Cardioral 75 mg capsule molli 30 capsule in flacone di plastica

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
- Prevenzione secondaria dell’infarto miocardico. - Prevenzione del rischio cardiovascolare in pazienti affetti da angina pectoris stabile. - Storia di angina pectoris instabile, non durante la fase acuta. - Prevenzione di ri-occlusione dei by-pass aortocoronarici (CABG). - Angioplastica coronarica, eccetto durante la fase acuta. - Prevenzione secondaria di attacchi ischemici transitori (TIA) e accidenti cerebrovascolari ischemici (CVA), previa esclusione di possibili emorragie intracerebrali. CARDIORAL non è raccomandato in situazioni di emergenza. Il suo utilizzo è limitato alla prevenzione secondaria, con trattamento cronico. CARDIORAL è indicato negli adulti e nei bambini al di sopra dei 12 anni.
2. Posologia
CARDIORAL non deve essere assunto senza un parere medico sull’appropriatezza del trattamento. Il trattamento deve essere a lungo termine e sotto controllo medico. Posologia. Adulti: La dose abituale è di 75 mg al giorno. Anziani: La dose abituale per gli adulti è raccomandata in assenza di grave insufficienza renale o epatica (vedere paragrafi 4.3 “Controindicazioni” e 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni di impiego”). Bambini Non si consiglia l’uso di CARDIORAL nei bambini al di sotto di 12 anni (vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni di impiego”). Modo di somministrazione: Deglutire la capsula con acqua.
3. Controindicazioni
• Ipersensibilità al principio attivo, ai composti dell’acido salicilico o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1, o ad altri farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) (reattività crociata). • Pazienti con mastocitosi preesistente, in cui l’uso dell’acido acetilsalicilico può indurre gravi reazioni di ipersensibilità (inclusi shock circolatorio con vampate di calore, ipotensione, tachicardia e vomito). • Storia di asma indotta dalla somministrazione di acetilsalicilati o sostanze con attività simile, in particolare farmaci antinfiammatori non steroidei. • Pazienti affetti da disturbi gastrici o che abbiano sofferto di dolori allo stomaco in seguito all’assunzione di aspirina. • Insufficienza cardiaca grave non controllata. • Ulcera peptica attiva e/o sanguinamento gastrointestinale• Rischio emorragico o altri tipi di sanguinamento come emorragie cerebrovascolari. • Insufficienza epatica grave. • Grave insufficienza renale. • Pazienti con diatesi emorragica o disturbi della coagulazione, come emofilia e ipotrombinemia. • Dosi >100 mg/giorno durante il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.6 “Fertilità, gravidanza e allattamento”).
4. Avvertenze
CARDIORAL non va utilizzato come antinfiammatorio/analgesico/antipiretico. Uso raccomandato negli adulti e nei bambini al di sopra dei 12 anni. CARDIORAL va usato con cautela e monitorato nei seguenti casi: - in pazienti con storia di ulcera gastrica o duodenale o sanguinamento gastrointestinale, o gastrite. - in pazienti con insufficienza renale. - in pazienti con insufficienza epatica. - in pazienti con asma: l’insorgenza di un attacco di asma, in alcuni pazienti, può essere collegato a una allergia ai farmaci antinfiammatori non steroidei o all’acido acetilsalicilico; in questo caso, questo farmaco è controindicato (vedere paragrafo 4.3 “Controindicazioni”). - in pazienti con metrorragia o menorragia (rischio di aumento nel volume o nella durata del flusso mestruale) Durante il trattamento possono comparire sanguinamento gastrointestinale o ulcere/perforazioni in qualsiasi momento, con o senza sintomi di preavviso o precedente storia nel paziente. Il rischio relativo aumenta in soggetti anziani, in soggetti con un basso peso corporeo e in pazienti che assumono anticoagulanti o inibitori dell’aggregazione piastrinica (vedere paragrafo 4.5 “Interazione con altri medicinali ed altre forme di interazione”). In caso di sanguinamento gastrointestinale, il trattamento deve essere sospeso immediatamente. In considerazione dell'effetto inibitorio dell'acido acetilsalicilico sull'aggregazione piastrinica, che si verifica anche a dosi molto basse e che persiste per diversi giorni, il paziente deve essere avvertito del rischio di emorragia in caso di intervento chirurgico, anche di carattere minore (es. estrazione dei denti). In alcune gravi forme di carenza di G6PD, alte dosi di acido acetilsalicilico possono causare emolisi. In caso di carenza di G6PD, l’acido acetilsalicilico deve essere somministrato sotto supervisione medica. Il prodotto contiene sorbitolo: i pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio non devono assumere questo medicinale. Popolazione pediatrica: L’uso dell’aspirina non è raccomandato in bambini al di sotto dei 12 anni ad eccezione dei casi in cui i benefici previsti superino i rischi. In alcuni bambini, l’aspirina può contribuire a provocare la sindrome di Reye.
