La malattia renale cronica non è una patologia da considerarsi rara, e neppure confinata all’età avanzata. I nuovi dati epidemiologici tracciano un quadro molto più ampio e, forse, preoccupante: entro il 2050 potrebbe colpire fino a 8 milioni di adulti in Italia, con un impatto più marcato sulle donne.
Si tratta di una malattia che cresce in silenzio, spesso senza sintomi evidenti nelle fasi iniziali, ma che può compromettere in modo irreversibile la funzionalità dei reni e la qualità della vita. Capire chi è più a rischio e imparare a riconoscere i segnali precoci diventa dunque essenziale.
Vediamo gli ultimi dati e i sintomi cui porre attenzione per riconoscerla in tempo.
Malattia renale cronica: qual é la fascia più colpita
Secondo le proiezioni elaborate nell’ambito del Global Burden of Disease Study, studi epidemiologici internazionali che monitorano l’andamento delle patologie nel mondo, entro il 2050 oltre un miliardo di persone potrebbe convivere con una forma di malattia renale cronica.
A livello globale, la prevalenza prevista è tra il 14 e il 15% della popolazione adulta, con oltre la metà dei casi tra le donne. In Italia le stime parlano di 7–8 milioni di persone affette entro il 2050: circa 4,2–4,6 milioni di donne contro 3,4–3,8 milioni di uomini.
Inoltre, le donne risultano anche più penalizzate nell’accesso alle cure, con minori probabilità di ricevere una diagnosi tempestiva o una presa in carico specialistica.
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Le cause di questo divario sono molteplici: maggiore longevità femminile; cambiamenti ormonali legati alla menopausa; minore attenzione alle differenze di genere nella pratica clinica e nella ricerca; ritardi diagnostici che rendono la malattia più avanzata al momento della scoperta.
Cos’è la malattia renale cronica
La malattia renale cronica è una condizione in cui i reni perdono progressivamente la capacità di filtrare le scorie dal sangue. Quando il danno progredisce, aumentano il rischio cardiovascolare, le alterazioni metaboliche e, nei casi più avanzati, la necessità di dialisi o trapianto.
È definita un “killer silenzioso” perché nelle fasi iniziali non provoca sintomi evidenti. Molte persone scoprono di averla solo quando il danno è già significativo.
Malattia renale cronica: i sintomi per riconoscerla
Quando la malattia evolve, possono comparire segnali che necessitano particolare attenzione.
Vediamo quali:
- affaticamento persistente e calo di energia;
- gonfiore di piedi, caviglie o viso;
- difficoltà o cambiamenti nella minzione;
- pressione arteriosa elevata difficile da controllare;
- urine schiumose o scure;
- nausea, perdita di appetito o crampi muscolari;
- sensazione di freddo costante e pelle secca.
Uno di motivi per cui é considerata un killer silenzioso, risiede nel fatto che tale sintomatologia spesso venga attribuita allo stress o all’età. Pertanto, é bene rendersi consapevoli che possano invece rappresentare spie di una disfunzione renale.
Alla luce di quanto esposto chi dovrebbe fare più controlli?
Vi sono alcuni soggetti per i quali sarebbe opportuno monitorare con maggiore accuratezza la salute dei reni.
Tra questi:
- chi soffre di diabete o ipertensione;
- chi ha familiarità per malattie renali;
- le donne in menopausa;
- chi assume farmaci potenzialmente nefrotossici per lunghi periodi;
- chi presenta infezioni urinarie ricorrenti.
Bastano pochi esami del sangue e delle urine per individuare precocemente un problema. La prevenzione, in questo caso, può fare davvero la differenza.
La possibilità di intercettare la malattia renale nelle fasi iniziali consente di rallentarne la progressione e di ridurre le complicanze. Stile di vita sano, controllo dei fattori di rischio e terapie mirate possono contribuire in modo determinante a preservare la funzionalità renale.
I nuovi dati non rappresentano meri numeri, ma predispongono un invito a prendersi cura dei propri reni prima che diventi troppo tardi.
Fonti:
ANSA - Malattia renale cronica killer silenzioso, colpite più le donne