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Influenza aviaria nel Lazio: c'è da preoccuparsi? Facciamo il punto

Redazione

Ultimo aggiornamento – 09 Novembre, 2021

Aviaria Influenza

La notizia che sta rimbalzando tra i media, nelle ultime ore, parla di un focolaio di influenza aviaria nel Lazio. Dove? Con esattezza, la zona messa sotto controllo è quella di Ostia, attorno a un allevamento avicolo. 

Il raggio di protezione, come sempre in questi casi, è abbastanza ampio: ben 3 km dall'allevamento, con un occhio di valutazione che si protrae sino a 10 km, portando - come conseguenza - a un'attenta analisi di tutti gli stabilimenti della zona. Elemento numero uno su cui indagare è l'eventuale morte sospetta tra gli animali

Aviaria ad Ostia: le misure di sicurezza da adottare

A dare conferma della presenza di aviaria è l'Istituto Zooprofilattico, che ha dichiarato che ci si trova dinanzi a un caso di influenza aviaria di sottotipo H5 Hpai. 

Quali sono le misure di bio-sicurezza messe in atto? Nello specifico: 

  • divieto di entrata e di uscita dall'azienda di pollame, altri volatili in cattività o altri mammiferi domestici; 
  • le carcasse dei volatili devono essere distrutte in tempi rapidissimi; 
  • tutti i mezzi di trasporto coinvolti devono essere disinfestati; 
  • chiunque entri o esca dall'allevamento deve rispettare le misure di biosicurezza;
  • sono vietate fiere di pollame e altri volatili.

Queste indicazioni saranno valide per 21 giorni dopo l'esecuzione della disinfestazione del focolaio.  

Influenza aviaria: i rischi per l'uomo

Il Ministero della Salute fornisce delle chiare indicazioni relative all'influenza aviaria e ai rischi per l'uomo. Rispondiamo, dunque, ad alcuni interrogativi, per la corretta prevenzione: 

Quali sono i sintomi dell'aviaria negli animali?

Va ricordato che, quasi sempre, l'aviaria non è sintomatica; si assiste, però, a delle variazioni a seconda del grado di patogenicità e del ceppo virale (ma, anche, del tipo di volatili colpiti). 

Alcuni tipi di  influenza aviaria , ad esempio, hanno un'alta mortalità. 

Come si trasmette il virus tra i volatili?

Il virus è "ospitato" nell'intestino ed eliminato attraverso le feci, con la saliva e con le secrezioni respiratorie. 

Il contatto tra volatili affetti genera la trasmissione dell'infezione.

Aviaria: come si trasmette all'uomo?

Nella maggior parte dei casi, i virus dell'influenza aviaria non provocano infezioni negli esseri umani.

C'è da dire, però, che alcuni virus possono infettare anche l'uomo (il virus H5N1 e i sottotipi H7N7 e H9N2). In che modo? Attraverso il contatto diretto con gli animali (sia vivi sia morti) e con le aree contaminate. 

Non esiste evidenza scientifica di contagio tramite il consumo di carni avicole o uova, dopo che queste risultano cotte a una temperatura superiore a 70 °C

Infine, l’infezione con virus dell’influenza aviaria non si trasmette da persona a persona.

Aviaria nell'uomo: quali sono i sintomi?

La sintomatologia - qualora a essere infetto fosse l'uomo - varia a seconda del sottotipo di virus. 

L'incubazione dura sino a 17 giorni, dopo il contagio, e i segni sono: 

  • febbre; 
  • infezioni (anche gravi) ai polmoni;
  • tosse e dispnea; 
  • mal di gola e raffreddore.  

Secondo gli esperti, se l’infezione si complica, può accadere che il paziente manifesti una disfunzione d'organo multipla. 

Come si cura l'influenza aviaria? 

Ad oggi, sono disponibili farmaci antivirali per il trattamento dei virus dell'aviaria di tipo A che di tipo B. 

Per essere efficaci, in caso di infezione, i farmaci antivirali devono essere assunti entro le 48 ore dall'inizio della sintomatologia. Purtroppo, i più recenti virus A(H5) e A(H7N9) non sono trattabili con gli antivirali in commercio. 

Quando preoccuparsi?

Il consiglio è quello di seguire le indicazioni ministeriali, nelle zone che presentano dei casi. 

Se si dovessero avere sintomi di tipo simil-influenzale, in caso di contatto con volatili nelle aree sotto allerta, è bene segnalare la cosa al proprio medico di famiglia. 

Ricordiamo, infine, che il vaccino antinfluenzale, sebbene non pensato per l'aviaria, potrebbe migliorare il quadro clinico nel paziente colpito.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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