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La genitorialità dalla A alla Z, dal concepimento all’essere genitori

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Manca qualcosa all’appello? 😅 Ah, già: ricordarsi di pagare l’assicurazione, rispondere al gruppo di pilates per la cena di fine corso e... respirare. Hai mai avuto la sensazione di correre tutto il giorno, saltando da un impegno all’altro, sotto il peso di una to-do list infinita? #VitaDaTrentenni #Sopraffazione #Benessere #BenessereMentale #Meme
“Potrò mai permettermelo?”, “Riuscirò ad avere abbastanza soldi per non vivere sempre in affanno tra bollette, tasse e spese impreviste?”: queste sono solo alcune delle domande che, oggigiorno, affiorano nella mente di chi si affaccia all’età adulta. Una sensazione di insicurezza finanziaria che non riguarda solo i conti in banca, ma tocca in profondità il senso di stabilità e di futuro, e che è sempre più diffusa. Accanto a una crisi economica globale reale, però, si fa strada anche un altro tipo di disagio: quello legato alla percezione del proprio status economico. Secondo un recente studio di Intuit Credit Karma, il 34% della Gen Z e il 41% dei Millennial riferisce di avere una percezione distorta della propria situazione economica. Inoltre, quasi la metà della Gen Z (48%) e il 59% dei Millennial afferma di sentirsi “indietro” finanziariamente. È da qui che nasce il termine “Money Dysmorphia”, in italiano “dismorfia monetaria”, usato per descrivere la discrepanza tra la realtà e la percezione che si ha delle proprie finanze, spesso alterata dal continuo confronto con stili di vita idealizzati, successi professionali e vite apparentemente “perfette” proposte dai social media. Un fenomeno che può portare a sentirsi inadeguati rispetto a uno standard di benessere economico percepito come “normale”, ma che in realtà è spesso costruito, filtrato o completamente fittizio. Queste narrazioni tendono infatti a omettere gli aspetti più scomodi, come i privilegi di partenza, i momenti di fatica e gli errori. E così, nella mente di chi osserva, si forma un’idea distorta e idealizzata del successo economico. E quando si inizia a pensare di “non avere abbastanza”, a sottovalutare la propria condizione economica, si può finire per mettere in dubbio il proprio valore, le scelte fatte e persino il proprio futuro. 🔗 Ma come riconoscere la dismorfia monetaria? E soprattutto: come proteggersi? Ne parliamo nel nostro ultimo articolo, scritto dalla Dott.ssa Federica Ferrajoli, psicologa (@una.psico): trovi il link in BIO. #MoneyDysmorphia #Psicologia #Benessere #SaluteMentale #Attualità
Quando scrolli e vedi tutti già in vacanza… come ti senti? Descrivi nei commenti quel momento con una emoji ⤵️ #Ferie #Vacanze #Estate
E per te cosa significa crescere? Che persona sei diventata oggi? Scrivicelo nei commenti 💙 Reel: @studryl. #CrescitaPersonale #Autenticità #Gentilezza #Benessere #BenessereEmotivo
Amy Jandrisevits, ex assistente sociale di 45 anni, ha dato vita a un'iniziativa di solidarietà rivolta alla disabilità infantile: con l'associazione "A Doll Like Me", crea a mano bambole personalizzate che abbiano le stesse caratteristiche dei loro proprietari, ossia bambini e bambine che, a causa di alcune patologie, hanno delle disabilità fisiche. L'idea alla base del progetto nasce dalla volontà di dare a questi bambini la possibilità di sentirsi inclusi e rappresentati dai loro giochi preferiti. Fino a pochi anni fa, infatti, i giocattoli seguivano stereotipi che privavano chi non rientrava in questi canoni dell'opportunità di identificarsi con essi: «Molti dei bambini che seguivo non avevano mai avuto bambole con le loro stesse caratteristiche e non si rispecchiavano in quelle tradizionali. Continuavano a farmi domande sul perché loro non somigliassero ai giocattoli», ha dichiarato la donna. L'associazione è stata quindi concepita con l'obiettivo di colmare questa lacuna e, ad oggi, Amy ha realizzato oltre 300 bambole. Quando i genitori o gli assistenti sociali non possono permettersi di sostenere il costo del pupazzo, interviene lei stessa: «Qualunque sia il costo, qualunque cosa io debba fare, farò arrivare una bambola nelle mani di questi bambini. Questo non è solo un business. È la cosa giusta da fare», ha concluso. Foto: @a_doll_like_me. #Bambole #DollTherapy #Disabilità #Inclusione #Benessere