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L'acqua scade? Ecco cosa sapere

Valentina Montagna | Editor

Ultimo aggiornamento – 07 Marzo, 2024

Un frigorifero pieno di bottiglie d'acqua

L'acqua scade? Questa è una domanda molto diffusa e più che legittima, considerando che anche sulle bottiglie d'acqua viene riportata la data di scadenza contraddistinta dalla dicitura "da consumarsi preferibilmente entro".

Ebbene, vediamo subito se è vero che l'acqua in bottiglia scade.

Cosa significa la data sulle bottiglie d'acqua?

Perché sulle bottiglie d'acqua leggiamo una data di scadenza? Allora significa che anche l'acqua ha una scadenza? La risposta è no.

L'acqua non ha una vera e propria data di scadenza, non scade neanche trascorso diverso tempo dall'imbottigliamento, se conservata in modo corretto e se non contaminata.

Questa affermazione può sembrare in contrasto con la data di scadenza stampata sulle bottiglie di acqua. 

La spiegazione è semplice: l'acqua è considerata un alimento, per legge, pertanto deve essere soggetta a un termine massimo di conservazione. Questa normativa è in vigore in tutti i paesi della Comunità Europea.


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Inoltre, questa data non è una vera e propria data di scadenza. La dicitura "da consumarsi preferibilmente entro" si riferisce al Termine Minimo di Conservazione (TMC), che indica il periodo entro il quale si possono apprezzare le caratteristiche chimico-fisiche e organolettiche dell'acqua imbottigliata.

Ciò detto, la struttura chimica dell'acqua rimane stabile e non sussistono rischi igienico-sanitari nel consumo oltre la data di scadenza (sempre se correttamente conservata).

Scadenza delle bottiglie di plastica

L'acqua non deperisce. Non è la potabilità dell'acqua a essere messa in discussione. Dunque, non è la qualità dell'acqua a destare preoccupazione, bensì la plastica in cui essa è contenuta.

Ciò che può deteriorarsi col tempo, infatti, è la bottiglia stessa, solitamente realizzata in polietilene tereftalato (PET), per le bottiglie destinate alla vendita al dettaglio, e in polietilene ad alta densità (HDPE) per i contenitori per i distributori d'acqua.

Questi materiali plastici, se sottoposti a fonti di calore o utilizzati oltre la durata prevista, possono rilasciare sostanze chimiche tossiche indesiderate nell'acqua, alterandone anche il sapore e le proprietà organolettiche.

Dunque, per questa ragione si consiglia di consumare l'acqua imbottigliata entro il TMC indicato, per limitare l'interazione tra acqua e confezione in plastica entro un arco temporale opportuno.

Dunque, per riassumere sono due i concetti importanti:

  1. "Da consumarsi preferibilmente entro" sull'etichetta delle bottiglie di acqua indica il TMC, ossia il Termine Minimo di Conservazione che riporta mese e anno entro i quali è preferibile consumare l'acqua con le sue proprietà intatte, da quelle organolettiche a quelle chimico-fisiche.
  2. Le problematiche derivano dal rilascio nell'acqua di componenti della plastica, alcuni potenzialmente tossici, specialmente se le bottiglie si deteriorano perché esposte a calore o riutilizzate. Per questo motivo è bene rispettare il TMC e le corrette modalità di conservazione riportate in etichetta.
  3. Quello che può degradarsi sono eventuali minerali disciolti, il sapore e l'odore, ma non la struttura molecolare dell'acqua.

Il Termine Minimo di Conservazione indicato sulle bottiglie d'acqua è generalmente compreso tra 12 e 24 mesi dalla data di imbottigliamento.

Tale periodo si riferisce soprattutto alle confezioni in plastica, per le quali viene stimato un TMC non superiore ai 1-2 anni.

Superato questo termine, l'acqua può presentare variazioni di sapore, odore e aspetto come depositi di minerali o perdita di frizzantezza nelle acque gassate.

Tuttavia, ciò non implica che l'acqua diventi dannosa o non più potabile se consumata oltre la data di scadenza.

La struttura molecolare dell'acqua rimane infatti inalterata anche dopo molto tempo e, se correttamente conservata senza contaminazioni, non ci sono rischi igienico-sanitari nel suo consumo.

Quindi la data di scadenza va intesa solo come indicazione di qualità, non di sicurezza alimentare. 

I rischi della plastica

Sebbene l'acqua non abbia scadenza, alcune preoccupazioni sono associate alle sue bottiglie di plastica.

Queste infatti possono causare problemi di salute e alterazione di sapore quando si degradano nel tempo e le microplastiche entrano nel liquido.

