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Addio a Ferdando Aiuti, pioniere della lotta all’Aids

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Ferdinando Aiuti e la lotta all'AIDS

Tutti lo ricordiamo per un famoso bacio sulla bocca, stampato sulle labbra di una donna sieropositiva, Rosaria Iardino. Un gesto simbolico per abbattere i pregiudizi sul contagio dell’Hiv. Il protagonista è Fernando Aiuti, morto oggi a 84 anni al Policlinico Gemelli di Roma, pioniere della lotta all’Aids.

Secondo una nota ufficiale diffusa dall’ospedale, la morte è derivata da “complicanze immediate di un trauma da caduta dalla rampa delle scale adiacente il reparto di degenza“. Era da tempo ricoverato nel reparto di Medicina Generale “per il trattamento di una grave cardiopatia ischemica che lo aveva già costretto ad altri ricoveri e a trattamenti anche invasivi”.

Una vita dedicata alla scienza

Nato a Urbino nel 1935, si era laureato in medicina nel 1961 all’Università La Sapienza di Roma. Divenne poi professore ordinario di Medicina Interna, direttore e docente della Scuola di Specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica, nonchè coordinatore del Dottorato di Ricerche in Scienze delle Terapie Immunologiche.

Era un esperto nella cura di malattie autoimmuni, connettiviti, vasculiti, asma, immunodeficienze, infezioni ricorrenti, allergie, vaccini e intolleranze alimentari. Allergologo, immunologo, reumatologo e infettivologo, con l’attivo oltre 600 pubblicazioni su riviste scientifiche. Professore emerito a vita e, dal 1992, Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica. Una vita dedicata alla ricerca, alla cura, ai suoi pazienti.

Quel bacio per rompere gli stereotipi sull’HIV

Ma la più grande eredità che ha lasciato alla comunità scientifica – e non solo – riguarda l’impegno nella ricerca e nella sensibilizzazione contro l’Aids.

Tra le altre cose, nel 1985 Aiuti fondò, divenendo presidente onorario, l’Associazione Nazionale per la lotta contro l’Aids (Anlaids), nata per fermare la diffusione del virus Hiv e lottare fermamente contro gli stereotipi, a sostegno delle persone sieropositive.

Celebre, ormai in tutto il mondo, la foto scattata alla Fiera di Cagliari, quando durante un congresso, Aiuti afferrò la Iardino baciandola sulla bocca, per convincere il pubblico che la trasmissione dell’Aids non potesse avvenire per via orale. Un gesto plateale, che entrò subito nelle pagine della storia.

Tempo dopo, scrisse Aiuti in un suo libro, “in quei giorni l’Organizzazione mondiale della sanità lanciò un allarme sulla pericolosità del cosiddetto bacio profondo: ma quei timori erano infondati e così, per dare un segnale forte, baciai quella ragazza davanti a tutti. Alcuni si scandalizzarono, ma quel gesto significò per me la rottura con l’ipocrisia della società“.

Ed è proprio Rosaria Iardino, la donna del bacio, tra le prime voci a commentare la scomparsa di Aiuti: “Ci sono uomini che per il valore che sanno apportare alla comunità scientifica e culturale dovrebbero godere dell’immortalità. Di lui porterò con me per sempre il suo coraggio. Il nostro bacio altro non era che un grido e un richiamo al coraggio di parlare di Aids, di andare avanti con lo studio e con la ricerca, di informare e di curarsi. Grazie Fernando, per alcuni di noi sarai eterno” – ha scritto la donna in un tweet.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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