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Quando sarà pronto il vaccino contro il Coronavirus? Sarà efficace? L'intervista all'infettivologo

Redazione

Ultimo aggiornamento – 15 Giugno, 2022

Vaccino Coronavirus: quando sarà pronto? Come funziona?

In collaborazione con il  dr. Stefano Zona , specialista in malattie infettive


Si chiama ChAdOx1 nCoV-19 il vaccino contro il Coronavirus messo a punto dall’Università di Oxford in collaborazione con l’azienda Advent Irbm di Pomezia.

Siamo ancora in fase di sperimentazione ma, nei giorni scorsi, il ministro Roberto Speranza, insieme ai colleghi di Germania, Francia e Olanda, ha firmato un accordo con la farmaceutica AstraZeneca per l'approvvigionamento fino a 400 milioni di dosi di vaccino anti-Covid da destinare a tutta la popolazione europea.

Ma come funziona il vaccino di Oxford, di cui tutti parlano? Metterà la parola fine alla pandemia? Sarà efficace?

Cerchiamo di capirne di più insieme al dr. Stefano Zona, specialista in malattie infettive.

Come funziona il vaccino contro il Covid-19

Come ci ha spiegato il dr. Stefano Zona, «il vaccino di Oxford è basato su un Adenovirus non umano ingegnerizzato non replicante (ChAdOx1, Chimpanzee Adenovirus Oxford 1) in cui è inserito il gene della proteina S, la famosa proteina Spike di SARS-CoV-2 che permette l’ingresso del virus nelle cellule umane, attraverso il legame con il recettore ACE2».

Il nuovo vaccino, è bene sottolinearlo, è privo della sua capacità di infettare, in quanto svuotato dal suo patrimonio genetico. E la tecnica utilizzata per la sua messa a punto è del tutto innovativa. Abbiamo, infatti, a che fare con una tecnologia definita in ambito scientifico «plug-and-play». In pratica, «non serve il virus originale per costruire il gene della proteina contro cui vogliamo indurre la risposta immunitaria, ma è sufficiente la sequenza genomica», ovvero le istruzioni. 

«Le sequenze genomiche di SARS-CoV-2 sono pubbliche e mostrano una buona conservazione del gene S, dandoci quindi la possibilità teorica di indurre una risposta immunitaria contro la proteina, anche se il virus muta in continuo e in base all’area geografica dei focolai epidemici»: in questa tecnica risiede la velocità cui si è arrivata alla fase di sperimentazione del vaccino stesso, essendo un processo «estremamente più rapido rispetto a metodi più classici, come i vaccini a virus attenuati, inattivati o a subunità proteiche».

Quando sarà pronto il vaccino contro il Coronavirus?

Ma quando sarà pronto il vaccino? È su questo punto che si sta concentrando l’attenzione di tutta la comunità internazionale.

Dare una risposta certa è alquanto difficile. Ad oggi, sappiamo che gli studi clinici di fase 1 su 1000 adulti sani, necessari per verificare l’eventuale tossicità del vaccino, sono già conclusi. I dati preliminari, però, non sono ancora stati pubblicati, in quanto sottoposti al controllo di un Comitato indipendente con il compito di confrontarsi con le agenzie regolatorie in tema vaccinale. Questione di giorni, dicono le istituzioni coinvolte.

Ora, si sta per dare avvio alle fasi 2 e 3 su migliaia di volontari inglesi già reclutati. Dalle informazioni oggi disponibili sappiamo che sarà testato anche in Brasile, Russia e Africa: l’Italia è invece esclusa, perché l’epidemia è ormai in declino. Insomma, affinché gli scienziati possano avere evidenza dell’efficacia del prototipo, è necessario che i volontari sani si trovino in ambienti in cui il virus risulti ancora presente in maniera massiccia e, dunque, la carica virale ambientale sia molto elevata. L’obiettivo, a questo punto, sarà quello di testare se il vaccino sia efficace o meno contro il Coronavirus.

Conclusi gli studi di fase 3, si potrà passare poi alla distribuzione. L’azienda produttrice, a tal proposito, ha previsto di poter essere pronta con le prime dosi a fine settembre. A quel punto, si dovrà attendere il via libera delle agenzie regolatorie che si dice essere atteso entro ottobre.

La distribuzione ai diversi paesi, però, non inizierà prima della fine del 2020. Come ha infatti sottolineato il Ministro Speranza, «l’impegno prevede che il percorso di sperimentazione, già in stato avanzato, si concluda in autunno con la distribuzione della prima tranche di dosi entro la fine dell’anno».

È però plausibile pensare che le primissime inoculazioni avverranno all’inizio del 2021, anche in base a un piano vaccinale del ministero della Salute che ancora deve essere elaborato. La vaccinazione di massa nell'immediato è da escludere. Come ha sottolineato il dr. Zona, infatti «stando a quello che dichiara AstraZeneca, l’azienda che produrrà e distribuirà il vaccino, la fase 3 dovrebbe concludersi verso settembre-ottobre 2020». A questo punto, qualora fosse dimostrata la sicurezza e l'efficacia del vaccino, «si dovrà iniziare a produrre su scala industriale».

Insomma, «non sarà fisicamente possibile produrre, distribuire e somministrare milioni di dosi in brevissimo tempo: le prime dosi saranno a disposizione delle categorie più esposte e maggiormente da proteggere. Di conseguenza, non aspettiamoci la vaccinazione di massa immediatamente».

Intanto, su chi dovrà sottoporsi al vaccino ancora non si hanno informazioni certe. Sembrerebbe, però, assicurata la priorità agli anziani, agli operatori sanitari, alle forze dell'ordine e alle persone fragili che, ormai è noto, sono maggiormente soggette ai rischi che il Coronavirus porta con sé.

Il vaccino sarà sicuramente efficace?

Anche a questa domanda è pressoché impossibile rispondere con dovuta certezza. Come ci spiega ancora una volta il dr. Zona, «non abbiamo alcun vaccino già prodotto e commercializzato basato su questa tecnologia». Dunque, il confronto con vaccini già noti non è possibile.

C'è poi un altro punto su cui è bene soffermarsi e riguarda la natura stessa della malattia scatenata dal Covid-19. «Purtroppo ne sappiamo ancora troppo poco» e, di conseguenza, «non è scontato nemmeno che il vaccino possa essere efficace: induce la produzione di anticorpi neutralizzanti? Induce immunità di gregge? Per quanto tempo perdura la risposta immunitaria indotta dal vaccino? Il numero di eventi avversi è accettabile?». 

Dunque, mancano delle risposte importanti, date anche dal fatto che «non sono stati ancora pubblicati i dati degli studi di fase 1 e 2»·

Un ultimo quesito rimane sospeso, ben espresso dal dr. Zona. Per questa fase pandemica, il vaccino sarà infatti venduto a prezzo di costo «ma quanto costerà successivamente? Non è un dato ininfluente, quando si decide di fare un investimento di sanità pubblica».

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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