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Gli opposti si attraggono: sarà proprio vero?

Elisabetta Ciccolella | Farmacista

Ultimo aggiornamento – 17 Settembre, 2015

Per la serie strano ma vero, sembra che una storia d’amore possa finire proprio a causa di quella particolare caratteristica del partner che all’inizio della conoscenza ci aveva tanto attratti.

In altre parole, quel particolare della nostra metà che ci aveva tanto attirato, come ad esempio una maniera molto personale di parlare o gesticolare, può trasformarsi in ciò che meno amiamo del nostro compagno. O, ancora peggio, in ciò che non sopportiamo proprio e più ci fa saltare i nervi. In questo contesto, “attrazione fatale” significa che quelle cose che ci attirano dell’altro possono rivelarsi dannose e”letali” alla relazione col proseguire del tempo.

Ma chi lo dice?

Questo “modello” non è il frutto di lunghe chiacchierate tra amiche ma, per quanto bizzarro, è il frutto di diversi studi scientifici.

In particolare, diverse ricerche, condotte dalla sociologa Diane Felmlee dell’Università della California, mostrano come qualsiasi punto di forza su cui si basa il coinvolgimento iniziale tra due persone possa divenire in seguito l’anello debole e il principale motivo di insoddisfazione del rapporto col partner.

Ad esempio, quel modo di fare socievole e scherzoso con tutti che nella fase iniziale ci ha fatto “impazzire” per l’altro può diventare, ai nostri occhi, un atteggiamento superficiale e immaturo; una persona di cui abbiamo apprezzato il coraggio potrà sembrarci dopo un po’ incosciente e irresponsabile, o ancora, un compagno inizialmente premuroso e pieno di attenzioni potrà, tracorso del tempo, apparirci possessivo, assillante e soffocante.

In particolare, sembra che più la caratteristica che ci ha fatto “innamorare” del partner è particolare e lontana dal nostro modo di fare e tanto più è probabile che quel dato aspetto ci risulti insopportabile col passare del tempo. In altre parole, più ci piace un aspetto particolare di colui/colei che stiamo frequentando e tanto più questo aspetto viene mostrato ed esaltato, magari inconsapevolmente, più questo stesso aspetto tende a diventare molesto.

In pratica, spesso siamo insoddisfatti della relazione che stiamo vivendo proprio perché abbiamo ottenuto ciò che volevamo: questa paradossale contraddizione può ovviamente condurre al conflitto e alla rottura del rapporto di coppia.

Ma siamo attratti da chi è simile a noi o da chi è completamente diverso?

Secondo uno studio condotto presso il dipartimento di Psicologia dell’Università di Groningen, nei Paesi Bassi, siamo attratti e affascinati da persone che ci somigliano anche se, quando ci viene chiesto, optiamo per un partner complementare.

Secondo i dati, la scelta di un compagno simile a noi contribuisce positivamente alla soddisfazione di un rapporto e alla sua durata.

A sostegno di questa teoria, gli studi sulla scelta del partner hanno sempre confermato l’ipotesi della similarità. Atteggiamenti politici e religiosi, estrazione socio-economica, livello di istruzione e condivisione del modo di fare e pensare cementano i rapporti nel tempo. Il famigerato concetto degli opposti che si attraggono crea rapporti che spesso non decollano o che comunque hanno maggiori probabilità di non durare a lungo.

In definitiva, questi studi confermano ciò che ognuno di noi sa in modo empirico: le contraddizioni presenti nei rapporti con l’altro sesso sono infinite e le storie d’amore sono troppo spesso complicate o addirittura contorte.

 

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Elisabetta Ciccolella | Farmacista
Scritto da Elisabetta Ciccolella | Farmacista

La salute è il bene più importante. Questo è ciò che credo e che, da brava farmacista, cerco di trasmettere ogni giorno ai pazienti con cui mi rapporto.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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