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Vaccino contro le allergie: a che punto siamo

Dr. Valerio Pravettoni

Ultimo aggiornamento – 02 Marzo, 2020

Respirare Allergeni, come il Polline

A cura di AAIITO - Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri – Portale:  Allergicamente.it


Intervista al dr. Valerio Pravettoni, allergologo, professore della scuola di Specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica dell’Università degli Studi di Milano.


Etciù: raffreddore o allergia? In primavera, si sa, le nuove fioriture e l'aumento della quantità di pollini nell'aria non aiutano a star bene, se si soffre di allergia. Ma arrendersi all'idea di soffrire di pollinosi o rinunciare a una determinata sostanza non è sempre la soluzione più giusta. 

Assieme al dr. Valerio Pravettoni, specialista in Allergologia, facciamo quindi il punto sulle allergie e, soprattutto sulle ultime terapie. 

Come funziona il vaccino per l'allergia?

L’immunoterapia o terapia iposensibilizzante specifica, impropriamente chiamata vaccino per le allergie è un trattamento che consiste nella somministrazione, per via sottocutanea o per via sublinguale, di un estratto specifico per gli allergeni interessati a dosi progressivamente crescenti, che induce una modificazione della risposta immunitaria dell’organismo (che ha indotto la produzione degli anticorpi dell’allergia (le IgE)), verso una risposta protettiva, tale da modificare alla base la comparsa dei sintomi dell’allergia nel periodo di esposizione all’allergene.

Contro quali allergie è possibile vaccinarsi? 

La terapia iposensibilizzante può essere attuata verso allergeni inalanti, quali pollini, acari della polvere, alcuni derivati epidermici animali (gatto, cane) o muffe. 

Esiste anche una terapia iposensibilizzante verso il veleno di imenotteri (api, vespe, calabroni), che diventa una vera e propria terapia salvavita, in quanto permette di prevenire le reazioni, spesso gravi, che si verificano in alcuni soggetti dopo la puntura di questi insetti.

Attualmente, le terapie desensibilizzanti per alimenti sono ancora in via sperimentale. Può essere effettuata una induzione della tolleranza orale verso alcuni alimenti, tolleranza che però viene persa in poco tempo, qualora il soggetto smetta di assumere regolarmente l’alimento interessato (di solito piccole quantità).

Le terapie per allergie alimentari, però, permettono di evitare reazioni gravi per l’assunzione involontaria (non nota la composizione del piatto che stiamo assumendo) dell’alimento in causa. 

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Vaccino omeopatico: è una valida alternativa? 

Vi sono studi che hanno dimostrato come le terapie omeopatiche possano al massimo funzionare come riduttori dei sintomi stagionali. Sono ben lungi però dall’effettuare quel cambiamento della risposta immunitaria indotta dalla immunoterapia specifica classica, che ha anche il vantaggio, se eseguita correttamente e per un periodo congruo, di avere un’efficacia protratta nel tempo.

Quali sono gli sviluppi futuri?

Gli sviluppi futuri dell’immunoterapia saranno quelli di ottenere, già disponibile per alcuni estratti, un codice AIC rilasciato dall’Agenzia del Farmaco, che li rende equiparabili a veri e propri farmaci e quindi non più costituiti ad hoc per ogni paziente.

Inoltre, sono allo studio altre forme di  immunoterapia , per ora rimaste in via sperimentali, quale quella intralinfonodale o quella basata sulle singole molecole allergeniche a cui ogni singolo soggetto risponde (non più praticabile visto la necessità di avere un AIC per estratti come quelli di graminacee o per gli acari della polvere).  

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Dr. Valerio Pravettoni
Scritto da Dr. Valerio Pravettoni

Allergologo, professore della scuola di Specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica dell’Università degli Studi di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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