

Come ha deciso di procedere l’equipe medica?

In mancanza di donatori compatibili, nel 2014, Stan si sottopose a un’operazione per rimuovere il suo cuore debole e sostituirlo con un cuore esterno totalmente artificiale, detto Freedom portable driver.

Cuore artificiale: cosa è?

Il Freedom portable driver è un dispositivo che utilizza l’aria compressa per pompare il sangue nel corpo, proprio come farebbe il cuore. Tale dispositivo è alimentato a batterie e pesa “solo” 6 chilogrammi. Il suo scopo consiste nel mantenere sani e in vita i pazienti in attesa di un donatore e pertanto non è considerata un’opzione a lungo termine.

Il paziente ha ricevuto un cuore?

Stan ha utilizzato il cuore artificiale per ben 555 giorni, prima di sottoporsi al trapianto di cuore. Il fratello, invece, ha utilizzato il cuore artificiale per un periodo inferiore a Stan, avendo ricevuto il cuore nel 2015.

Stan in un’intervista ha affermato: “È stato un tripudio di emozioni. Ho ricevuto il cuore nuovo due settimane fa e mi sento come se potessi fare jogging mentre vi parlo. Voglio ringraziare il donatore che ha dato se stesso per me. Un giorno mi piacerebbe incontrare la sua famiglia nella speranza che loro mi vorranno incontrare“.

Un cuore totalmente artificiale, in inglese noto con la sigla TAH (ossia total artificial heart) è un dispositivo che sostituisce le due camere cardiache, cioè i ventricoli, per evitare lo stadio finale del collasso cardiaco.

Cos’è il collasso cardiaco?

Il collasso cardiaco è la condizione in cui il cuore non pompa sufficiente sangue per le esigenze del corpo. Per “stadio finale” si intende una condizione che non può essere curata in nessun modo, se non con un trapianto cardiaco.

Chi può avere un cuore artificiale?

È possibile sottoporsi all’istallazione del cuore artificiale in due casi:

  • per restare in vita in attesa di un donatore;
  • se non si è idonei per il trapianto di cuore, ma si ha un collasso cardiaco allo stadio finale.

Come funziona il cuore totalmente artificiale?

Il cuore totalmente artificiale viene attaccato all’atrio, le due camere superiori del cuore. Tra il cuore totalmente artificiale e l’atrio ci sono delle valvole meccaniche che funzionano come le valvole cardiache, controllando il flusso sanguigno nel cuore. Attualmente, esistono due tipi di cuore totalmente artificiale:

  • il CardioWest, presenta dei tubi che, attraverso dei buchi addominali, collegano l’interno del petto a una fonte di alimentazione esterna;
  • l’AbioCor, completamente contenuto all’interno del petto e alimentato a batterie, che si possono caricare attraverso la pelle con uno speciale caricatore magnetico.

Che scopo ha il cuore artificiale?

Il cuore totalmente artificiale allunga la vita di molti mesi oltre l’aspettativa, in pazienti affetti da collasso cardiaco allo stadio finale. Il suo scopo mira a mantenere in vita un paziente in attesa di trapianto del cuore.

Inoltre, tale dispositivo può migliorare di gran lunga la qualità della vita. Tuttavia, essendo una tecnologia molto complessa, la sua istallazione è ridotta al minimo e può causare numerose complicazioni. Anche in questo ambito, la ricerca scientifica sta cercando di migliorare tale tecnologia, per permettere alle persone in tali condizioni di vivere più a lungo, limitando le complicazioni.

Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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