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Dormi male? Potresti soffrire di dolore cronico

Cristian Padovano | Biologo

Ultimo aggiornamento – 01 Dicembre, 2020

una donna si tocca collo e schiena dopo essersi alzata dal letto

Trascorriamo un terzo della nostra vita dormendo, ma non abbiamo ancora una risposta precisa ed esaustiva sul perché dormiamo, nonostante svariate ricerche. Secondo uno studio, la qualità del sonno potrebbe influire sull’insorgenza di dolori cronici acuti e sulla corretta auto-valutazione della propria forma fisica. 

Dormire male può causare dolore cronico

Il sonno è un elemento fondamentale della nostra vita, utile alla qualità della nostra salute. 

Infatti, una notte insonne causa una conseguente faticabilità, sonnolenza e deficit di concentrazione per tutto l'arco del giorno successivo. Un dolore lombare dato dal poco riposo della zona interessata può, ad esempio, influire sia sulle prestazioni lavorative che scolastiche.

Lo studio condotto ha notato una sostanziale associazione tra cattiva qualità del sonno e predisposizione all’insorgenza di dolori cronici: mostra che l’impatto del sonno sul dolore è maggiore rispetto a quello del dolore sul sonno stesso. 

Un’insonnia cronica, ad esempio, può infatti portare allo sviluppo di malattie metaboliche come il diabete e l’obesità, ma anche fratture dell’anca e dolore neuropatico. Dormire male influisce anche sulla rigenerazione dei tessuti, che è molto più efficace e rapida durante il sonno, ma soprattutto determina una minore risposta immunitaria a batteri, virus e altri agenti infettanti, con una conseguente produzione più alta di cortisolo e altri biomarkers associati al dolore.

Come sconfiggere il dolore cronico causato dal sonno

Per provare a limitare questi problemi vanno messi in atto innanzitutto tutte quelle regole che aiutano a migliorare la qualità del sonno (note anche come igiene del sonno). Risulta necessario limitare i comportamenti che portano alla cronicizzazione dell’insonnia e, di conseguenza, di altri dolori: è quindi doveroso educare i pazienti a riconoscere l’importanza del sonno e alla prevenzione.

Esistono anche trattamenti terapeutici farmacologici che consistono in prodotti che favoriscono il rilassamento, l’uso di melatonina o, nel caso, di antidepressivi che vanno attentamente valutati e scelti per una terapia del dolore cronico personalizzata a seconda dei problemi alla base della cattiva fase di sonno.

Anche la psicoterapia cognitivo-comportamentale è risultata utile sul lungo periodo ed è soprattutto priva di effetti collaterali dati dai farmaci. In pratica clinica, però, è ancora poco usata perché necessita di numerose sedute per diversi mesi. 

Riposo e salute: un binomio importante

Risulta doveroso segnalare che lo studio è ancora poco completo su alcuni punti, poiché non è stato effettivamente dimostrato che un aumento di sonno qualitativamente migliore porti a una diminuzione del dolore. Si stanno però svolgendo ulteriori ricerche utilizzando tecniche migliori per esaminare modelli di sonno in diversi gruppi di persone.

Ciò che vale comunque indipendentemente da questo è sicuramente il fatto di dover dare molta più importanza al sonno, e al riposo in genere, per evitare che una cattiva pratica influenzi la nostra vita da svegli. Tutto questo è ottenibile con alcune semplici ma importanti regole che potrebbero prevenire problemi molto gravi in futuro.

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Cristian Padovano | Biologo
Scritto da Cristian Padovano | Biologo

Da sempre curioso della scienza e della divulgazione scientifica, pronto a condividere ogni nozione in mio possesso nella maniera più semplice e chiara possibile. Sono un biotecnologo medico, laureato presso l'Università del Salento.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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