Donna beve da una bottiglia d'acqua di plastica

Le bottiglie di acqua che troviamo nei supermercati sono per lo più realizzate in plastica PET (polietilene tereftalato), un materiale sintetico derivato dal petrolio, materiali vegetali e gas naturali.

Diversi test di laboratorio hanno dimostrato che le bottiglie in PET possono rilasciare nel tempo tracce di sostanze chimiche. Queste sostanze, se assunte per un lungo periodo, potrebbero essere nocive per la salute dell'intestino e per l'immunità del corpo in generale.

Una delle principali preoccupazioni riguarda la presenza di microplastiche nell'acqua in bottiglia. Queste particelle di plastica, invisibili all'occhio umano, possono essere ingerite e accumularsi nell'organismo, con possibili effetti negativi sulla salute.

Cause del deterioramento delle bottiglie e dell'alterazione dell'acqua

La plastica ha un'ottima resistenza, ma può rilasciare sostanze responsabili di alterare la natura dell'acqua. Questo processo, che si dipana nel tempo, può essere accelerato da diversi fattori, come ad esempio il calore.

Con il tempo e il calore, la bottiglia di plastica può rilasciare microplasticheacetaldeideantimonio.

6 milligrammi di acetaldeide per Kg di cibo è il limite massimo consentito dalle disposizioni dell'Unione Europea. Le bottigliette in plastica rispettano questo limite. 

Per quanto riguarda l'antimonio, invece, viene liberato subito, se il contenitore si trova a contatto con liquidi bollenti o con sorgenti di calore intense.

Questo porta all'inevitabile alterazione dell'acqua. Ragion per cui è preferibile non riutilizzare le stesse bottigliette più e più volte.

I consigli per conservare l'acqua in bottiglia

Un'altra questione che solleva domande riguarda la conservazione: "come conservare correttamente l'acqua in bottiglia?".

Le prime regole premesse consigliano di consumare l'acqua entro un certo limite di tempo e richiuderla correttamente con il tappo, una volta aperta. La seconda consiglia, come buona pratica, di non riciclare le bottiglie di plastica.

Queste, infatti, sono progettate per un singolo uso e possono rilasciare sostanze nocive se esposte a calore o se riutilizzate più volte.

Ecco altre 3 semplici accortezze per migliorare il consumo sicuro dell'acqua nella bottiglia di plastica:

  1. Conservare le bottiglie in un luogo fresco, asciutto e privo di odori, lontano da fonti dirette di calore perché il calore può accelerare il rilascio di microplastiche.
  2. Evitare la luce solare diretta: la luce del sole può favorire una più rapida decomposizione delle bottiglie.
  3. Conservare le bottiglie lontano da sostanze chimiche: le bottiglie d'acqua in plastica hanno una certa permeabilità, quindi è bene conservarle lontano da sostanze chimiche o detergenti per la casa che potrebbero alterarne il sapore.

L'acqua del rubinetto, un'alternativa all'acqua in bottiglia

Un'alternativa all'acqua in bottiglia è l'acqua del rubinetto, peraltro soggetta a regolari e rigorosi ispezioni e controlli di qualità rispetto all'acqua imbottigliata, sottoposta a minori verifiche. L'acqua del rubinetto non contiene additivi che ne possano accelerare il deterioramento.

Inoltre, per quanto riguarda la delicata questione ambientale, scegliendo l'acqua del rubinetto si contribuisce a ridurre la produzione e lo smaltimento della plastica.

Che sia acqua del rubinetto o acqua in bottiglia (il vetro rappresenta sempre la scelta migliore anche per l’ambiente) l’importante rimane sempre e comunque berla.

I LARN ci dicono di bere almeno 2,5L per gli uomini oppure 2L al giorno nel caso di sesso femminile. Indicazione piú precisa è quella di bere 1mL di acqua per ogni Kcal assunta (1,5Kcal/mL nel caso di anziani).

Per sapere se stiamo bevendo abbastanza dobbiamo controllare il colore delle urine. Devono essere tra il trasparente ed il giallo

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Valentina Montagna | Editor
Scritto da Valentina Montagna | Editor

La mia formazione comprende una laurea in Lingue e Letterature Straniere, arricchita da una specializzazione in Web Project Management. La mia esperienza nel campo si estende per oltre 15 anni, nei quali ho collaborato con nutrizionisti, endocrinologi, medici estetici e dermatologi, psicologi e psicoterapeuti e per un blog di un'azienda che produce format televisivi in ambito alimentazione, cucina, lifestyle.

a cura di Dr. Luca Berton
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