5. Interazioni
Diverse sostanze sono coinvolte nelle interazioni a causa delle loro proprietà di inibire l’aggregazione piastrinica: Abciximab, acido acetilsalicilico, clopidogrel, epoprostenolo, eptifibatide, iloprost e iloprost trometamolo, ticlopidina e tirofiban. L'uso di differenti inibitori dell'aggregazione piastrinica aumenta il rischio di sanguinamento, così come la loro combinazione con eparina o molecole affini, anticoagulanti orali o con altri trombolitici, e questa possibilità deve essere presa in considerazione, mantenendo un regolare monitoraggio clinico. Combinazioni non raccomandate: • Anticoagulanti orali a dosi di acido acetilsalicilico per l’inibizione dell’aggregazione piastrinica e nei pazienti con storia di ulcera gastro-duodenale: aumentato rischio di emorragia. • Clopidogrel (oltre alle indicazioni approvate per questa combinazione nei pazienti con sindrome coronarica acuta): aumento del rischio di emorragia. Se la co-somministrazione non può essere evitata, il monitoraggio clinico è raccomandato. • Uricosurici (benzbromarone, probenecid): riduzione dell'effetto uricosurico a causa della competizione per l'eliminazione di acido urico nei tubuli renali. • Ticlopidina: aumento del rischio di emorragia. Se la co-somministrazione non può essere evitata, il monitoraggio clinico è raccomandato. Combinazioni che richiedono precauzioni per l'uso: • Metotrexato a dosi > 15 mg a dosi di acido acetilsalicilico utilizzato per l'inibizione dell'aggregazione piastrinica: aumento della tossicità del metotrexato, in particolare tossicità ematologica (a causa della riduzione della clearance renale di metotrexato da parte dell’acidoacetilsalicilico). La conta delle cellule ematiche deve essere controllata settimanalmente durante le prime settimane di co-somministrazione. Occorre un attento monitoraggio nei pazienti con compromissione renale (anche lieve), così come nei pazienti anziani. • Clopidogrel (nelle indicazioni approvate per questa combinazione nei pazienti con sindrome coronarica acuta): aumento del rischio di emorragia. Il monitoraggio clinico è raccomandato. • Topici gastrointestinali, antiacidi e carbone: aumentata escrezione renale di acido acetilsalicilico a causa della alcalinizzazione delle urine. Si raccomanda di somministrare i topici gastrointestinali e gli antiacidi almeno a 2 ore di distanza dall’acido acetilsalicilico. • Eparine a basso peso molecolare (e molecole affini) ed eparine non frazionate, a dosi preventive in pazienti al di sotto dei 65 anni di età: la co-somministrazione di farmaci che agiscono a diversi livelli di emostasi aumenta il rischio di emorragia. Pertanto, nei pazienti con meno di 65 anni di età, la co-somministrazione di eparine a dosi preventive (o molecole affini), e di acido acetilsalicilico, a prescindere dalla dose, deve essere valutata, mantenendo il monitoraggio clinico e il monitoraggio di laboratorio, quando necessario. • Eparine a basso peso molecolare (e molecole affini) ed eparine non frazionate a dosi terapeutiche o in pazienti anziani (≥ 65 anni), indipendentemente dalla dose di eparina, e per dosi di acido acetilsalicilico utilizzate per l'inibizione dell'aggregazione piastrinica: aumento del rischio di emorragia (inibizione dell'aggregazione piastrinica e lesione della mucosa gastroduodenale da parte dell’acido acetilsalicilico). • Trombolitici: aumentato rischio di emorragia. • Anticoagulanti orali a dosi di acido acetilsalicilico utilizzate per l'inibizione dell'aggregazione piastrinica: aumentato rischio di emorragia. • Altri farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) con dosi di acido acetilsalicilico utilizzate per l'inibizione dell'aggregazione piastrinica: aumento del rischio di ulcere ed emorragie gastrointestinali. • Il metamizolo può ridurre l’effetto dell’acido acetilsalicilico