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Come può una ragazza di 21 anni reagire all'apatia?

Sono una ragazza di 21 anni e convivo con la depressione da quando avevo 11-12 anni e ho iniziato a prendere provvedimenti solo quando ne avevo 18-19, perchè per tutta la durata della mia adolescenza non ero stata cosciente di avere un problema, nonostante soffrissi in maniera rilevante a livello psicologico. Ho iniziato ad andare da una psicologa che, non riscontrando progressi, ha consigliato di rivolgermi ad uno psichiatra per l'assunzione di farmaci, visto che il solo colloquio non produceva risultati. Ho provato diversi farmaci quali il Depas, il Cipralex e il Seropram, per un periodo che andava dai 6 mesi ad un anno, 10 gocce ognuno. I risultati di questi farmaci sono stati i medesimi, ovvero, dal punto di vista ansiogeno hanno risolto il problema, ma su quello depressivo non c'è stato alcun cambiamento. Non so nemmeno con precisione quale sia il mio problema, che tipo di depressione sia o se sia scatenata da fattori biologici o altro, perchè gli specialisti che ho incontrato sono stati molto vaghi e non mi hanno dato una diagnosi definitiva. Fatto sta che, non vedendo risultati, ho smesso di prendere farmaci (non ho risentito nessun effetto collaterale per l'interruzione). Tutto questo è accaduto un anno fa. Col passare del tempo, ho cercato di "mettere da parte" o "sopprimere" questo problema e ho imparato a conviverci nel bene o nel male, avendo dei periodi che oscillavano tra l'apatia e la sofferenza vera a propria, ma mi ci sono talmente abituata da non dargli peso. La prima volta che ho avuto una vera e propria crisi risale a quando frequentavo la quarta superiore, non sono andata a scuola per un periodo perchè a livello psicologico ero veramente distrutta. Da un po', ho iniziato a frequentare l'università (facoltà di psicologia) ed ero davvero entusiasta all'idea di iniziare questo nuovo percorso, ma da un paio di giorni, mi sono accorta di avere difficoltà di concentrazione, problemi a livello cognitivo riguardante la memoria ed un improvviso e brusco calo di motivazione, non mi sento stimolata, nonostante sappia quello che voglio fare; non riesco più a fare quello che una volta facevo anche con un briciolo di contentezza, come disegnare o leggere (riesco a malapena a sfogliare distrattamente un libro), perfino parlare mi sembra difficile, potrei dire che sento un affaticamento a livello mentale. Mio padre vuole riportarmi dallo psichiatra, ma non sono propensa ad andarci perchè a questo punto credo che i farmaci che mi prescriverà non mi faranno nulla come successo in passato, sono solo una perdita di tempo e soldi o i colloqui che credo veramente inutili, anzi, hanno l'unico risultato di farmi innervosire perchè ti dicono "devi reagire o devi pensare così, fare così", lo so che fanno solo il loro lavoro, ma con me non funziona. Io voglio continuare l'università, sento di volerlo davvero, ma non ho la forza per farcela, sento che la depressione (o qualunque sia il problema che mi affligge) mi tormenterà ogni giorno, mi costringe a stare tutto il giorno a letto a guardare il muro e io non voglio vivere in questo modo, ma sento che nessuno mi può davvero aiutare, a livello farmacologico e altro.

Risposta

Gentile utente,
capisco bene la tua amarezza e il tuo scoraggiamento, ma ti pregherei di non essere così catastrofica. Esistono altre possibilità di cura e non è detto che quei farmaci fossero usati alle giuste dosi.

In base ai sintomi descritti, ti consiglierei Brintellix 10 mg, 1 compressa dopo colazione, da aumentare a 20 mg dopo una settimana.
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Risposta a cura di
Dr. Andrea Bolognesi Medico Chirurgo
Dr. Andrea Bolognesi
omeopatapsichiatra
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