icon/back Indietro Esplora per argomento

Malattia di Crohn: gli esami da fare e i valori del sangue da tenere sotto controllo

Dr. Gionata Fiorino

Ultimo aggiornamento – 15 Aprile, 2021

Crohn ed Esami da Fare

In collaborazione con AMICI Onlus – Associazione Nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino.


Intervista al dr. Gionata Fiorino  - Ricercatore in Gastroenterologia, Dipartimento di Scienze Biomediche, Hunimed. Aiuto Gastroenterologo e Ricercatore Clinico, IBD Center, Humanitas Research Hospital.


Malattia di Crohn: quando si sospettano i primi sintomi, a volte subdoli e velati, cosa è bene fare? Molti pazienti se lo chiedono e per trovare risposte autorevoli, assieme all'Associazione AMICI Onlus, abbiamo rivolto alcune domande al dr. Gionata Fiorino, specialista in gastroenterologia.  

Quali esami sono necessari per la diagnosi della malattia di Crohn? 

Le recenti linee guida sulla diagnosi e monitoraggio della malattia di Crohn, prodotte dalla European Crohn’s Colitis Organisation (ECCO), indicano che la diagnosi di malattia di Crohn necessita dell’esecuzione di ileo-colonscopia più biopsie su tutti i tratti intestinali esplorati, e di un esame di diagnostica per immagini che può essere: 

  • la risonanza magnetica dell’addome con mezzo di contrasto endovenoso ed orale (entero-RMN); 
  • la tomografia computerizzata (TC) dell’addome, con mezzo di contrasto endovenoso ed orale; 
  • l’ecografia delle anse intestinali. 

Questo perché nel 95% dei casi la malattia prende il piccolo intestino e/o il colon. 

La sola colonscopia, o una sola metodica di immagini, o solo esami del sangue non sono sufficienti a fare diagnosi certa. 

La gastroscopia va fatta solo nei casi di sintomi del tratto gastroenterico alto e non in tutti i pazienti. Gli esami del sangue e delle feci (proteina C-reattiva e calprotectina fecale) da soli non bastano a fare diagnosi, sebbene possono aiutare a identificare pazienti con alto sospetto di malattia di Crohn, prima di prescrivere una colonscopia. 

Perforazioni intestinali: una radiografia dell'addome può bastare per monitorare? Ogni quanto ripeterla?

La perforazione intestinale rappresenta un’urgenza chirurgica; una radiografia dell’addome fatta in Pronto Soccorso può diagnosticarla, anche se in questi casi la TC dell’addome è l’esame più indicato, anche perché aiuta il chirurgo a programmare al meglio l’intervento (che di solito non va mai fatto in emergenza, salvo casi particolari).

Se invece intendiamo con “perforazione” una fistola a partenza intestinale, l’entero-RMN, la TC, e in misura adeguata, ma leggermente inferiore rispetto alle prima due, l’ecografia delle anse intestinali, sono gli esami più indicati. Il monitoraggio non è standardizzato, ma se c’è stata una guarigione delle ulcere che hanno causato la fistola, un esame annuale di controllo può essere ragionevole.   

Quali valori (del sangue) tenere sempre sotto controllo?

I valori del sangue da controllare ogni 3-6 mesi sono: 

  • lemocromo con formula per evidenziare anemia, aumento o diminuzione dei globuli bianchi, numero di piastrine, segni indiretti di carenza di vitamina B9 e B12 (volume corpuscolare medio); 
  • la proteina C-reattiva (PCR) che è un indicatore di infiammazione attiva; 
  • l’albumina e le proteine totali, che possono essere misurate con l’elettroforesi proteica, che indica un’eventuale malnutrizione o malassorbimento, e la cui riduzione può essere associata a ridotta efficacia dei farmaci; 
  • la funzionalità renale (creatinina, azotemia) e gli enzimi epatici e di colestasi (transaminasi, bilirubina, gamma-GT, fosfatasi alcalina) possono essere utili per capire se ci sono eventuali effetti collaterali da farmaci; ferritina, vitamina D, vitamina B9 e B12 sono utili per capire se ci sono delle carenze legate alla malattia.

Bisogna specificare che esami comunemente usati come VES e sideremia (ferro nel sangue) non sono esami utili nelle malattie infiammatorie croniche intestinali.

A cosa serve la gastroscopia?

La  gastroscopia  serve a confermare un sospetto di malattia di Crohn dell’esofago, stomaco e/o duodeno, e a monitorare la risposta alle terapie di una malattia localizzata a questo livello. 

Negli adulti, va eseguita solo nel caso in cui ci sia un sospetto clinico di malattia localizzata in questo tratto (sintomi, alterazioni viste ad un esame radiologico), ma non in tutti, dato che la probabilità di avere una malattia del tratto digestivo alto è molto bassa, per cui diventa uno spreco di risorse, oltre che un esame non sempre tollerato dai pazienti.  

Ogni quanto andare dallo Specialista, in questi casi?

Non c’è un tempo giusto per andare dallo Specialista, dato che non esistono dati scientifici a riguardo. 

La visita dallo Specialista andrebbe fatta, se la malattia è stabilmente in remissione, ogni anno, per mantenere un contatto con il Centro referente e capire se ci sono esami particolari di controllo o di screening da eseguire (per esempio la  malattia di Crohn  del colon richiede una colonscopia a circa 8 anni dalla diagnosi per la sorveglianza dei polipi intestinali e poi ripetuta periodicamente). 

Può essere utile anche per avere informazioni utili e conoscere novità recenti sulla malattia. 

Per i pazienti che non hanno sotto controllo la malattia, si deve andare quando compaiono i sintomi e dopo aver eseguito gli esami di controllo, specie strumentali come la colonscopia e/o un esame radiologico, per stabilire come proseguire l’iter terapeutico. 

Condividi
Dr. Gionata Fiorino
Scritto da Dr. Gionata Fiorino

Dr. Gionata Fiorino - Ricercatore in Gastroenterologia, Dipartimento di Scienze Biomediche, Hunimed.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Contenuti correlati
tosse-da-reflusso
Tosse da reflusso: cos’è e come si cura

La tosse da reflusso è un sintomo fastidioso legato al reflusso e che spesso resiste alla terapia farmacologica: ecco cos’è la tosse da reflusso e come si cura

Tisana alla curcuma
Antinfiammatorio naturale: quali sono i più potenti

Qual è l'antinfiammatorio naturale più efficace? Perché i rimedi vegetali sono utili per contrastare il dolore e come si assumono? Vediamolo insieme.

icon/chat