Bambino che non vuole andare all'asilo: come comportarsi?

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 06 Settembre, 2024

Un bambino con il broncio

Perché alcuni bimbi non manifestano gioia all'idea di frequentare la scuola dell'Infanzia? Quali sono le possibili motivazioni alla base di questo rifiuto e come aiutare un bambino che non vuole andare all'asilo?

Scopriamolo insieme.

Bambino che non vuole andare all'asilo: perché succede?

Un bambino che non vuole andare all'asilo è piuttosto comune, in particolare nel periodo che precede l'inizio del nuovo anno scolastico.

Le motivazioni dietro questo rifiuto sono numerose: si va dalla classica crisi passeggera che accompagna il momento dell'inserimento in un nuovo gruppo classe, fino a disagi più significativi legati, ad esempio, ad incomprensioni con i compagni o con le figure educative.

Nella maggior parte dei casi, il rifiuto di andare all'asilo scompare spontaneamente nel giro di qualche giorno, tuttavia qualora esso dovesse durare a lungo, allora può rendesi necessario interrogarsi in modo approfondito circa questo malessere.

Se il bimbo ha appena cominciato l'asilo, ad esempio, le settimane che seguono al momento dell'inserimento possono rivelarsi piuttosto faticose, sia dal punto di vista fisico, che da quello emotivo.

Proprio in questo periodo, infatti, il piccolo abbandona l'ambiente famigliare per la prima volta e si inserisce in un contesto scolastico con regole e rapporti specifici.

Una volta trascorso l'entusiasmo iniziale, può capitare che il bimbo manifesti insofferenza o ostilità nei confronti dell'asilo: tutto ciò è abbastanza normale, tuttavia richiede l'intervento dei genitori e del personale scolastico, al fine di rassicurare il bambino e di incentivare in lui la voglia di partecipare alle nuove attività che lo attendono.

Può accadere, inoltre, che anche bambini che frequentano l'asilo senza particolari problemi, sperimentino poi, nel corso dell'anno, momenti di crisi caratterizzati da tristezza, malessere e ostilità.


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Questi possono essere causati da problematiche con i compagni (più frequenti soprattutto tra i bambini grandi) e litigi, piuttosto che da incomprensioni con il personale scolastico o con il senso di inadeguatezza che può insorgere quando il bambino non si sente allo stesso livello degli altri.

Altri motivi alla base del comportamento evitante del bambino possono essere, poi, il disagio nel dover frequentare un gruppo classe eccessivamente numeroso, l'eccesso di stimoli cognitivi o emozionali, piuttosto che il ritmo troppo serrato che scandisce le sue (lunghe) giornate.

Infine, occorre ricordare che i bambini molto piccoli vivono con ansia il distacco dai propri genitori, soprattutto se frequentano l'asilo per molte ore consecutive. Essi inoltre non hanno ancora una percezione del tempo definita e comprendono come si svolgerà la giornata solo se sono inseriti in una routine stabile e ben definita.

Come aiutare un bambino che non vuole andare all'asilo

Per aiutare un bambino che non vuole andare all'asilo a cambiare prospettiva, non è necessario utilizzare minacce o altri metodi punitivi, o il rischio è quello di peggiorare la situazione.

Meglio invece dimostrarsi accoglienti, empatici e non giudicanti, cercando di supportare attivamente il piccolo nel percorso di espressione delle proprie emozioni.

Qualora il disagio fosse di lunga durata, o se fosse particolarmente intenso, si può valutare l'aiuto di uno psicoterapeuta specializzato, mentre se si tratta di una crisi passeggera, potrà essere sufficiente instaurare un dialogo aperto e fiducioso.

Se, ad esempio, il problema è il distacco dai genitori, si può lavorare su questo fronte cercando di far sentire il piccolo più sicuro di sé.

Se, invece, il problema è dovuto a un eccesso di stimoli e uno stato di perenne stanchezza, una strategia utile è quella di preparare la sera tutto il materiale (vestiti compresi), da usare il mattino; è preferibile inoltre puntare la sveglia un po' prima, in modo che il bambino abbia il tempo di svegliarsi, lavarsi e vestirsi con i suoi tempi.

Un altro consiglio utile, soprattutto se a non voler andare all'asilo è un bimbo ancora piccolo, è quello di definire una routine mattutina commisurata al suo livello di autonomia.

Meglio prevedere gesti semplici e ripetitivi, sempre uguali giorno dopo giorno, così che egli sappia sempre cosa avverrà.

Una bambina che fa i capricci

Infine, un bambino che non vuole andare a scuola per lungo tempo, può anche presupporre l'esistenze di problematiche che coinvolgono la stessa struttura didattica.

In questo caso è preferibile confrontarsi con il piccolo in modo aperto, e poi cercare di avviare un dialogo costruttivo con il personale dell'asilo.

L'atteggiamento da mantenere dovrà essere il quanto più possibile fiducioso e aperto, dal momento che l'obiettivo da entrambe le parti è quello di risolvere la problematica e aiutare il bambino a vivere in modo positivo le sue giornate all'asilo.

Consigli pratici per gestire un bambino che non vuole andare all'asilo

Quali sono le azioni da mettere in pratica per migliorare il rapporto che un bimbo ha con l'ambiente asilo?

Ecco nove consigli da tenere in considerazione:

  1. coinvolgere il bambino nell'acquisto dei materiali per la scuola materna;
  2. far scegliere al bambino i vestiti e l'eventuale materiale (come ad esempio la borraccia o lo zainetto) da portare all'asilo: ciò gli permetterà di poter esprimere la sua personalità e accrescerà la sua autostima, contribuendo a creare un'immagine positiva dell'asilo;
  3. di fronte al bambino, parlare sempre in modo positivo sia dell'asilo che delle maestre;
  4. leggere insieme un libro che parla dell'asilo e delle difficoltà che possono incontrare i bimbi che lo frequentano: questo semplice espediente aiuterà il piccolo a sentirsi meno solo;
  5. mostrare un atteggiamento positivo, fiducioso e ottimista, raccontando le varie attività stimolanti che il bimbo potrà svolgere all'asilo;
  6. non svalutare o negare la presenza di emozioni "negative" associate all'asilo, ma aiutare il bambino a verbalizzarle o ad esprimerle attraverso il disegno;
  7. non reagire in modo autoritario e minaccioso di fronte ai pianti del bambino, bensì mostrarsi pazienti e amorevoli di fronte alle sue difficoltà;
  8. permettere al bambino di portare con sé un oggetto che gli ricorda l'ambiente famigliare e che serve a rassicurarlo, come ad esempio un peluche;
  9. tenere presente che se un bimbo vive un forte disagio, la causa potrebbe essere dovuta non tanto all'asilo in sé, ma a un altro evento presente nella sua vita. Un trasloco, un lutto o la nascita di una fratellino/ sorellina, sono solo alcuni dei possibili traumi che il piccolo può aver subito e che possono aver acuito la sua insicurezza.
Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

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