Primene 10% soluzione per infusione 20 flaconi da 100 ml

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
Primene 10% è indicato per l’alimentazione parenterale del bambino, del lattante, del neonato a termine o prematuro, di peso alla nascita normale o più basso del normale, quando l’alimentazione orale o enterale è impossibile, insufficiente o controindicata
2. Posologia
Posologia L’inizio, la durata ed il dosaggio (dose e velocità di somministrazione) della nutrizione parenterale dipendono dalle seguenti caratteristiche del paziente: • età, peso e condizioni cliniche, • fabbisogno di azoto, • capacità di metabolizzare i componenti di Primene,•aggiunta nutrizionale che può essere fornita per via parenterale/enterale. La velocità del flusso deve essere adattata a seconda del dosaggio, delle caratteristiche della soluzione da infondere, del volume totale nelle 24 ore e dalla durata dell’infusione. La velocità del flusso deve essere aumentata gradualmente durante la prima ora. Il dosaggio dipende dall’età, dal peso e dal catabolismo proteico del bambino: L’intervallo abituale è il seguente: • 1,5 – 3,5 g di aminoacidi/kg/24 ore, • 0,23– 0,53 g di azoto/kg/24 ore, • 15 – 35 ml di Primene 10%/kg/24 ore. Modalità d’uso Primene 10% deve essere somministrato ad una velocità di infusione non superiore a 0,05 ml/kg/minuto. Velocità di infusione consigliata: • Neonati e lattanti: infusione continua (per tutte le 24 ore) • Bambini: infusione continua (per tutte le 24 ore) o infusione ciclica (almeno 12 ore su 24) Via di somministrazione Primene è da utilizzare solo per via endovenosa. Primene non è indicato per il ripristino di fluido o di volume. Primene 10% da solo deve essere somministrato in una vena centrale Primene 10% in co–somministrazione od in miscela deve essere somministrato a seconda dell’osmolarità della soluzione infusa in una vena centrale o in una periferica. Soluzioni per nutrizione parenterale fortemente ipertoniche (>900 mOsm/L) devono essere somministrate attraverso un catetere venoso centrale con la punta situata in una larga vena centrale.Se ritenuto appropriato dal personale sanitario, la soluzione per nutrizione parenterale può essere somministrata in vena periferica in pazienti di tutte le età se l’osmolarità della formulazione è ≤ 900 mOsm/L. Modo di somministrazione Primene 10% è generalmente somministrato con una fonte di energia appropriata per le necessità del bambino, sia in co–somministrazione o in miscela. Primene 10% può essere incluso nella composizione di miscele nutritive che combinano carboidrati, lipidi, oligoelementi e vitamine quando la compatibilità e la stabilità sono conosciute (per i dati relativi a compatibilità e stabilità di Primene con altre soluzioni contattare il titolare dell’AIC). Quando Primene viene miscelato con altre sostanze è necessario seguire le seguenti indicazioni: Miscelare le formulazioni contenenti Primene ed oligoelementi (tutti i tipi, incluse quelle formulazioni contenenti rame) secondo le procedure stabilite dalla comune pratica ospedaliera. È richiesto l’uso di un filtro finale durante la somministrazione di formulazioni contenenti Primene e oligoelementi (tra cui il rame, ferro o zinco), per la rimozione di particelle visibili che sono state osservate nella linea di infusione per alcune formulazioni. 1– Per le soluzioni per nutrizione parenterale 2 in 1 (amminoacidi e carboidrati), utilizzare un filtro 0,22 micron per la rimozione del particolato. Per le soluzioni per nutrizione parenterale 3 in 1 (lipidi, amminoacidi e carboidrati), utilizzare un filtro da 1,2 micron per la rimozione del particolato, in quanto l’aggiunta di lipidi richiede un filtro più ampio. 2– effettuare l’ispezione visiva, per verificare se la soluzione sia diventata opaca o si siano formati precipitati nella soluzione o nel filtro sia dopo la miscelazione, che prima della somministrazione e periodicamente durante l’infusione. 3– Se si osserva, prima della somministrazione al paziente, scolorimento o formazione di precipitati nella soluzione o nel filtro, la soluzione non deve essere utilizzata; nel caso in cui ci si accorga, dopo la somministrazione al paziente, di uno scolorimento o della formazione di un precipitato è necessario effettuare controlli ematici per il rame (o per altri oligoelementi).
3. Controindicazioni
Ipersensibilità nota ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; gravi malattie epatiche; stati di acidosi; anomalie congenite del metabolismo di uno o più aminoacidi.
