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Il miele scade oppure no? Ecco cosa sapere

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 14 Settembre, 2023

Scopriamo se il miele scade

È vero che il miele scade? E se sì, dopo quanto tempo occorre buttarlo via? Cosa succede se si mangia del miele scaduto? Vediamolo insieme.

Esiste una data di scadenza del miele?

Il miele è un alimento ricchissimo di sostanze benefiche ed è conosciuto e utilizzato dall'uomo fin dall'antichità. Una delle sue particolarità, e anche una delle ragioni che ne hanno determinato il successo attraverso i secoli, è il fatto che il miele non scade, o meglio, che si conserva molto a lungo.

Se questo nettare dal colore dorato viene correttamente conservato, mantenendolo cioè al riparo dalla luce solare e da fonti di calore eccessivo, esso mantiene inalterate le sue proprietà organolettiche a lungo. Il miele puro al 100%, infatti, ovvero quello a cui non è stato aggiunto nessun altro elemento, ha una data di scadenza molto prolungata.

Ma perché questo alimento si conserva così a lungo, pur essendo di origine naturale? La durata del miele dipende dalla sua composizione: esso infatti contiene una buona quantità di zuccheri e poca acqua, nonché un ph acido e degli enzimi che lo rendono poco soggetto alla formazione di muffe e di batteri.

Sebbene sia un alimento particolarmente longevo, si consiglia comunque di consumarlo entro tre anni dalla sua produzione in quanto il miele vecchio è soggetto a un'alterazione delle sue proprietà organolettiche.

Perché il miele non scade

Il miele grezzo naturale, ovvero quello che non contiene l'aggiunta di altre sostanze, ha una data di scadenza molto prolungata nel tempo grazie alla sua particolare composizione chimica. Esso, infatti, contiene principalmente zucchero e una piccola percentuale di acqua, il che lo rende quasi inattaccabile dalla proliferazione di muffe e batteri.

Il miele, inoltre, è talmente denso che i microrganismi non riescono a svilupparsi a causa della mancanza di ossigeno e presenta un ph molto basso che lo rende un ambiente inospitale.

La maggior parte dei batteri, infatti, tende a proliferare all'interno di un ph neutro (compreso in genere tra 6,5 e 7), mentre il miele presenta un ph compreso tra il 3 e il 4,5.

Un ultimo elemento che rende la scadenza del miele biologico così lontana nel tempo è data dalla presenza di particolari enzimi al suo interno.

Un barattolo di miele

Queste sostanze derivano dal processo produttivo messo in atto dalle api, le quali aggiungono al nettare enzimi naturali, come il glucosio ossidasi, in grado di mantenere inalterata la composizione del miele a lungo.

Ciò vale in particolar modo per il miele definito "grezzo", ovvero quello a cui non sono stati aggiunti zuccheri artificiali e che non è stato sottoposto a un riscaldamento ad alte temperature, mentre i miele definiti "raffinati", si caratterizzano per una durata minore.

Cosa succede se si mangia del miele vecchio?

Se il miele è stato correttamente conservato, anche se lo si mangia dopo diversi anni non dovrebbe presentare rischi per la salute, tuttavia esso potrebbe aver mutato alcune caratteristiche fondamentali, come ad esempio il gusto o il profumo.

La normativa italiana prevede che i produttori di miele indichino sulla confezione la data di scadenza, la quale è compresa in genere fra i 18 e i 24 mesi, tuttavia essa non prevede che, una volta passato questo riferimento temporale, il miele non sia più commestibile.

Consumare miele vecchio (se correttamente conservato) non è pericoloso per la salute, tuttavia esso può presentare delle alterazioni organolettiche per quanto riguarda il colore, l'odore e il gusto; le sostanze volatili che caratterizzano questo alimento, infatti, tendono a degradarsi facendo sì che il miele diventi progressivamente più scuro e leggermente più acido.

Un'altra caratteristica del miele vecchio è la modificazione della sua composizione fisica, la quale tende a cristallizzare e a separarsi dalla parte acquosa.

Come si conserva il miele?

