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Cosa fare in caso di lieve sclerosi delle limitanti articolari in sede tibio tarsica?

Gentili medici, ho 33 anni, sono alto 170 cm, peso 55 chili. Da pochi mesi pratico il running con una certa costanza, mi alleno tutti i giorni affiancando alla corsa tutta una serie di esercizi di potenziamento muscolare, quali salti, squat, piegamenti sulle braccia, trazioni, addominali ecc. Di recente, in seguito ad un dolore alle tibie nella parte frontale e mediale, ho eseguito una rx alla gamba destra, dove notavo la presenza di un dolore ben localizzato. La radiografia ha escluso fratture e, con un po' di riposo, applicazioni di ghiaccio (all'inizio) ed integratori con attività antinfiammatoria, il fastidio sembra sia passato. La radiografia ha però evidenziato anche una "lieve sclerosi delle limitanti articolari in sede tibio-tarsica". Da quello che ho capito si tratta semplicemente di un addensamento osseo, probabilmente dovuto al sovraccarico, ma questo significa che la cartilagine si è ridotta, cosa dovrei fare? Si tratta di una conseguenza quasi normale per un podista oppure siamo di fronte ad un processo degenerativo che va inquadrato e del quale bisogna ricercare le cause al fine di mettere tempestivamente in atto delle misure in grado di tenerlo sotto controllo? Non ho sintomi, nessun fastidio alle caviglie.

Risposta

L'articolazione tibio-tarsica è un ginglimo angolare che appartiene al gruppo delle sinoviali, ovvero la presenza di cartilagini di rivestimento e di capsula articolare legamentosa.

La sclerosi è una modificazione con addensamento di questo tessuto connettivo, che diventa più rigido (quindi più soggetto a fissurazioni) e più difficilmente irrorabile da parte del liquido sinoviale che nutre queste componenti fibrose.

La cartilagine tende col tempo a ridursi fisiologicamente ed, ovviamente, un lavoro di sovraccarico funzionale porta ad un boost dell'invecchiamento cellulare. Un metodo opportuno per ridurre questo processo degenerativo è svolgere esercizi che tendano a mantenere le rime articolari maggiormente a distanza.

Sviluppare una muscolatura anteriore che si occupa dei movimento laterali, vd. mm tibiale anteriore, peroniero posteriore, favorisce in primis uno scarico articolare, le cartilagini sono dunque più a riposo.

Durante la corsa, le articolazioni subiscono delle compressioni che vengono ammortizzate dalla capsula legamentosa, sollecitata soprattutto dalle vibrazioni (es. terreni sconnessi). Per evitare uno sfiancamento precoce di questo tessuto, rinforzare, ma soprattutto, stabilizzare l'articolazione, riduce le vibrazioni e le forza che agiscono su di esso con esercizi propriocettivi.

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Risposta a cura di
Dr. Daniele Barillà Fisioterapista
Dr. Daniele Barillà
fisioterapista
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