Tornare nella famiglia di origine, soprattutto in occasione di feste e ricorrenze, può far emergere reazioni emotive inattese anche in persone adulte, autonome e ben funzionanti.
Sensibilità alle critiche, tensioni tra fratelli o bisogno di approvazione sono esperienze comuni, che la psicologia interpreta come il risultato di meccanismi emotivi profondamente radicati.
Negli ultimi anni, diverse ricerche hanno contribuito a chiarire perché il contesto familiare possa avere un impatto così forte sulle reazioni emotive dell’adulto.
Cosa succede a livello psicologico
In psicologia questo fenomeno viene descritto come regressione emotiva, ovvero la riattivazione di modalità di pensiero, emozione e comportamento apprese nelle prime fasi della vita.
Non si tratta di un ritorno stabile a comportamenti infantili, né di una perdita di maturità, ma di una risposta automatica a contesti percepiti come emotivamente significativi.
La regressione può manifestarsi quando l’ambiente richiama esperienze passate, come accade nella famiglia di origine, luogo in cui si sono formati i primi schemi relazionali e affettivi.
La famiglia rappresenta il primo spazio in cui si apprendono le modalità di gestione delle emozioni, dei conflitti e delle relazioni. Questi schemi, una volta interiorizzati, tendono a mantenersi nel tempo e possono riattivarsi in età adulta in presenza di stimoli simili a quelli sperimentati in passato.
Le ricerche in ambito psicologico e neuroscientifico indicano che le relazioni familiari precoci influenzano i sistemi cerebrali coinvolti nella regolazione emotiva.
Quando una persona si ritrova in un contesto familiare, tali sistemi possono attivarsi rapidamente, favorendo risposte emotive intense e poco mediate dal controllo razionale.
Perché le reazioni sembrano sproporzionate
Durante questi momenti, l’equilibrio tra pensiero razionale ed emozioni può temporaneamente ridursi. Commenti o situazioni di per sé neutri possono essere interpretati come critiche o giudizi, riattivando vissuti di insicurezza o bisogno di riconoscimento.
Secondo gli studi sull’attaccamento, le relazioni familiari continuano a rappresentare una fonte primaria di sicurezza emotiva anche in età adulta. Per questo motivo, le interazioni con genitori o fratelli possono avere un impatto emotivo maggiore rispetto ad altri contesti sociali.
Il ruolo della consapevolezza emotiva
La ricerca suggerisce che riconoscere le proprie reazioni emotive può ridurre l’automatismo delle risposte difensive. Prestare attenzione ai segnali corporei, come tensione o agitazione, e alle emozioni emergenti può favorire una maggiore integrazione tra emozioni e pensiero, permettendo risposte più intenzionali.
È importante sottolineare che, anche durante la regressione emotiva, le competenze e le risorse dell’età adulta non vengono perse. Piuttosto, possono risultare temporaneamente meno accessibili.
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Quando il disagio richiede attenzione
Se le difficoltà emotive legate al contesto familiare risultano intense, persistenti o associate a sintomi ansiosi, depressivi o somatici, può essere utile rivolgersi a un professionista della salute mentale. Un supporto psicologico può aiutare a comprendere meglio i meccanismi emotivi attivi e a sviluppare modalità relazionali più funzionali.
Le reazioni emotive che riemergono in famiglia sono un fenomeno comune e supportato dalla ricerca scientifica. Comprenderne le basi psicologiche può favorire una maggiore consapevolezza e un miglior benessere emotivo nelle relazioni familiari.
Fonti
Springer Nature - Parent-Child Relationship Satisfaction and Psychological Distress of Parents and Emerging Adult Children