sull'aggregazione piastrinica, se assunto contemporaneamente. Pertanto, questa combinazione deve essere usata con cautela nei pazienti che assumono aspirina a basse dosi per la cardioprotezione. • Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (citalopram, escitalopram, fluoxetina, fluvoxamina, paroxetina, sertralina): aumento del rischio di emorragia. • Dati sperimentali indicano che l'ibuprofene può inibire gli effetti dell’aspirina a basse dosi sull'aggregazione piastrinica quando i farmaci sono somministrati in concomitanza (vedere sezione 5.1 “Proprietà farmacodinamiche”). Tuttavia, l’esiguità di questi dati e le incertezze dell’estrapolazione di dati ex-vivo da riferire alla situazione clinica non permettono di trarre delle conclusioni definitive per l'uso continuativo di ibuprofene e nessun effetto clinicamente rilevante è considerato probabile con l’uso occasionale di ibuprofene. L’acido acetilsalicilico può potenziare considerevolmente il rischio di emorragia nel tratto intestinale se associato ad alcol.
6. Effetti indesiderati
Le reazioni avverse sono state classificate secondo la classificazione organo-sistemica. Le frequenze non possono essere stimate in modo attendibile sulla base dei dati disponibili. Pertanto le frequenze sono elencate come "non note". Patologie del sistema emolinfopoietico: Sindromi emorragiche (epistassi, sanguinamento delle gengive, porpora, ecc) con prolungamento del tempo di sanguinamento. Il rischio di sanguinamento può persistere per 4-8 giorni dopo l'interruzione di acido acetilsalicilico. Esso può causare un aumentato rischio di emorragia in caso di intervento chirurgico. Possono anche verificarsi emorragia intracranica e gastrointestinale. L’emorragia intracranica può essere fatale, specie in caso di anziani. Trombocitopenia. Patologie gastrointestinali: Dolore addominale, emorragia gastrointestinale occulta o conclamata (ematemesi, melena, ecc) con conseguente anemia da carenza di ferro. Il rischio di sanguinamento è dose-dipendente. Ulcere gastriche e perforazioni. Patologie del tratto gastrointestinale superiore: esofagiti, duodenite erosiva, gastrite erosiva, ulcere esofagee, ulcere intestinali perforanti, colite e perforazione intestinale. Patologie del tratto gastrointestinale inferiore: ulcere del piccolo (digiuno ed ileo) e del grande intestino (colon e retto). Queste reazioni possono o non possono essere associate ad emorragia e possono presentarsi con qualsiasi dose di acido acetilsalicilico e in pazienti con o senza sintomi predittivi o anamnesi di gravi eventi gastrointestinali. Patologie epatobiliari: Aumento degli enzimi epatici, danno epatico, soprattutto epatocellulare; Insufficienza epatica. Disturbi del sistema immunitario: Reazioni di ipersensibilità, reazioni anafilattiche, asma, angioedema. Patologie del sistema nervoso: Mal di testa, vertigini, sensazione di ridotta capacità uditiva, tinnito, che di solito sono indicativi di un sovradosaggio. Emorragia intracranica. Disturbi del metabolismo e della nutrizione: Non noti: iperuricemia, ipoglicemia. Patologie vascolari: Rari: disturbi emorragici (epistassi, sanguinamento gengivale). Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: L’uso cronico può determinare edema polmonare non cardiogeno che può verificarsi anche nel contesto di una reazione di ipersensibilità all’acido acetilsalicilico; Rari: asma, rinite, broncospasmo. Patologie renali e urinarie: Compromissione della funzione renale. Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella. Raro: menorragia. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo. Rari: orticaria, reazioni cutanee.