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Migliorare la memoria con l’elettricità

Alessandra Lucivero

Ultimo aggiornamento – 06 Novembre, 2015

Siete smemorati? Niente timori… presto una soluzione valida potrebbe arrivare dall’elettricità. Secondo un nuovo studio, infatti, applicare della corrente elettrica sul cervello sarebbe un modo per renderlo più elettrizzato, ops, attivo!

Lo studio

La ricerca, ha coinvolto due team di scienziati, finanziati dalla Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa), con l’obiettivo comune di aiutare centinaia di militari dell’esercito americano, colpiti da deficit della memoria a lungo termine a causa di violenti traumi alla testa.

I risultati delle prime sperimentazioni, presentati nel corso del meeting annuale della Society for Neuroscience, sono assolutamente positivi.

I ricercatori hanno cercato di ricreare gli impulsi elettrici di creazione e conservazione dei ricordi, constatando che le lacune di origine traumatica possono essere curate. Ma non solo. Anche i pazienti anziani con deficit della memoria possono trarne beneficio.

Ma cosa prevede questa terapia elettrica?

La terapia è abbastanza delicata: prevede l’impianto di un dispositivo elettrico nel cervello mediante un intervento chirurgico; per gli studi, sono stati coinvolti pazienti con epilessia, a cui erano già stati impiantati degli elettrodi nel cranio. Gli elettrodi sono stati stimolati per risvegliare alcuni neuroni in particolare.

Secondo Theodore Berger, bioingegnere della University of Southern California, la memoria è una specie di segnale che viaggia nell’ippocampo, regione del cervello, attraverso i neuroni Ca1 e Ca3. Captare il segnale è il segreto per far tornare la memoria.

Ovviamente, non sono mancati test sul campo. Gli scienziati hanno chiesto a 12 pazienti di osservare delle immagini e di ricordarle un minuto e mezzo dopo, in modo da poter registrare i pattern di attivazione dei neuroni in Ca1 e Ca3. Poi, hanno elaborato un algoritmo in grado di analizzare l’attività neurale in Ca1, che predice l’attivazione di Ca3 con un’accuratezza dell’80%.

Risultati?

Si è dimostrato possibile attivare le cellule di Ca1 con un pattern che imita il segnale reale proveniente da Ca3. Cavie da laboratorio hanno dato risultati eccellenti. Solo una donna è stata coinvolta di fatto nella sperimentazione.

I test continueranno, ma gli scienziati sono positivi, per la gioia di chi soffre di problemi di memoria, anche gravi.

 

 

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Scritto da Alessandra Lucivero

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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