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Nuove analisi del sangue per escludere i rischi di infarto

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 12 Ottobre, 2015

Secondo le linee guida internazionali, i soggetti che presentano dolore al petto devono essere ammessi in ospedale per essere sottoposti al test della troponina, che evidenzia lo stato di salute del muscolo cardiaco e l’eventuale insorgenza di un infarto. Le analisi prevedono la misurazione degli alti livelli di troponina, più volte nell’arco di diverse ore. Questa pratica obbliga tutti i pazienti a lunghe ore di attesa e implica elevati costi ospedalieri.

Cos’è la troponina?

La troponina è una proteina rilasciata dal cuore durante un attacco cardiaco.

Quale scoperta è stata fatta?

Grazie a una recente ricerca, pubblicata sul The Lancet, è stato ideato un nuovo test facile e veloce, altamente sensibile alla troponina cardiaca, che permette di misurare i livelli più bassi di questa proteina.

Perché è innovativo questo test?

L’autore della ricerca, insieme al suo team della University of Edinburgh, ha affermato che l’utilizzo di questo test, nella vita di tutti i giorni, eviterà ai pazienti di perdere molto tempo al pronto soccorso. Secondo i ricercatori, sarà possibile individuare i pazienti che presentano i livelli di troponina sotto la soglia dei 5ng/L, e quindi non a rischio infarto.

Come è stata condotta la ricerca?

La ricerca è stata condotta dalla British Heart Foundation, misurando i livelli di ben 6000 pazienti che accusavano i primi sintomi di attacco cardiaco. Lo studio ha evidenziato che i soggetti con meno di 5ng/L di troponina nel sangue non erano a rischio infarto, con un valore predittivo negativo del 99,6%, nonostante i sintomi e le condizioni. A distanza di un anno, gli stessi pazienti, che hanno preso parte alla ricerca, presentavano un rischio di insorgenza di infarto 3 volte inferiore, rispetto a quelli con i livelli di troponina più alto.

Quali vantaggi si possono trarre da questa scoperta?

Il capo autore della ricerca, il dottor Aroop Shah, della University of Edinburgh, ha affermato che fino ad oggi non esisteva un modo facile per determinare il rischio di infarto al pronto soccorso e ha aggiunto: “Abbiamo identificato un livello di troponina cardiaca sotto il quale i pazienti corrono un rischio di infarto decisamente minimo. Tali pazienti possono essere immediatamente rimandati a casa, diminuendo drasticamente i costi della sanità pubblica e i tempi di attesa in ospedale“.

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Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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