La Semaglutide può proteggere da una grave malattia epatica: lo studio

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 09 Maggio, 2025

Una persona che parla con un medico
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Il principio attivo base contenuto in numerosi farmaci in grado di far perdere far perdere peso può contrastare gli effetti della steatoepatite associata a disfunzione metabolica.

Scopriamo cosa dice lo studio a riguardo.

Lo studio

La steatoepatite associata a disfunzione metabolica (MASH) è una forma severa del fegato grasso, ovvero quella condizione cronica in cui l'accumulo di adipe infiamma e genera un danno epatico potenzialmente rischioso – si parla di cirrosi e tumori.

A determinare che la Semaglutide può proteggere da questa condizione è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati della Facoltà di Medicina della Virginia Commonwealth University, che hanno collaborato con la Facoltà di Scienze della Vita e Medicina del King's College di Londra, il Dipartimento di Scienze Mediche dell'Università di Torino, la Divisione di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione dell'Università di Chicago, il Centro tedesco per la ricerca sul diabete e l'Università della Sorbona di Parigi.

Per arrivare a questa conclusione, i ricercatori hanno condotto uno studio clinico di fase 3 randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo su 800 pazienti (provenienti da 37 paesi diversi) affetti dalla malattia epatica in questione, suddivisi in due gruppi:

  • il gruppo di intervento (534 persone), che ha ricevuto iniezioni settimanali di Semaglutide (dose da 2,4 milligrammi);
  • il gruppo placebo (266 individui).

Lo studio è ancora in corso – durerà, infatti, 240 settimane – ma i primi risultati sono stati raccolti dopo un periodo di follow-up di 72 settimane.

I risultati

I risultati sono interessanti: la steatoepatite senza peggioramento della fibrosi si è verificata nel 62,9% dei pazienti del primo gruppo e nel 34,3% del gruppo placebo.

Complessivamente, la risoluzione del fegato grasso e la riduzione della fibrosi sono state osservate nel 32,7% dei pazienti del gruppo di intervento e nel 16,1% del gruppo placebo.

La riduzione della fibrosi senza peggioramento della steatoepatite è stata osservata nel 36,8% dei soggetti trattati con Semaglutide e nel 22,4% di quelli nel secondo gruppo.

Anche la perdita di peso è stata sensibilmente maggiore nel gruppo di intervento, pari a una riduzione media del 10,5% - contro il 2% registrato nel gruppo placebo.

I risultati di questo studio – afferma il principale firmatario dello studio – forniscono una solida prova che la Semaglutide può aiutare i pazienti affetti da MASH non solo migliorando la salute del fegato, ma anche affrontando i problemi metabolici sottostanti che contribuiscono alla malattia.

Se approvato anche per contrastare la malattia del fegato grasso – conclude – potrebbe offrire un'ulteriore opzione terapeutica per i pazienti con MASH e fibrosi. Questo è fondamentale, dato lo stretto legame tra MASH e patologie cardiovascolari, metaboliche e renali, in cui la Semaglutide ha già dimostrato comprovati benefici per la salute.

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

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