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6 cose che (forse) non sapete sul “gruppo sanguigno”

Elisabetta Ciccolella | Farmacista

Ultimo aggiornamento – 10 Ottobre, 2018

curiosità gruppo sanguigno

Secondo varie indagini, sembra che una percentuale tra il 35 e il 50 percento degli occidentali non sappia quale sia il proprio gruppo sanguigno, benché sia una caratteristica che fa parte di noi fin dal momento in cui veniamo al mondo.

Il concetto di gruppo sanguigno è di grande importanza per la nostra salute. Quando ci riferiamo al concetto stesso di gruppo sanguigno, pensiamo al nostro: è A, B, AB o 0? Positivo o negativo? Ma cosa significa esattamente tutto ciò?

Cosa è il gruppo sanguigno?

Quando il nostro corpo subisce l’aggressione di un agente patogeno (virus, batteri ecc.), si innesca un meccanismo di difesa che attacca e dunque neutralizza questi antigeni grazie alla presenza di proteine plasmatiche, chiamate anticorpi.

In particolare, sulla superficie dei globuli rossi ci possono essere due diversi antigeni: l’antigene A e l’antigene B. In parallelo, nel plasma possono esistere anticorpi anti-A e anticorpi anti-B. Entrambi neutralizzano e uccidono i globuli rossi portatori dell’antigene corrispondente.

Ogni gruppo sanguigno si caratterizza quindi per la presenza di specifici antigeni e dei corrispondenti anticorpi:

  • il gruppo A contiene antigeni A e anticorpi anti-B
  • il gruppo B contiene antigeni B e anticorpi anti-A
  • il gruppo AB contiene antigeni A, antigeni B e nessuno degli anticorpi plasmatici corrispondenti
  • il gruppo 0 è privo di antigeni ma contiene entrambi gli anticorpi anti-A e anti-B

Di conseguenza, il soggetto con gruppo sanguigno AB può, essendo privo di anticorpi specifici, ricevere sangue sia da donatori di tipo A, B, AB e 0 (ricevitore universale), mentre coloro che hanno gruppo sanguigno 0 possono ricevere solo da donatori con gruppo 0 ma, allo stesso tempo, sono in grado di donare sangue a chiunque (donatore universale).

L’individuo di gruppo A può, invece, ricevere sangue dai gruppi A e 0; mentre il sangue di tipo B è compatibile soltanto con gruppi B e gruppi 0
Nel caso non si rispettino tali combinazioni, gli anticorpi presenti nel plasma (agglutinine) aggrediscono i globuli rossi del sangue trasfuso, neutralizzandoli (reazione di agglutinazione) e formando piccoli grumi che occludono i vasi sanguigni, causando danni molto seri all’organismo. Ricordiamo che il gruppo sanguigno si eredita dai genitori ed è immutabile.

Il gruppo sanguigno AB è il più raro

La diffusione di un gruppo sanguigno può variare in funzione del gruppo etnico considerato: in Inghilterra, circa il 40% degli individui è di gruppo A e solo il 10% è di gruppo B; in India, il gruppo A è presente nel 27% dei casi e il gruppo B nel 50%. Il gruppo sanguigno AB è il più raro in Europa e non solo: secondo la Stanford School of Medicine, solo lo 0,6 per cento della popolazione mondiale ha il gruppo sanguigno di tipo AB negativo.

Il fattore Rh

Nel 1940, studi successivi alla scoperta del gruppo sanguigno evidenziarono l’esistenza del fattore Rh, un antigene di cui è fondamentale tenere conto relativamente alle trasfusioni.

Ma cosa è il “fattore Rh”?

Nel torrente circolatorio, indipendentemente dal gruppo sanguigno, l’antigene Rh può esserci o risultarne totalmente privo: nel primo caso si parla di Rh positivo (Rh+), nel secondo di sangue Rh negativo (Rh-).

