Viagra femminile: primo via libera dagli Stati Uniti

Dr.ssa Elisabetta Ciccolella Farmacista
Redatto scientificamente da Dr.ssa Elisabetta Ciccolella, Farmacista |
A cura di Andrea Salvadori

Data articolo – 12 Giugno, 2015

Mancanza di desiderio sessuale? Forse arriva la soluzione definitiva. Dopo averlo bocciato per ben due volte dal 2010, infatti, la FDA (Food and Drug Administration) ha dato il primo via libera al Viagra femminile, sottoposto proprio in questo giorni a ulteriori studi clinici.

Si tratterebbe del primo farmaco in grado di accrescere il desiderio sessuale nelle donne, nei casi in cui la mancanza non sia dovuta a patologie specifiche.

Come funziona la pillola rosa?

Il viagra femminile è un medicinale chiamato flibanserina che, a differenza del viagra maschile, non aumenta l’irrorazione sanguigna nei genitali, ma agisce a livello cerebrale sui neurotrasmettitori legati all’eccitazione, stimolando il corpo. In particolare, si alzano i livelli di dopamina e serotonina.

Il farmaco non garantisce la soddisfazione sessuale, ma solo la rinascita del desiderio.

Anche se i risultati sono modesti, già che le donne che hanno assunto la pillola hanno registrato tra 0,5 e 1 evento sessuale soddisfacente in più al mese, si tratta comunque di un incremento e le testimonianze sono state positive.

Parità

La notizia è stata ben accolta dalle associazioni femminili, che avevano accusato la FDA di pregiudizi di genere, approvando una serie di farmaci per il trattamento della disfunzione erettile negli uomini senza pensare a un equivalente per le donne.

La FDA dovrà decidere definitivamente nei prossimi mesi. In caso di approvazione, comunque, i medici dovranno informare le pazienti dei possibili effetti collaterali della pillola, quali stanchezza, nausea, vertigini e bassa pressione. Il medicinale inoltre dovrà essere prescritto da un medico solo alle donne non ancora in menopausa.

 

 

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Contenuti correlati
donna incinta viene aiutata da un'ostetrica
Quando il parto diventa terreno fertile per le fake news: come riconoscere la disinformazione online

Dall’inchiesta internazionale alle linee guida ufficiali: perché affidarsi a fonti non scientifiche sul parto può essere pericoloso. Indicazioni chiare da OMS, ISS e Ministero della Salute.