Un nuovo studio dell’Università di Padova conferma l’effetto negativo delle sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (Pfas) sul sistema immunitario dei bambini, chiarendo i meccanismi cellulari alla base della ridotta risposta ai vaccini.
I Pfas, ormai noti inquinanti ambientali presenti nell’acqua diffusi a livello globale e in Italia (soprattutto in Veneto), rappresentano un rischio concreto per la salute pediatrica. Le principali agenzie sanitarie internazionali hanno identificato proprio nell’indebolimento della memoria vaccinale l’effetto più documentato di queste sostanze.
Come il PFOA riduce gli anticorpi nei bambini
La ricerca, durata quasi due anni e guidata dai professori Carlo Foresta e Francesco Cinetto, in collaborazione con Luca De Toni e Andrea Di Nisio, ha analizzato in laboratorio i linfociti B, le cellule responsabili della produzione di anticorpi.
I campioni, prelevati da sette donatori sani non esposti a Pfas, sono stati trattati con PFOA, uno dei composti più diffusi e classificato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro come certamente cancerogeno.
I risultati hanno evidenziato che i linfociti B esposti al PFOA maturano più lentamente e proliferano meno, con conseguente riduzione nella produzione di immunoglobuline G (IgG), gli anticorpi fondamentali per la memoria immunitaria indotta dai vaccini.
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La diminuzione degli anticorpi osservata varia tra il 30% e il 45%, coerente con le evidenze epidemiologiche che mostrano risposte vaccinali più deboli nei bambini residenti in aree ad alta contaminazione da Pfas.
Studi precedenti in Nord Europa e negli Stati Uniti avevano già rilevato livelli anticorpali inferiori dopo le vaccinazioni di routine per tetano, difterite e morbillo, confermando che il fenomeno non è solo teorico ma reale.
L’allarme per la salute dei bambini
Secondo il Dr. Foresta, autore principale dello studio, questo studio chiarisce finalmente i meccanismi cellulari alla base della riduzione della risposta vaccinale nei bambini esposti a Pfas.
“Il PFOA – dice – interferisce direttamente con il funzionamento dei linfociti B, rallentandone la maturazione e riducendo in modo significativo la produzione di anticorpi, in particolare IgG. È un’evidenza che richiede attenzione da parte delle istituzioni e della comunità scientifica”.
I risultati saranno presentati il 16 dicembre 2025 durante la tavola rotonda “Esposizione a PFAS e manifestazioni cliniche: strategie di intervento sanitario”, presso la Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro del Senato della Repubblica, organizzata su iniziativa del presidente della settima commissione permanente, Sen. Roberto Marti.
L’evento vedrà la partecipazione di esperti nazionali e rappresentanti istituzionali in ambito sanitario e ambientale, con possibilità di seguire la diretta in streaming sulla web TV del Senato.
Lo studio padovano rappresenta un tassello fondamentale per comprendere gli effetti dei Pfas sul sistema immunitario umano, andando oltre le evidenze epidemiologiche.
La conferma del meccanismo cellulare tramite cui il PFOA compromette la maturazione dei linfociti B e riduce la produzione di anticorpi rafforza la necessità di strategie concrete di prevenzione e tutela della salute dei bambini, sensibilizzando istituzioni, comunità scientifica e cittadini sull’importanza di limitare l’esposizione a queste sostanze pericolose.
Fonti:
- Università degli Studi di Padova – Unipd study reveals how PFAS reduce antibody levels in vaccinated children
- PubMed – Childhood PFAS exposure and immunotoxicity: a systematic review and meta-analysis of human studies