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Maternità anticipata Inps: a chi spetta e cosa sapere?

Paola D'Ambrosio | Web Content Editor

Ultimo aggiornamento – 11 Novembre, 2022

Maternità anticipata: a chi spetta e cosa sapereare

Come predisposto dalle leggi italiane, alle donne in gravidanza viene già riconosciuta la cosiddetta maternità obbligatoria (congedo di maternità), cioè un periodo di astensione dalle attività lavorative per una durata complessiva di circa 5 mesi.

Tuttavia, se in presenza di alcune circostanze, è possibile richiedere l’astensione dal lavoro in anticipo rispetto alla maternità obbligatoria, attraverso la maternità anticipata.

Di cosa si tratta e da quando parte? Come richiedere la maternità anticipata? Oggi approfondiamo questo argomento. 

Richiesta per maternità anticipata: chi può farla?

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Hanno diritto alla maternità anticipata le lavoratrici che durante la gestazione siano sottoposte a:

  • gravi complicanze della gravidanza o a condizioni preesistenti che possono essere aggravate dalla gravidanza (le cosiddetta gravidanza a rischio); 
  • condizioni di lavoro (anche ambientali) che possono mettere a rischio la salute della donna o del bambino;
  • attività e mansioni lavorative che si configurano come pesanti, gravosi e pregiudizievoli per la salute della donna e del bambino, con un’impossibilità di spostamento di altre mansioni.

Inoltre, l’interdizione anticipata e quindi la sospensione immediata dal lavoro, può essere richiesta sia dalle lavoratrici del settore pubblico sia del settore privato (anche se per le lavoratrici iscritte alla gestione Separata, la maternità anticipata è prevista solo nei casi di gravidanza a rischio), dopo tutti gli opportuni accertamenti.

Procedura per maternità anticipata

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La disposizione per la maternità anticipata può avvenire da parte dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL) e dagli Uffici Territoriali dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

Generalmente, oltre al documento di identità, per la domanda sono necessari:

  • documento per l’accesso anticipato alla sospensione del lavoro;
  • certificato medico dell’ASL che accerti la gravidanza;
  • certificato medico che attesti la situazione di gravidanza a rischio.

Per il certificato di gravidanza a rischio (legato, dunque, a gravi complicanze della gravidanza o preesistenti forme morbose che possono essere legate alla gestazione) è necessario rivolgersi allo specialista in ginecologia che potrà essere del Servizio Sanitario Nazionale o anche libero professionista anche se, in questo ultimo caso, ci dovranno essere comunque l’accertamento della condizione e il certificato da parte di un medico di una struttura pubblica, sempre necessari per il riconoscimento della maternità anticipata.

Dopo l’opportuna presentazione della domanda di astensione per gravidanza a rischio presso l’Azienda Sanitaria di competenza, entro sette giorni, l’ufficio dell’ispettorato del lavoro rilascerà il provvedimento per l’interdizione anticipata, che sarà disponibile in duplice copia, una delle quali potrà essere presentata dalla gestante al datore di lavoro.

Nel caso in cui la sospensione anticipata dal lavoro dipenda da fattori legati all'ambiente lavorativo (lavoro a rischio), la richiesta potrà essere effettuata sia dalla lavoratrice che dal datore di lavoro, cui poi seguirà il provvedimento da parte dell’ispettorato del lavoro entro sette giorni.

In ogni caso, la domanda può essere presentata sia in forma cartacea che telematica, ma è sempre necessario rivolgersi all’INPS o al patronato locale così come all’ASL di competenza, in quanto le documentazioni possono variare a livello regionale e comunale.

Come funziona la maternità anticipata e da quando parte?

Come abbiamo visto, la sospensione per maternità anticipata può avvenire prima dei termini previsti per la maternità obbligatoria, qualora sopraggiungano le condizioni soprammenzionate.

La maternità anticipata inizia a partire dalla data di astensione dal lavoro presente sul certificato medico e dal Libro unico del lavoro, qualora l’interdizione anticipata sia stata stabilita dall’ASL.

Quando, invece, sia l'ufficio territoriale dell'Istituto Nazionale del Lavoro a stabilire l’astensione anticipata dal lavoro, questa partirà dalla data del provvedimento che stabilisce l’astensione dal lavoro.

Maternità anticipata: da chi viene pagata?

La maternità anticipata prevede che il trattamento economico per la lavoratrice sia pari all’80% della “retribuzione media globale giornaliera” , stabilita in base allo stipendio percepito nell’ultimo mese prima della richiesta dell’interruzione dal lavoro, con la possibilità che venga corrisposto anche il 20% della restante retribuzione da parte del datore del lavoro, qualora il contratto lo preveda.

L’indennità può essere versata direttamente dall’INPS (come nel caso di libere professioniste iscritte alla Gestione separata dell’Inps) oppure dal datore di lavoro, che verrà poi ricompensato dallo stesso Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (sottoforma di credito di imposta).

Infine, verso il settimo mese di gravidanza andrà comunque presentata la domanda all’INPS per il congedo per maternità obbligatoria.

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Paola D'Ambrosio | Web Content Editor
Scritto da Paola D'Ambrosio | Web Content Editor

Sono laureata in International Relations e ho seguito un master in Digital PR, Social Media e SEO. A pazienti.it mi occupo della realizzazione di newsletter e della creazione di contenuti SEO principalmente su temi relativi alla cura della persona, alla genitorialità, al benessere umano e animale.

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