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza. - Basse dosi (≤ 100 mg al giorno): Gli studi clinici indicano che l’acido acetilsalicilico a dosi inferiori a 100 mg/die sembra essere sicuro in limitati casi ostetrici che richiedono un monitoraggio specialistico. Ci sono insufficienti dati clinici relativi all’uso di dosi superiori a 100 mg/die fino a 500 mg/die. - Dosi di 500 mg/die e oltre: L’inibizione della sintesi di prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale. Risultati ottenuti da studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine, nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiovascolari era aumentato da meno dell’1%, fino a circa l’1,5%. È stato stimato che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalità embrio-fetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico. Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l’acido acetilsalicilico non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari. Se l’acido acetilsalicilico è usato da una donna in attesa di concepimento, o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le più basse possibili. Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a: - tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare); - disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios; Alla fine della gravidanza, la madre e il neonato possono presentare: - prolungamento del tempo di sanguinamento a causa dell’inibizione dell'aggregazione piastrinica, che può manifestarsi anche dopo la somministrazione di dosi molto basse di acido acetilsalicilico; - inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio. Conseguentemente, l’acido acetilsalicilico è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza (dopo le 24 settimane di gestazione) (vedere paragrafo 4.3 “Controindicazioni”). Allattamento: L'acido acetilsalicilico passa nel latte materno: non è pertanto raccomandata l’assunzione di acido acetilsalicilico durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni di impiego”).
8. Conservazione
Non conservare a temperatura superiore ai 25°C. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità. Le capsule devono essere utilizzate entro 40 giorni dalla prima apertura del flacone.
9. Principio attivo
Ogni capsula contiene 75 mg di acido acetilsalicilico. Eccipienti con effetti noti: sorbitolo liquido parzialmente disidratato (E 420) Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Eccipienti di riempimento: acidi omega-3 trigliceridi, amido, acido citrico, cera gialla (E 901), olio di noce di cocco idrogenato, olio di palma. Eccipienti involucro: gelatina (E 441), sorbitolo liquido parzialmente disidratato (E 420), glicerolo, amido di mais.
11. Sovradosaggio
Il rischio di sovradosaggio è importante nei soggetti anziani e in particolare nei bambini piccoli (sovradosaggio terapeutico o, più frequentemente, intossicazione accidentale), dove può essere fatale. Con il sovradosaggio acuto e cronico di acido acetilsalicilico può presentarsi edema polmonare non cardiogeno (vedere paragrafo 4.8 “Effetti indesiderati”). Sintomi: Intossicazione moderata: Sintomi quali ronzii, sensazione di ridotta capacità uditiva, cefalea, vertigini sono indizi di sovradosaggio e possono essere controllati riducendo la posologia. Intossicazione grave: I sintomi includono febbre, iperventilazione, chetosi, alcalosi respiratoria, acidosi metabolica, coma, collasso cardiovascolare, insufficienza respiratoria, grave ipoglicemia. Nei bambini, un sovradosaggio può essere fatale già a partire da un dosaggio di 100 mg / kg in una singola assunzione. Trattamento d’emergenza: - Trasferimento immediato in un’unità ospedaliera specializzata - Lavanda gastrica e somministrazione di carbone attivo - Controllo dell’equilibrio acido-basico - Alcalinizzazione delle urine con monitoraggio del pH delle urine - Emodialisi in caso di grave avvelenamento - Trattamento sintomatico.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).
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