4. Avvertenze
Reazioni Allergiche/Reazioni di ipersensibilizzazione Sono state riportate reazioni anafilattiche/anafilattoidi ed altre reazioni infusionali di ipersensibilizzazione con soluzioni di amminoacidi somministrate come componenti della nutrizione parenterale (vedere paragrafo 4.8). L’infusione deve essere immediatamente sospesa in caso di comparsa di qualsiasi segno o sintomo di reazione. Precipitati in pazienti in nutrizione parenterale Precipitati vascolari polmonari sono stati riportati in pazienti in nutrizione parenterale. In alcuni casi ci sono stati esiti fatali. Una eccessiva aggiunta di calcio e fosfato aumenta il rischio di formazione di precipitati di fosfato di calcio. Precipitati sono stati riportati anche in assenza di sali di fosfato in soluzione. Sono stati riportati anche casi di precipitazione a livello della filtrazione distale e sospetta formazione di precipitato in vivo. In caso di insufficienza polmonare, l’infusione deve essere sospesa e deve essere iniziata una valutazione medica (vedere paragrafo 4.8). Oltre all’ispezione della soluzione devono essere controllati periodicamente anche il set di infusione ed il catetere per la formazione di precipitati (vedere paragrafo 4.8). Complicanze infettive L’infezione e la sepsi sono complicazioni che si possono verificare con l’utilizzo di cateteri venosi in pazienti che ricevono la nutrizione parenterale, soprattutto in caso di scarsa manutenzione dei cateteri o per soluzioni contaminate. Immunosuppressione ed altri fattori tipo iperglicemia, malnutrizione e/o loro malattie preesistenti possono predisporre i pazienti a complicanze infettive. L’attento monitoraggio dei sintomi e dei risultati dei test di laboratorio in caso di febbre/brividi, leucocitosi, complicazioni tecniche con il dispositivo di accesso e iperglicemia possono aiutare a riconoscere precocemente le infezioni. Il verificarsi di complicazioni settiche può essere ridotta facendo maggior attenzione nel posizionamento e mantenimento del catetere e nella preparazione della formulazione nutrizionale durante l’utilizzo di tecniche asettiche. Sindrome da rialimentazione in pazienti in nutrizione parenterale Rialimentare pazienti gravemente malnutriti può portare alla sindrome da rialimentazione che è caratterizzata dallo spostamento di potassio, fosforo, e magnesio intracellulare in quanto il paziente diventa anabolico. Possono svilupparsi carenza di tiamina e ritenzione di fluidi. Un attento monitoraggio ed un lento incremento di nutrienti evitano la sovralimentazione e possono prevenire queste complicazioni. Soluzioni Ipertoniche L’infusione di soluzioni ipertoniche può causare irritazione delle vene, danni alle vene e trombosi quando somministrate in vene periferiche (vedere paragrafo 4.8) Controlli generali Il controllo dovrebbe essere adattato alla situazione ed alla condizione clinica del paziente e deve includere il dosaggio dell’equilibrio dell’acqua con gli elettroliti, l’osmolarità del siero, l’equilibrio acido/base, i livelli di glucosio nel sangue, i livelli di ammoniaca nel sangue e la funzionalità epatica e renale. Effetti metabolici Si possono manifestare complicazioni metaboliche se l’apporto nutriente non è adatto alle necessità del paziente o se non è stata accuratamente valutata la capacità metabolica di un componente dietetico somministrato. Possono verificarsi effetti metabolici avversi dalla somministrazione inadeguata o eccessiva di nutrienti o dalla somministrazione di una soluzione con composizione inappropriata per un paziente con particolari necessità. Funzione epatica Pazienti in nutrizione parenterale possono manifestare complicazioni epatiche (inclusi colestasi, steatosi epatica, fibrosi, e cirrosi, che possono portare ad insufficienza epatica, come pure colecistite e colelitiasi) e devono quindi essere controllati di conseguenza. L’eziologia di questi disordini si pensa che sia dovuta a più fattori e che possa differire a seconda dei pazienti. I pazienti che sviluppano parametri di laboratorio anormali o altri sintomi di scompensi epatobiliari devono essere valutati prima da un epatologo in modo che possa identificare i possibili fattori che li causano o ai quali contribuiscono e se necessario prescrivere una terapia o una profilassi idonea. Soluzioni con amminoacidi devono essere utilizzate con cautela in pazienti con malattie epatiche preesistenti o con insufficienza renale. I parametri di funzionalità epatica devono essere attentamente controllati in questi pazienti che devono anche essere controllati per possibili sintomi di iperammoniemia. Un aumento dei livelli di ammoniaca nel sangue ed iperammoniemia può svilupparsi in pazienti che ricevono soluzioni di amminoacidi. In alcuni pazienti ciò può indicare la presenza di un disordine congenito del metabolismo amminoacidico (vedere paragrafo 4.3) o