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Cosa fare per un recupero lento della frattura della testa del V metacarpo?

Dopo diagnosi frattura testa V metacarpo mano dx (caduta accidentale), mi viene applicato apparecchio gessato con immobilizzazione delle 4 dita, con pollice separato e gomito mobile. Alla rimozione, la mano risultava oltremodo gonfia, di colorito un po' più scuro del normale, calda al tatto e, praticamente, bloccata. Mi viene detto di mobilizzarla autonomamente (secondo 4/5 semplici esercizi di cui mi viene fornito foglietto illustrativo) senza fare fisioterapia specifica. A distanza di un altro mese, la mano è migliorata di poco, nel senso che le dita non si muovono più tutte insieme, come formando un cucchiaio, ma si sono autonomizzate l'una rispetto all'altra e si oppongono al pollice senza lo sforzo iniziale, pur continuando a 'tirare'; rimangono comunque gonfie e calde, doloranti (sia all'esercizio sia per trafitture anche molto dolorose anche in situazioni di riposo), non si estendono (la mano non si appiattisce se stesa su una superficie e premuta, la falange mediana è visibilmente contratta) e sembra esserci un rigonfiamento alla base dell'indice, a sx guardando il dorso. La pelle è molto secca, la sensibilità dei polpastrelli estremamente ridotta. Inoltre, il movimento del polso, sia in piegamento che in rotazione, non è esente da dolore: non c'è presa sugli oggetti, non posso esercitare forza né posizionare la mano correttamente per queste operazioni. In queste condizioni, autodefinirei la funzionalità dell'arto a meno del 50%: non posso usare coltello o forbici, impugno malamente e senza forza qualsiasi cosa, scrivo con difficoltà, noto che istintivamente uso la sinistra, mentre sarei destrorsa, per tutto e lascio la mano destra penzolarmi inerte al fianco. Che fare?

Risposta

Mi sembra di capire dal tuo racconto che non ti sia stata prescritta la riabilitazione.

Probabilmente, nel tuo caso, sono indicate robuste dosi di fisioterapia sia con energie fisiche che tecniche manuali ed esercizio attivo.

Ti consiglio di contattare, senza attendere oltre, un fisioterapista specializzato in trattamenti della mano, eventualmente anche un fisiatra per "ri-fare il punto della situazione". 

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Risposta a cura di
Caterina Marzoli
Caterina Marzoli
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