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Hai carenza di vitamina D? Ecco perché dovresti fare qualcosa prima dell'autunno

Prof. Maurizio Rossini

Ultimo aggiornamento – 03 Agosto, 2021

Sistema immunitario e Vitamina D

SIOMMMS

Intervista al Prof. Maurizio Rossini, Ordinario di reumatologia all’Università degli Studi di Verona, Presidente SIOMMMS.


Coronavirus, vitamina D e osteoporosi. Tanto se n’è parlato e se ne parla tutt’oggi. Esporsi al sole (sempre con le dovute protezioni!) in estate è certamente un’ottima idea, per rinforzare le ossa ed affrontare più serenamente l’inverno. 

Ne abbiamo parlato con il prof. Maurizio Rossini, reumatologo e presidente della SIOMMMS

Nuovo Coronavirus e osteoporosi: perché ci si sofferma sul “legame” tra le due patologie?

Chiaramente, il lockdown ha portato a una riduzione dell’attività fisica e a una minore esposizione al sole

In particolare, l’esposizione solare rappresenta l’80% della fonte di vitamina D. Quindi, c’è stato un potenziale rischio di carenza di questa vitamina per molti, con conseguenze a livello scheletrico, ovvero un possibile peggioramento dell’osteoporosi e la riduzione della mineralizzazione del tessuto osseo.

In più, c’è il fatto che tale carenza riduce – secondo molti studi - l’efficacia dei trattamenti per le cure dell’osteoporosi. 

A ciò si è aggiunta la difficoltà di eseguire i dovuti accertamenti diagnostici e di controllo ed, eventualmente, di avviare o modificare le terapie del caso.

La situazione che si è verificata comporta un maggior rischio di fratture da fragilità, cioè per traumi banali o addirittura spontanee. L’impatto di queste fratture può essere rilevante in questo scenario di pandemia. 

Alcuni esempi: una frattura vertebrale, a livello dorsale, porta a un'accentuazione irreversibile della cifosi dorsale che riduce la capacità ventilatoria polmonare. Questo, in caso di polmonite da Covid19, sarebbe un ulteriore problema. Ancora, le fratture femorali obbligano quasi sempre a una ospedalizzazione, con pericolo di esporsi a infezioni ospedaliere,  oltre che a complicazioni trombotiche; comportano inoltre spesso, specie negli anziani, perdita di autosufficienza e il rischio di finire in una RSA non per scelta. Dunque, si capisce perché per il prossimo autunno-inverno sia importante evitare fratture. 

In che modo rinforzare le ossa e prevenire le complicazioni?

Sicuramente, fare attività fisica, anche in casa, è estremamente utile, perché l’attività fisica stimola l’osso a rinnovarsi. Poi, occorre evitare la  carenza di vitamina D . Il contributo dell’alimentazione a questo scopo è minimo. E’ importante, invece, un’adeguata esposizione solare perché quest’ultima favorisce fisiologicamente la sintesi di vitamina D a livello cutaneo. Tuttavia, va ricordato che dai 60 anni in su c’è una progressiva diminuzione della capacità della cute di produrre questa vitamina. Quindi, negli anziani bisogna spesso ricorrere a supplementi di vitamina D, in particolare da ottobre a marzo. 

Anche nelle donne più giovani spesso si riscontrano bassi livelli di vitamina D: quali sono le cause?

Nelle giovani è un fenomeno che si verifica probabilmente perché è cambiato il loro stile di vita. 

Stanno troppo al chiuso e, prendono poco sole, anche meno dei 20 minuti giornalieri sufficienti nei giovani, nelle ore più soleggiate anche con le sole braccia scoperte, per la produzione del fabbisogno di vitamina D.

Alimentazione: cosa non dovrebbe mai mancare per la salute delle ossa?

I latticini. Se ci sono problemi di colesterolo si scelgono i latticini scremati o, in caso di intolleranza, si può ricorrere ad acque minerali ricche di calcio (quasi come il latte) o a supplementi di calcio. 

Quali sono gli effetti della vitamina D sul sistema immunitario?

Viene riconosciuto alla vitamina D di avere degli importanti effetti sul sistema immunitario

Ci sono studi che hanno evidenziato che l’assunzione di vitamina D, migliorando la risposta immunitaria, sarebbe in grado di ridurre in particolare le infezioni delle alte vie respiratorie. Ora, è vero che non c’è almeno per ora evidenza scientifica certa che assumere tale vitamina possa proteggere dal Covid19, tuttavia esistono numerosi dati preliminari che rendono questa ipotesi possibile. 

Ci sono dei dati preliminari che documentano anche che la vitamina D sarebbe in grado di ridurre l'infiammazione patologica. 

Ultimo consiglio?

Mai sospendere le terapie per l’osteoporosi. 

Non vi sono, infatti, dimostrazioni a tutt’oggi che questi farmaci possano aumentare il rischio di infezione da Covid19 o la gravità della malattia. 

Ci sono dei farmaci, come i difosfonati, che in caso di necessità possono essere sospesi per qualche mese, senza complicazioni, ma per altri, come il denosumab, l’interruzione del trattamento di oltre un mese può associarsi ad un aumento del rischio di fratture da fragilità.

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Prof. Maurizio Rossini
Scritto da Prof. Maurizio Rossini

Ordinario di reumatologia all’Università degli Studi di Verona, Presidente SIOMMMS.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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