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Coronavirus: quando sarà disponibile il vaccino in Italia?

Dott.ssa Paola Stefanelli

Ultimo aggiornamento – 09 Marzo, 2021

Quando sarà Disponibile il Vaccino contro il Coronavirus?

Intervista alla dott.ssa Paola Stefanelli, Responsabile Sorveglianza Nazionale delle Malattie Batteriche Invasive dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità). 


Sul Coronavirus si è detto tantissimo. Dalla Cina all'Europa, dagli Stati Uniti all'Australia, nessun Continente è stato risparmiato dall'ondata di informazioni e di timori legati all'epidemia. E, a volte, il tam-tam corre più veloce di qualsiasi virus. 

Ma a questo punto, l'unica domanda che resta priva di una risposta certa è "quando sarà disponibile il vaccino?".

A risponderci e a fare la massima chiarezza sull'interrogativo, la dr.ssa Paola Stefanelli, Infettivologa dell'Istituto Superiore di Sanità

Un vaccino contro il Coronavirus: quando sarà disponibile? Qual è l'iter che si sta seguendo (fase di test, ecc.)?

Per preparare un nuovo vaccino sono necessarie, innanzitutto, alcune fasi preliminari, che si concentrano sullo studio del patogeno e, in particolare, dei geni che codificano le proteine di superficie e che, quindi, possono invocare una risposta immunologica adeguata, perché “conservate” in tutti i ceppi virali circolanti. 

Questa fase è stata già affrontata da numerosi gruppi di ricerca; ora, segue una fase di produzione, che permette di assemblare quelli che sono considerati gli antigeni vaccinali migliori che dovranno poi passare a delle fasi "regolatorie", che riguardano in primis la sicurezza del vaccino, ovvero che non abbia effetti collaterali e che sia in grado di indurre anticorpi protettivi adeguati. 

Considerando le nuove tecnologie a disposizione, si può immaginare che in circa 12 mesi, massimo 18 mesi, potrebbe essere già disponibile un vaccino efficace contro il Coronavirus.

Il Coronavirus potrebbe mutare ancora, se il vaccino non dovesse essere pronto in tempi brevi? Se accadesse, il vaccino sarebbe inefficace? 

I virus, come anche i batteri, tendono a mutare i loro cicli replicativi. Quello che si fa, quando si individuano gli antigeni che dovranno, appunto, comporre un vaccino, è trovare quelli maggiormente conservati all'interno della popolazione virale, in modo che non ci sia alcun rischio di inefficacia della terapia

In ogni caso, sempre grazie alla tecnologia, qualora ci dovessero essere situazioni nuove - tra un anno o due anni - di ceppi maggiormente mutati, avendo già a disposizione il vaccino e la tecnologia adottata per il suo sviluppo, sarebbe molto semplice una "riedizione" del vaccino stesso. 

In che modo il vaccino agirebbe sull'organismo? È possibile prevedere effetti collaterali? 

Nel momento in cui un vaccino viene rilasciato in commercio è considerato sicuro

Lo scopo del vaccino è quello di stimolare il nostro sistema immunitario a produrre anticorpi di protezione contro il virus. In questi casi, si parla sempre di un costo-beneficio, nella scelta e nel consigliare l'utilizzo di un determinato vaccino, per certe fasce di popolazione o per i soggetti più a rischio. 

Ma, il bilancio tra costo e beneficio è sicuramente a favore dell'uso del vaccino, soprattutto se consideriamo scenari che non sono i nostri, come in Cina, dove ci sono numerosissimi contagi, ecc.

In che modo l'Italia sta contribuendo alla produzione di un vaccino contro il Coronavirus? 

Ci sono diversi gruppi di ricerca, in Italia, che stanno appunto isolando e analizzando il genoma del virus, per identificare gli antigeni più conservati, che potrebbero essere oggetto di candidatura di un vaccino

Ci saranno poi dei partner che si occuperanno della produzione del vaccino. Si sta lavorando.

Vuoi saperne di più? Ascolta il podcast sul vaccino anticovid.

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Dott.ssa Paola Stefanelli
Scritto da Dott.ssa Paola Stefanelli

Responsabile Sorveglianza Nazionale delle Malattie Batteriche Invasive dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità).

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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