Se un soggetto Rh negativo riceve una trasfusione di sangue Rh positivo (e ciò avviene solo in caso di urgenze, essendo una procedura sconsigliata), si formano gli anticorpi Rh positivo: le complicazioni insorgono nell’eventualità di una seconda trasfusione da un donatore incompatibile, quando il sangue del paziente sarà già ricco di anticorpi anti-Rh che andranno ad aggredire i globuli rossi trasfusi provocandone l’agglutinazione.

Un caso particolare è rappresentato dall’incrocio tra una donna con gruppo sanguigno Rh- e un uomo portatore del gene Rh+: vi è una probabilità del 50% che la donna dia alla luce un figlio Rh positivo e, in questo caso, si crea una incompatibilità tra il suo sangue e quello del feto. Il contatto sangue materno-sangue del feto avviene durante il parto al momento del distacco della placenta e non crea alcun problema nell’immediato.

Tuttavia, se anche un eventuale secondo figlio sarà portatore del fattore Rh+, gli anticorpi materni aggrediranno i globuli rossi del feto, causando gravi menomazioni a carico del sistema nervoso del nascituro.

Oggi, fortunatamente i medici hanno a disposizione dei test molto precisi per valutare tale ipotesi che, nel caso venga confermata, potrà essere allontanata semplicemente somministrando subito dopo il primo parto farmaci in grado di distruggere gli anticorpi anti-Rh.

Gruppo sanguigno e personalità

Nella cultura nipponica, si ritiene che i gruppi sanguigni siano profetici della personalità e del temperamento di una data persona. L’origine di queste credenze è da attribuire alle idee di Takeji Furukawa, un professore di una scuola femminile di Tokyo, che, benché non avessero alcun fondamento, presero subito piede nel Giappone dell’epoca.

Questa bizzaria teoria, caduta nel dimenticatoio negli anni ’30, tornò in auge negli anni ’70, quando Masahiko Nomi, giornalista televisivo, pubblicò un libro sull’argomento che, nonostante le dure critiche dalla comunità psicologica giapponese, divenne un fenomeno popolare.

La dieta del gruppo sanguigno

La dieta del gruppo sanguigno è stata messa a punto da un naturopata americano di origine Italiana, il dr. Peter D’Adamo.
Questo modello alimentare si basa sull’idea che il gruppo sanguigno del soggetto sia un fattore importantissimo quando si vuole impostare una dieta sana ed efficace: D’Adamo parte dal presupposto che i vari gruppi sanguigni umani si siano formati durante l’evoluzione della specie e che essi riflettano in qualche modo specifiche attitudini alimentari, comportamentali e sportive.

In particolare, secondo D’Adamo, in alcuni cibi sono presenti particolari proteine, le lectine, in grado di influenzare in modo diverso i vari gruppi sanguigni. La “dieta del gruppo sanguigno” non ha però alcun presupposto scientifico: secondo vari alcuni studi, i vari tipi di lectine sono contenuti contemporaneamente nella stragrande maggioranza dei cibi e non sarebbero quindi in grado di attaccare selettivamente un solo gruppo sanguigno.

Gruppo sanguigno e rischi per la salute

Il concetto di “gruppo sanguigno” non è del tutto privo di significato per la nostra salute. In particolare, vari studi mostrano come il tipo di gruppo sanguigno possa costituire un fattore di rischio per alcune malattie.

Ad esempio, sembra che coloro che hanno sangue di tipo 0 abbiano valori più elevati dei cosiddetti “fattori della coagulazione” e, dunque, maggiori probabilità di incorrere in eventi quali la tromboembolia venosa. In definitiva, sono necessari studi per approfondire l’eventuale correlazione tra gruppo sanguigno e salute perché non è noto nulla di certo relativamente a questo tema.

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Elisabetta Ciccolella | Farmacista
Scritto da Elisabetta Ciccolella | Farmacista

La salute è il bene più importante. Questo è ciò che credo e che, da brava farmacista, cerco di trasmettere ogni giorno ai pazienti con cui mi rapporto.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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