Conservazione del latte materno: le regole da seguire

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 23 Febbraio, 2023

Scopriamo come avviene la conservazione del latte materno

È possibile conservare il latte materno e se sì, come farlo al meglio? Che lo si voglia tenere in frigorifero o in congelatore, ecco tutte le regole da seguire per una conservazione del latte materno sicura e ottimale.

È possibile conservare il latte materno?

Molti neo genitori alle prese con l'allattamento al seno si chiedono se vi siano dei metodi per mantenere il proprio latte più a lungo.

Le ragioni possono essere molte e sicuramente imparare a conservare il latte materno tirato è utile e pratico. Ad esempio, ci si potrebbe trovare costretti ad interrompere l'allattamento a causa di una patologia o per via di un ricovero, oppure potrebbe trovarsi nella situazione di doversi assentare per motivi personali o lavorativi. O quando la mamma ha bisogno di svuotare la mammella perché troppo tesa.

Come congelare il latte materno

In questi casi, se non si desidera passare all'alimentazione con formula artificiale, un'ottima alternativa può essere quella di estrarre il latte con un'apposita apparecchiatura (chiamata tiralatte), conservarlo e poi somministrarlo al bambino al momento opportuno.

Esistono, però, delle rigorose regole igieniche da seguire in quanto una manipolazione non corretta di questo alimento potrebbe avere serie conseguenze sulla salute del neonato. Ecco come procedere all'estrazione del latte:

  • lavarsi bene le mani; 
  • lavare accuratamente il macchinario tiralatte che si andrà ad utilizzare, le cui componenti vanno sterilizzate tutte le volte che viene utilizzato; 
  • per la raccolta del latte utilizzare gli appositi contenitori disponibili in commercio, ovviamente lavati e sterilizzati;
  • estrarre il latte e raccoglierlo nel contenitore;
  • annotare sul contenitore la data dell'estrazione e se necessario anche l’orario. 

Ciò permetterà di avere un riferimento temporale certo e di non fare confusione. Il contenitore andrà poi riempito fino a tre quarti e sarà possibile anche raccogliere tutto il latte prodotto dalla mamma in una giornata all'interno di un unico recipiente dopo averlo preventivamente raffreddato in frigo. 

Una volta estratto, però, come conservare il latte materno? Esistono essenzialmente quattro modi per farlo:

  • fuori dal frigo il latte si mantiene a temperatura ambiente (non superiore a 25°) per un massimo di 4 ore-6 ore; 
  • in frigorifero nella parte più profonda del frigo. Il latte materno in frigorifero dura al massimo 4-8 giorni e dopo tale data va buttato via o trasferito in congelatore;
  • in congelatore (a -18°) per 3-6 mesi;
  • congelatore separato ( -20°) 6- 12 mesi.

La durata del latte materno varia sensibilmente a seconda del metodo utilizzato e, sebbene la sua conservazione sia ritenuta sostanzialmente sicura, in caso di bambini nati prematuri o afflitti da particolari patologie, è importante contattare l'ospedale presso il quale si è partorito per chiedere consiglio.

Come si conserva il latte materno a temperatura ambiente

Il latte tirato può essere mantenuto fuori dal frigorifero per un tempo variabile a seconda della temperatura dell'ambiente. Per quanto riguarda il colostro, ovvero il primissimo latte prodotto dalla mamma dopo il parto, esso dura al massimo 12 ore a temperatura compresa tra 27 32°.

I recipienti adatti alla raccolta del latte materno possono essere di diversi tipi: dai contenitori di piccole dimensioni adatti ad essere tenuti in frigorifero o in freezer, fino ai sacchetti monouso. Questi ultimi sono sterili e non vanno mai riutilizzati, mentre i contenitori (disponibili in diversi formati) possono essere lavati e sterilizzati.

Come si conserva il latte materno in frigo

La conservazione del latte materno in frigorifero deve seguire regole precise o il rischio è che si formino pericolose concentrazioni di batteri rischiose per la salute del bambino. In frigo, ad una temperatura compresa tra 0 e 4°, il latte dura per 5-8 giorni al massimo. Una volta estratto dal frigo, il latte va riscaldato e portato ad una temperatura ottimale. Ecco come procedere:

  • togliere il latte dal frigo e lasciarlo per un po’ a temperatura ambiente;
  • porre il contenitore a contatto con acqua tiepida per alcuni minuti, utilizzando uno scalda biberon o il metodo a bagnomaria;
  • ruotare il contenitore in modo che la parte grassa del liquido si mischi con il resto del latte;
  • verificare che la temperatura del latte sia idonea al consumo versando una goccia sulla zona interna del polso.

Per rendere ottimale la conservazione del latte materno in frigo è importante tenere presente alcune indicazioni. Innanzitutto, se questo, una volta riscaldato, non viene bevuto tutto, non può essere offerto nuovamente; poi, non va unito il latte fresco con quello appena tirato fuori dal frigorifero e, infine, i contenitori vanno posizionati nella parte più profonda del frigo, dove la temperatura si mantiene più costante.

Come congelare il latte materno

Conservare il latte materno tirato è un'operazione che si può fare tranquillamente anche sfruttando il freezer. Posto al suo interno la durata arriva fino a 3-4 mesi (nel congelatore con porta autonoma) o anche sei mesi nel caso si disponga di un freezer con porta separata e fino a 12 mesi in un congelatore separato (pozzetti). Qualora si volesse somministrare il latte a un neonato nato prematuro o affetto da una malattia, allora è necessario dimezzare queste indicazioni temporali.

È consigliabile utilizzare contenitori con una capacità massima di 100-150 ml di latte e riempirli solo fino a tre quarti in modo da scongiurare l'aumento di volume del liquido dovuto al congelamento. Una volta fatto scongelare, poi, il latte va leggermente agitato in modo da renderlo uniforme e non va mai bollito direttamente sulla fiamma ma solo riscaldato a bagnomaria.

È possibile che, una volta scongelato, il latte presenti un odore leggermente acido, anche se in realtà è stato conservato nel modo più opportuno. La causa di questo fenomeno è la lipasi, ovvero un enzima contenuto proprio all'interno del latte che ha la funzione di aiutare il neonato a digerire meglio i grassi e che, in ogni caso, non pregiudica le qualità organolettiche del liquido. Alcuni bambini non amano il sapore acidulo del latte e per questo motivo, prima di stoccarne una grande quantità, è preferibile fare una prova con un piccolo contenitore di latte materno congelato e appurare che il bimbo lo gradisca.

Come scongelare il latte materno

Il latte materno scongelato può essere somministrato senza particolari rischi, a patto di seguire alcune regole fondamentali. Si può, ad esempio, porlo in frigorifero per almeno 12 ore e poi procedere a riscaldarlo È preferibile, invece, non farlo scongelare a temperatura ambiente o usare il forno a microonde in quanto le proprietà nutrizionali e protettive del latte potrebbero modificarsi.

Verificare la temperatura del latte materno è molto importante in quanto, se riscaldato in modo scorretto, esso può provocare pericolose ustioni al bambino. Il latte materno scongelato si conserva al massimo due ore a temperatura ambiente e al massimo 24 in frigo.

Una delle regole fondamentali da seguire per garantire una conservazione del latte materno ottimale è che esso, una volta tirato fuori dal freezer, non va assolutamente mai ricongelato.

Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Letizia Samantha Zeverino
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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