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Come i pensieri negativi agiscono sul nostro cervello

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 11 Gennaio, 2021

L’essere umano è incline al pensiero negativo. È quanto affermato dal neuropsicologo Rick Hanson, fondatore del Wellspring Institute for Neuroscience and Contemplative Wisdom. Stando a quanto asserito da Hanson, gli stimoli negativi producono un’attività neurale più intensa rispetto agli stimoli positivi che, invece, hanno bisogno di più tempo per restare impressi nella nostra memoria.

La mente, dunque, focalizza l’attenzione sulle cose negative, scartando quelle positive. Alla base di questa negatività inconscia ci sarebbe l’evoluzione. Secondo il neuropsicologo, infatti, per i nostri antenati era molto più importante evitare una minaccia piuttosto che cercare gratificazioni.

Configurata per cercare il lato negativo delle cose, l’amigdala (due piccole regioni a forma di mandorla, situate bilateralmente nel nostro encefalo), campanello d’allarme del nostro cervello, usa 2/3 dei suoi neuroni alla ricerca di cattive notizie – scrive Hanson – una volta suonato l’allarme, gli eventi e le esperienze negative vengono immediatamente registrati nella memoria, a differenza delle esperienze positive, per le quali sono richiesti più di dodici secondi per passare dalla memoria a breve termine alla memoria a lungo termine.

I pensieri negativi modificano il nostro cervello

Siamo abituati a rimuginare sui pensieri negativi e più i modelli di pensiero di una persona sono propensi alla ruminazione mentale più facilmente resteranno all’interno di questo circolo vizioso. Secondo una ricerca di Psychology Today, continuare a pensare a eventi negativi può danneggiare le strutture neurali che regolano le emozioni, la memoria e le sensazioni.

L’amigdala e il talamo (che aiuta la comunicazione tra segnali sensoriali e motori) non sono in grado di distinguere tra una situazione di stress non reale, creata cioè da continui pensieri negativi, da una effettiva situazione stressante cui si è sottoposti. Di conseguenza il cervello dedica lo stesso impegno per gestire lo stress.

Situazioni stressanti portano al rilascio di cortisolo, l’ormone dello stress. Solitamente, il picco di cortisolo si verifica al mattino ma, può estendersi a tutta la giornata se la condizione di stress si perpetua nel tempo. Più cortisolo viene rilasciato, in risposta a pensieri negativi, più difficile può diventare formare nuovi ricordi positivi. Il cortisolo, infatti, danneggia l’ippocampo, la parte del cervello che aiuta a formare nuovi ricordi.

Secondo Hanson, i pensieri possono modificare i nostri geni, alterando la struttura del nostro cervello. Quindi il nostro cervello viene modellato dal nostro pensiero e dalle nostre esperienze.

L’abitudine a pensare negativamente ci fa supporre di non avere alcun controllo sui pensieri, tanto da credere impossibile che questo atteggiamento si possa modificare ma, secondo Hanson è possibile cambiare i nostri modelli di pensiero e perfino programmare il cervello per essere felici (come spiega nel suo libro “Cambia il tuo cervello” pubblicato nel 2013).

Come si possono modificare i modelli di pensiero negativo?

Vediamo alcuni suggerimenti utili per modificare i modelli di pensiero negativo.

Un suggerimento semplice e attuabile quello del dottor Edward Selby, il quale ricorda che impegnare la mente occupandola con attività, quali per esempio un cruciverba, può essere d’aiuto per interrompere il circuito di pensiero ruminativo.

Di grande utilità, per eliminare i circuiti di negatività, sono la meditazione e la Mindfulness, un’esperienza di consapevolezza del momento presente in modo non giudicante – come suggerito da Hanson – “osservare i pensieri e le emozioni come eventi temporanei della mente” aiuta a mediare l’effetto della ruminazione negli individui affetti da depressione. La riduzione dello stress basata sulla Mindfulness insegna ad allenare la mente ad affrontare lo stress più abilmente.

Meditare regolarmente può non solo aiutare a spostare i modelli di pensiero negativo ma aiuta il cervello a focalizzare la propria attenzione su eventi concreti e a rallentare la perdita di cellule cerebrali.

Secondo Hanson, inoltre, bisogna ringraziare per tutto ciò che si ha, anche attraverso un “diario di gratitudine”, nel quale stilare un elenco di ringraziamenti. Questa attività potrebbe essere utile per focalizzare l’attenzione su cose positive e allontanare il peso della negatività.

Il dottor Gregory Jantz, che ha dedicato il lavoro della sua vita a creare possibilità per gli altri aiutando le persone a cambiare le loro vite per sempre, fa notare che dubitare di se stessi può diventare un modello di pensiero debilitante che minaccia le nostre possibilità di successo. Lottare contro questo modello di pensieri è la prima cosa da fare per liberarsi dai pensieri negativi. Jantz indica 7 modi per iniziare questo cammino:

  1. Trovare qualcuno che possa comprenderci o ascoltarci. Che si tratti di un terapeuta, di genitore, di un fratello o un amico fidato. Una persona esterna può aiutare a identificare le convinzioni malsane senza giudicare.
  2. Circondarsi di amici veri. L’ambiente negativo, competitivo, e falso, infatti, alimenta le insicurezze.
  3. Perdonarsi. È più facile perdonare gli altri piuttosto che se stessi. Bisogna trovare la forza di perdonarsi per trasformare l’energia, spesa nei sensi di colpa e nell’autocritica, in energia positiva.
  4. Impostare obiettivi raggiungibili e realizzabili. Focalizzare l’attenzione su nuovi obiettivi. Concedersi il permesso di provare cose nuove, ma realizzabili. Il successo e la salute a lungo termine dipendono dalla gestione di questi obiettivi. Utile anche premiare se stessi, anche per le piccole cose.
  5. Respirare profondamente. La vita può diventare estremamente schiacciante. Respirare profondamente è una sana abitudine quotidiana per contribuire a ridurre stress e insicurezza.
  6. Scrivere. Scrivere i nostri pensieri, sia positivi che negativi, è un atto terapeutico che sa far luce su ciò che sta realmente che attraversando la mente.
  7. Smettere di cercare di rendere felici tutti gli altri. Essere premurosi, gentili e altruisti, è un modello di pensiero comune di chi si stima poco. Perché perdere troppo tempo a fare tutti gli altri felici, e non dedicare lo stesso tempo per se stessi?

E voi che ne pensate? Qual è il vostro segreto per pensare positivo? Scriveteci i vostri suggerimenti!

 

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Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Tania Catalano | Biologa
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