insufficienza epatica. L’ammoniaca nel sangue deve essere misurata di frequente nei neonati e nei bambini almeno fino a 2 anni per individuare iperammoniemia. Sintomi potenziali (es. letargia, irritabilità, scarsa alimentazione, iperventilazione, brividi e convulsioni) che possono portare a complicazioni incluso il ritardo nello sviluppo e la disabilità mentale possono essere di difficile identificazione in questo gruppo di età. A seconda della misura e dell’eziologia, l’iperammoniemia può richiedere un intervento immediato. Effetti renali Un valore elevato di azotemia è stato riportato in pazienti in terapia con soluzioni contenenti amminoacidi, in particolare può verificarsi in pazienti con di insufficienza renale. Utilizzare con cautela in pazienti con insufficienza renale (per es. uremia). La tolleranza all’azoto può essere alterata ed il dosaggio potrebbe aver bisogno di essere modificato. Lo stato dei fluidi e degli elettroliti deve essere attentamente controllato in questi pazienti. Precauzioni aggiuntive • Sono state riportate reazioni nel sito di iniezione con l’utilizzo della nutrizione parenterale. Queste includono tromboflebite nel sito di infusione ed irritazione venosa come anche gravi reazioni (ad es., necrosi e vesciche) quando associate allo stravaso (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere controllati di conseguenza. • Gravi squilibri di acqua e di elettroliti, gravi stati di sovraccarico di fluidi e gravi squilibri metabolici devono essere corretti prima di iniziare l’infusione. • Utilizzare con cautela in pazienti con edema polmonare o con insufficienza cardiaca. Lo stato dei fluidi deve essere attentamente controllato. • Non collegare in serie i contenitori in modo da evitare embolia gassosa a causa del possibile residuo di aria presente nel contenitore primario. L’infusione di soluzioni di aminoacidi per la nutrizione parenterale deve essere eseguita con grande attenzione mantenendo sotto costante controllo i valori della glicemia, della protidemia, dei test di funzionalità epatica e renale, dello ionogramma, dell’osmolarità del siero, del livello ematico dell’ammoniaca, del pH e del contenuto di CO2. Lo sviluppo di iperammoniemia e delle conseguenti manifestazioni cliniche è più frequente negli epatopazienti, nei bambini, nei neonati e nei prematuri in relazione ad un’insufficienza del ciclo dell’urea. Un’eventuale condizione di ipoalbuminemia deve essere valutata anche in relazione al contemporaneo uso di farmaci per i quali è noto un elevato tasso di legame con le proteine del plasma. Per la possibilità di acidosi metabolica ed iperazotemia nei soggetti con insufficienza renale la somministrazione del prodotto deve essere regolata in base alla residua funzione dell’emuntorio. Nei cardiopazienti il prodotto deve essere usato con cautela per evitare il sovraccarico circolatorio specialmente se esiste pericolo di edema polmonare acuto. L’impiego di soluzioni di aminoacidi per la nutrizione parenterale deve essere integrata da un’adeguata quantità di substrati fisiologicamente utilizzati per la produzione di energia libera da impiegare nella reazioni di sintesi proteica. Il glucosio in opportuna concentrazione può rappresentare un’idonea fonte di calorie; tuttavia con l’impiego contemporaneo di soluzioni glucosate possono verificarsi iperglicemia, glicosuria e sindrome iperosmolare. Inoltre la sospensione del trattamento dovrà essere graduale per evitare effetti legati all’ipersecrezione insulinica indotta dal carico glucidico. L’impiego contemporaneo di soluzioni elettrolitiche deve essere valutato e controllato con i dati relativi ai livelli sierici del sodio, del potassio e di altri eventuali elettroliti onde evitare indesiderati effetti di accumulo o pericolosi fenomeni di interferenza con la funzione cardiaca, renale, polmonare o con il sistema centrale. Le soluzioni di aminoacidi possono peggiorare la carenza di acido folico che deve essere corretta mediante idonea supplementazione (vedere paragrafo 4.8). Primene 10% deve essere utilizzato con cautela in caso di severa restrizione di apporto di acqua, per es. nell’insufficienza cardiaca, respiratoria o renale. In caso di insufficienza renale, l’apporto di azoto deve essere adattato a seconda della clearance renale del bambino. Somministrare con cautela in caso di insufficienza epatica con un controllo attento dei livelli di ammoniaca nel sangue. E’ richiesto un controllo attento dell’infusione, come pure dello stato clinico e biologico del bambino. In considerazione dell’osmolarità, Primene 10% non deve essere infuso da solo in una vena periferica.
5. Interazioni
Non miscelare con altre soluzioni prima di aver verificato la compatibilità della miscela finale (per i dati relativi a compatibilità e stabilità di Primene con altre soluzioni contattare il titolare dell’AIC).