Sebbene la scadenza del miele artigianale sia molto prolungata nel tempo, è indispensabile conservarlo nel migliore dei modi, così da scongiurare le modificazioni organolettiche a cui andrà inevitabilmente incontro.

Innanzitutto è importante non farlo entrare in contatto con l'acqua in quanto è proprio quest'ultimo elemento che potrebbe dare luogo al processo di fermentazione; qualora il miele fosse entrato in contatto con altri liquidi, tenderebbe a diventare più acido e a formare delle piccole bolle, le quali vengono prodotte proprio dal naturale processo di fermentazione.

Quest'ultima dà luogo alla proliferazione di lieviti, i quali sono poi i responsabili della produzione di schiuma nel miele.

È importante ricordare che qualora si dovessero notare particelle di schiuma all'interno del barattolo, è consigliabile non mangiare il miele e buttare via la confezione in quanto significherebbe un aumento della percentuale di acqua all'interno.

Poi, è importante conservare il miele al riparo dalla luce solare, preferibilmente dentro barattoli di vetro ben chiusi riposti all'interno di una dispensa.

Meglio non tenere questo alimento in frigorifero (il freddo, infatti, altera la composizione fisica del miele e ne aumenta la cristallizzazione), né utilizzare contenitori di metallo (i quali potrebbero andare incontro a ossidazione) o di plastica.

Occorre inoltre fare attenzione che il miele non entri in contatto con fonti di calore, i quali ne possono alterare le proprietà organolettiche.

Ecco dei consigli pratici per conservare correttamente il miele:

  • al momento dell'acquisto verificare che il barattolo sia correttamente sigillato;
  • acquistare preferibilmente miele all'interno di contenitori in vetro;
  • tenere il miele al riparo dai raggi solari e da fonti di calore;
  • non conservare il miele in frigorifero;
  • tenere il miele ad una temperatura compresa tra 10° e 20°;
  • richiudere accuratamente il barattolo una volta utilizzato, in modo da bloccare l'avvio del processo di fermentazione.

Il parere dell’esperto

Abbiamo chiesto il punto di vista del nutrizionista Cristian Mastropietro per fare luce sull’argomento:

Per legge è obbligatorio riportare sull’etichetta una data entro cui è consigliato consumare il prodotto, ed è all’incirca di 3 anni dal momento dell’invasettamento del miele.

Il miele va conservato nel vaso di vetro L’importanza di richiudere il barattolo subito dopo l’uso deriva dal fatto che il miele, essendo un prodotto igroscopico, è in grado di assorbire facilmente l’umidità e gli odori.

Una delle sistemazioni più comuni è quella di riporre il barattolo in dispensa, un ambiente fresco e asciutto, al riparo da luce o fonti di calore; si sconsiglia invece di tenerlo nel frigorifero.

Fattori quali temperature inferiori ai o superiori ai 25°C, umidità o luminosità eccessiva, potrebbero alterare le proprietà del miele stesso nel corso del tempo. Per questa ragione, la temperatura ideale risulta essere tra i 10° e i  20°

Come riconoscere un miele mal conservato?

Solitamente il miele mal conservato si riconosce perché, iniziando a fermentare, assume un sapore e un retrogusto acido.

Non solo, un miele fermentato presenterà una diminuzione di zuccheri semplici, un aumento di disaccaridi e un colore più scuro.

Perché questo avviene? Oltre all’esposizione dei fattori sopracitati, la fermentazione solitamente si verifica se il contenuto d’acqua presente permette ai lieviti di svilupparsi.

Il miele cristallizzato è buono?

La cristallizzazione è un processo naturale che avviene nella maggior parte dei mieli dopo l’estrazione dal favo. La maggior parte dei mieli cristallizzano tranne quelli di Acacia, Castagno e le Melate perché hanno una quantità di Fruttosio maggiore rispetto agli altri mieli.

Mentre se troviamo un miele in vaso, diverso da questi tre, allo stato liquido vuol dire che quest’ultimo ha subito un trattamento termico (es. pastorizzazione) che però va ad alterare le proprietà organolettiche del prodotto.

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Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Dr. Cristian Mastropietro
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