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Qualcuno sta bevendo acqua radioattiva

Elena Marchesi | Biologa e ricercatrice

Ultimo aggiornamento – 07 Febbraio, 2018

acqua radioattiva: per quale motivo? La ricerca statunitense

Una nuova e allarmante indagine condotta dall’Associazione di consumatori Environmental Working Group (EWG) ha evidenziato che oltre la metà dell’acqua potabile negli Stati Uniti contiene elementi radioattivi, i quali sembrerebbero collegati a un aumento del rischio di cancro.

Ma quali sistemi idrici sono coinvolti? Di quali elementi radioattivi si tratta? E come contrastare l’emergenza dell’acqua radioattiva? Eccolo spiegato.

La ricerca: negli USA c’è acqua radioattiva

Lo studio è stato condotto tra il 2010 e il 2015. Ha analizzato quasi 50000 sistemi idrici pubblici locati in tutti i 50 stati della confederazione. Tra questi, 27 riportavano livelli di elementi radioattivi superiori ai limiti legali imposti dalla United States Environmental Protection Agency (EPA). Secondo una stima, un totale di 170 milioni di statunitensi avrebbe quindi consumato questa acqua radioattiva.

L’elemento radioattivo rilevato più comunemente è il radio, che penetra naturalmente nelle falde acquifere attraverso i depositi della crosta terreste. I suoi livelli si innalzano se i depositi provenienti dalla roccia e dal suolo vengono disturbati come, ad esempio, in caso di attività di trivellazioni. Quando ciò avviene, il radio rilascia ioni (processo di ionizzazione). Si tratta di una reazione particolarmente pericolosa: tutte le radiazioni ionizzanti, infatti, sono classificate come cancerogene dall’EPA e richiedono pertanto adeguati livelli di sicurezza.

Facendo un breve calcolo, dei livelli di radio superiori ai limiti legali sono stati rilevati in 158 sistemi idrici pubblici, utilizzati da un totale di 267000 statunitensi. In particolare, il radio è stato rilevato nella maggior parte degli approvvigionamenti idrici dello stato del Texas. Nella città di Lone Star, ad esempio, l’80% dei residenti utilizza acqua con elevati livelli di radio.

I danni causati dalle radiazioni

Sfortunatamente, le linee guida dell’EPA non sono così rigorose come, forse, dovrebbero essere. In risposta ai danni causati dalle radiazioni, nel 2006 gli scienziati della California hanno infatti stabilito nuovi limiti sui livelli di radiazioni tollerati. Si tratta di linee guida notevolmente più severe rispetto agli standard dell’EPA.

Qualora venissero adottati gli standard dei ricercatori californiani, non più di 1 caso di cancro ogni milione di persone potrebbe essere ricondotto al rifornimento idrico. Con gli standard dell’EPA attualmente in vigore, invece, si tratta di 70 casi ogni milione di persone. E, secondo le linee guida californiane, in accordo con i risultati dello studio, più di 122 milioni di persone stanno bevendo acqua contenente livelli di radio superiori a quelli considerati sicuri.

Come comportarsi

L’EWG ha dunque riferito che i livelli di radiazioni negli approvvigionamenti idrici degli Stati Uniti potrebbero essere dannosi per chi li beve, portando allo sviluppo di tumori.

Olga Naidenko, consulente scientifico della EWG, ha infatti dichiarato in comunicato che «La maggior parte degli elementi radioattivi presenti nell’acqua del rubinetto proviene da fonti naturali, ma ciò non toglie la necessità di proteggere le persone attraverso standard più rigorosi e un miglioramento del trattamento delle acque». Inoltre – «Milioni di statunitensi stanno bevendo acqua con livelli di elementi radioattivi potenzialmente nocivi, ma gli standard nazionali obsoleti impediscono a molti di aprire gli occhi sul potenziale rischio del bere acqua dal rubinetto».

In attesa di un aggiornamento negli standard, l’EWG ha reso disponibile in rete una mappa interattiva con i dati rilevati. Gli abitanti degli USA potranno così tenere sotto controllo la bontà dell’acqua.

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Elena Marchesi | Biologa e ricercatrice
Scritto da Elena Marchesi | Biologa e ricercatrice

Diplomata al Liceo Scientifico PNI in Matematica, ho iniziato i miei studi presso la facoltà di Biotecnologie dell’Università degli Studi di Milano, successivamente ho prediletto la facoltà di Science Communication & Bionics presso una Università Internazionale con sede in Germania. Attualmente sto assistendo in un progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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