6. Effetti indesiderati
Le reazioni avverse elencate di seguito sono state identificate dopo la somministrazione di Primene come componente della nutrizione parenterale. La frequenza delle reazioni avverse elencate in questo paragrafo non può essere stimata con i dati disponibili. La somministrazione di Primene deve essere sospesa in caso di insorgenza di reazioni allergiche/di ipersensibilità e di insufficienza polmonare
Tabella Riassuntiva eventi avversi
Classificazione Organo sistemica (SOC) Termine MedDRA preferito Frequenza
DISTURBI DEL SISTEMA IMMUNITARIO Reazioni di ipersenibilità con manifestazioni di: Non nota
• Edema facciale,
• Edema alle palpebre,
• Rash
Si riportano di seguito eventi avversi segnalati con le nutrizioni parenterali, la cui frequenza non può essere stabilita sulla base dei dati disponibili Eventi avversi riportati con le nutrizioni parenterali: Esami diagnostici Azotemia, Iperammonemia Eventi avversi riportati con le nutrizioni parenterali in cui la componente amminoacidica può giocare un ruolo causale o contributivo: Disturbi del sistema immunitario Reazioni anafilattiche/anafilattoidi, anche a livello cutaneo e gastrointestinale, gravi manifestazioni (shock) circolatorie e respiratorie come pure altre reazioni di ipersensibilità/infusione, inclusi piressia, brividi, ipotensione, ipertensione, artralgia, mialgia, orticaria, prurito, eritema e cefalea. Patologie epatobiliari Insufficienza epatica, cirrosi epatica, fibrosi epatica, colestasi, steatosi epatica, aumento della bilirubina nel sangue, aumento degli enzimi epatici; colecistiti, colelitiasi Disturbi del metabolismo e della nutrizione Acidosi metabolica Patologie vascolari Precipitati polmonari vascolari Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Necrosi, vesciche, rigonfiamento cicatrici, decolorazione della cute al sito di infusione associata a stravaso (Vedere paragrafo 4.4). Tromboflebiti al sito di infusione; irritazione venosa (flebiti al sito di infusione infusione, dolore, eritema, calore, rigonfiamento, indurimento). Esami diagnostici Carenza di acido folico (vedere paragrafo 4.4) Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
7. Gravidanza e allattamento
Non vi sono dati adeguati dall’utilizzo di Primene in gravidanza od in allattamento o sugli effetti sulla fertilità. Il personale sanitario deve attentamente considerare i potenziali rischi ed i benefici per ogni specifico paziente prima di somministrare Primene.
8. Conservazione
Non congelare il prodotto. Utilizzare subito dopo l’apertura.
9. Principio attivo
1000 ml di soluzione per infusione contengono: Principi attivi:
L–Isoleucina g 6,70 L–Alanina g 8,00
L–Leucina g 10,00 Ac. L–Aspartico g 6,00
L–Valina g 7,60 L–Cisteina (E 920) g 1,89
L–Lisina g 11,00 Ac. L–Glutammico (E 620) g 10,00
(come Lisina monoidrata) g 12,35 Glicina g 4,00
L–Metionina g 2,40 L–Prolina g 3,00
L–Fenilalanina g 4,20 L–Serina g 4,00
L–Treonina g 3,70 L–Tirosina g 0,45
L–Triptofano g 2,00 L–Ornitina HCI g 3,18
L–Arginina g 8,40 Taurina g 0,60
L–Istidina g 3,80  
pH 5,0–6,5 Densità 1,033 g/ml Calorie 400 (equivalenti a 1680 KJ/l) Azoto totale: 15 g/l; Aminoacidi: 100 g/l; Cloruri: 19,0 mMol/l; Osmolarità: 790 mOsm/l. Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1
10. Eccipienti
Acido malico (E 296), Acqua per preparazioni iniettabili.
11. Sovradosaggio
In caso di inappropriata somministrazione (sovradosaggio, e/o velocità di infusione troppo elevata rispetto a quella raccomandata), si possono manifestare ipervolemia, squilibri elettrolitici, acidosi e/o azotemia. In tali situazioni, l’ infusione deve essere immediatamente interrotta. Se appropriato dal punto di vista medico, un ulteriore intervento può essere indicato per prevenire complicazioni cliniche. Non esiste un antidoto specifico per il sovradosaggio. Le procedure di emergenza devono includere misure correttive appropriate.Queste stesse misure vanno prese se si verifica iperazotemia: in tal caso controllare la funzione renale e rivedere l’apporto calorico ed elettrolitico. In caso di somministrazione eccessiva, c’è la possibilità di un’acidosi metabolica e di un aumento dell’azotemia nel bambino con insufficienza renale.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).
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