Quanto dura la depressione stagionale autunnale? Ecco cosa sapere

Arianna Bordi | Autrice e divulgatrice esperta in salute femminile, psicologia e salute del cervello
A cura di Arianna Bordi
Autrice e divulgatrice esperta in salute femminile, psicologia e salute del cervello

Data articolo – 30 Ottobre, 2025

Una giovane donna stanca e frustrata davanti al computer portatile durante il periodo autunno-inverno

Il Disturbo Affettivo Stagionale (DAS) o Seasonal affective disorder (SAD), spesso associato all'autunno e all'inverno, è una forma di depressione che si manifesta con l'accorciarsi delle giornate e la diminuzione della luce solare.

La sua durata varia significativamente da persona a persona, ma gli episodi tendono a essere ciclici e ricorrenti ogni anno.

Scopriamo i sintomi del DAS

I sintomi del DAS invernale includono tipicamente:

  • umore depresso e tristezza persistente;
  • ipersonnia (aumento del sonno);
  • aumento dell'appetito e forte desiderio di carboidrati;
  • aumento di peso;
  • mancanza di energia (astenia) e affaticamento;
  • difficoltà di concentrazione e ritiro sociale.

La durata del disturbo

SI tratta di un tipo di disturbo, noto anche come "depressione autunnale-invernale", ha una durata limitata alla sola stagione (o alle stagioni), con fluttuazioni ben definite che migliorano con l'arrivo della bella stagione.

“L’esordio tipico è tra la fine dell'autunno e l'inizio dell'inverno, mentre la remissione avviene in primavera o all’inizio dell'estate. La durata media di un episodio, pertanto, può durare da 3 a 5 mesi, oscillando da settembre/ottobre fino a marzo/aprile, con sintomi che si attenuano progressivamente con l’aumento della durata e dell’intensità luminosa”, ci indica Alberto Galia, psicologo e sessuologo.

Eventi stressanti o circostanze difficili, poi, come l'instabilità lavorativa o un lutto, possono talvolta anticipare l'insorgenza degli episodi depressivi.

Il culmine della gravità viene raggiunto nei mesi centrali e più freddi, un peggioramento che è spiegato da alcuni esperti come il risultato degli effetti cumulativi del SAD: più a lungo la persona sperimenta il disturbo, più i sintomi tendono ad aggravarsi.

La risoluzione del ciclo, fortunatamente, è legata al calendario naturale: il sollievo e il miglioramento del benessere sono avvertiti con chiarezza con l'arrivo della primavera e l'inizio dell'estate.

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Se questi sintomi, però, si manifestano regolarmente ogni anno con l'arrivo dell'autunno e hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana, è fondamentale consultare un professionista della salute mentale per una diagnosi accurata e un piano di trattamento.

Da notare, però, che esiste anche una forma molto meno comune di DAS, nota come DAS estivo: i suoi sintomi (spesso più orientati all'insonnia e all'ansia, anziché all'ipersonnia e all'aumento di peso tipici del DAS invernale) tendono a manifestarsi in primavera e a terminare verso l'inizio dell'autunno.

È possibile arginare l'ondata della depressione stagionale?

Data la natura straordinariamente prevedibile del SAD, la chiave di volta sembra risiedere nell'anticipo strategico. Chi ha già sperimentato questo disturbo ha una marcia in più: può trasformare la prevedibilità in un vantaggio, agendo preventivamente.


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La strategia proattiva consigliata dal National Institutes of Health:

  • per la variante autnnale/invernale: avviare le terapie discusse con il proprio medico, come la fototerapia o i farmaci, non appena l'estate volge al termine, ben prima che le giornate si accorcino drasticamente e i sintomi depressivi autunnali si manifestino;
  • per la variante estiva: iniziare il piano preventivo primavera, prima che l'intensità del sole e del caldo scatenino l'episodio.

Fonti:

National Institutes of Health - Seasonal Affective Disorder

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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