Gastroprotettori, anche noti come inibitori di pompa protonica: cosa dobbiamo aspettarci, se assunti a lungo nel tempo?
La risposta dipende dalla necessità del paziente; se proteggere lo stomaco è un'esigenza di salute, allora i rischi possono essere considerati ben inferiori ai benefici, come sostengono gli stessi specialisti della Sige - Società italiana di gastroenterologia ed endoscopia digestiva.
Quando si deve prendere il gastroprotettore?
No, non solo in caso di reflusso gastroesofageo.
In generale, questa tipologia di farmaci agisce sugli acidi prodotti nello stomaco, limitandoli e, dunque, sono consigliati quando si è affetti da disturbi che generano una forte acidità. Un esempio? Tra i tanti casi:
- Se si soffre di infezioni gastriche.
- Per la prevenzione dell'ulcera peptica.
- Come protezione per i pazienti che assumono farmaci anti-infiammatori non-steroidei e anti-aggreganti.
Inoltre, secondo alcuni studi, prendere gastroprotettori a lungo può aiutare a prevenire la comparsa di adenocarcinoma esofageo in chi ha una diagnosi di esofago di Barrett.
Dunque, nessun rischio?
I rischi e gli effetti indesiderati dei gastroprotettori
Si sa: non esiste mai un solo punto di vista. Alcune indagini osservazionali hanno, infatti, ipotizzato un legame tra inibitori di pompa protonica e il rischio di alcune patologie come:
- Polmonite
- Osteoporosi
- Infezioni intestinali
- Insufficienza renale
- Demenza
Come è possibile? In realtà, il Consiglio direttivo della Sige, sul numero di Settembre 2019 di Gastroenterology, ha reso noti i risultati dello studio “Compass”, che ha coinvolto 17.598 soggetti con malattia cardiovascolare stabile e malattia arteriosa periferica.
Lo studio aveva lo scopo di facilitare la prevenzione del danno cardiovascolare collegato all’assunzione di un anticoagulante orale e di aspirina, in associazione a un inibitore di pompa protonica oppure a un placebo.
Questi farmaci contengono cinque principi attivi:
- lansoprazolo;
- omeprazolo;
- rabeprazolo;
- pantoprazolo;
- esomeprazolo.
Inoltre, è bene ricordare che, in quanto farmaci, gli inibitori di pompa protonica hanno - per definizione - degli effetti collaterali, quali:
- mal di testa;
- vertigini;
- nausea;
- flatulenza;
- dolore addominale;
- rash cutaneo;
- diarrea.
I rischi, invece, a seguito di un uso prolungato di gastroprotettori sono:
- complicanze renali;
- osteoporosi;
- disturbi epatici;
- rischio cardiovascolare;
- demenza;
- polmoniti;
- infezioni gastrointestinali;
- tumori gastrointestinali.
I risultati?
L'analisi, durata tre anni, ha mostrato come gli inibitori della pompa protonica non provochino danni. Solo nel caso di una infezione intestinale causata dal Clostridium difficile ci sono dei dubbi.
In ogni caso, pare che l'assunzione di questi farmaci superi i rischi. Da prestare attenzione, però, ai dosaggi che devono essere sempre consigliati e prescritti da un medico specialista, evitando quindi l'auto-prescrizione.
Fonti:
Moayyedi P, Eikelboom JW, Bosch J, et al. Safety of Proton Pump Inhibitors Based on a Large, Multi-Year, Randomized Trial of Patients Receiving Rivaroxaban or Aspirin. Gastroenterology. 2019 - Sep;157(3):682-691.e2.
Savarino V, Marabotto E, Zentilin P, et al. Proton pump inhibitors: use and misuse in the clinical setting.Expert Rev Clin Pharmacol. 2018 Nov;11(11):1123-1134
Savarino V, Dulbecco P, Savarino E. Are proton pump inhibitors really so dangerous? Dig Liver Dis. 2016 Aug;48(8):851-9