Una donna positiva al Coronavirus ha infettato altre 71 persone con un solo viaggio in ascensore durato circa 60 secondi.
Siamo in Cina e il caso è diventato oggetto di studi del Centro Statunitense per il Controllo delle Malattie (CDC), impegnato in questo caso a indagare l’impatto che una singola persona, peraltro asintomatica, può avere nei confronti dei nuovi contagi.
Cerchiamo di capirne di più, grazie allo studio pubblicato sulla rivista Journal of Emerging Infectious Diseases.
La storia: la donna che in ascensore ha contagiato 71 persone
I fatti si sono svolti nella provincia cinese di Heilongjiang. Protagonista una donna, di ritorno a casa da un viaggio negli USA. È il 19 marzo.
Il caso ha inizio pochi giorni dopo, il 2 aprile, quando un uomo (paziente A, vicino di casa della donna) viene ricoverato a causa di un ictus. I medici, però, nonostante la positività riscontrata al Covid-19, danno priorità all'evento celebrale, sottovalutando possibili collegamenti con il Coronavirus. Il paziente A viene portato in ospedale dai suoi figli, forse anche loro positivi.
In pochissimo tempo, all’interno della struttura sanitaria vengono infettate 28 persone, tra cui un medico e 5 infermieri.
Dopo questo primo ricovero, l’uomo viene trasferito in un secondo ospedale per portare avanti il percorso riabilitativo. Anche qui, si apre un focolaio di altre 20 persone.
Nello stesso periodo un altro uomo, il paziente B, inizia a manifestare i sintomi del Coronavirus: tosse, febbre, respiro affannoso, difficoltà respiratorie. Indagando, però, si scopre che si tratta di un ceppo di Covid-19 diverso. In questo caso, si tratta di quello proveniente dagli Stati Uniti.
Né l’uomo né i suoi familiari, però, erano stati Oltreoceano. Sappiamo però, che paziente A e paziente B erano conoscenti e, in tempi recenti, avevano partecipato insieme a una riunione.
A questo punto, le autorità sanitarie iniziano ad andare a fondo della questione, per capire i possibili collegamenti tra il paziente B e i suoi contatti con gli Stati Uniti. Si scopre così che una donna, che abitava nel condominio della figlia del paziente B, aveva deciso di autoisolarsi dopo il rientro da un soggiorno USA.
Tuttavia, la donna e il paziente non avevano mai avuto nessun tipo di rapporto. Da qui, si è dedotto che solo in luogo poteva essere avvenuto il contagio: l’ascensore. Nello studio, infatti, si legge «riteniamo che A0, la donna proveniente dagli Stati Uniti, fosse una portatrice asintomatica e che B1.1, la figlia del Paziente B, fosse stata infettata dal contatto con le superfici dell’ascensore nell’edificio in cui vivevano entrambe».
Si ipotizza, quindi, che la figlia del paziente B abbia contratto il Coronavirus toccando i pulsanti di quell’ascensore utilizzato in precedenza dall’altra condomina. La figlia avrebbe poi infettato il padre, e da qui la catena di contagi che, fortunatamente, le autorità cinesi sono riusciti a contenere.