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Come eseguire un massaggio circolatorio per riattivare la circolazione sanguigna

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Circolazione: massaggio

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La circolazione nel nostro organismo si divide in due grandi sistemi, quello sanguigno e quello linfatico; è bene fare un bel distinguo su questi sistemi che hanno come minimo comune denominatore la mobilizzazione dei liquidi nel corpo, ma che differiscono in modo marcato fra di loro per svariate caratteristiche.

Sistema cardiovascolare: come funziona

Iniziando dalla circolazione sanguigna, più didatticamente chiamata sistema cardiovascolare, possiamo subito osservarne la costituzione formata dal cuore e dai rispettivi vasi sanguigni, i quali nel loro insieme sono responsabili del continuo flusso del sangue in tutto il corpo, necessario a espletare la sua funzione principale di trasporto dell’ossigeno alle cellule che ci compongono.

Questo flusso continuo lo troviamo nei suddetti vasi sanguigni, rispettivamente arterie e vene, che come dei tubi contengono e trasportano il sangue, sospinto al loro interno dall’energia pulsante del cuore che, come una pompa centrale, si contrae e si spreme, riversando il suo contenuto nelle arterie principali, nella fase chiamata diastole e, terminata questa fase, si rilascia e si riempie nella fase di sistole, per essere di nuovo pronto a una successiva contrazione.

Nelle arterie e conseguentemente nel letto arterioso, il sangue ricco di ossigeno arriva alla periferia per nutrire i tessuti; nel loro decorso, questi vasi diventano sempre più piccoli fino a farsi piccolissimi e venire denominati capillari sanguigni, all’altezza dei quali si svolge lo scambio di ossigeno da parte del sangue alle cellule, che a loro volta cedono l’anidride carbonica al sangue stesso che via via riprende il suo viaggio di ritorno verso il cuore, in vasi che aumentano di dimensioni, prendendo il nome di vene.

Caratteristica delle vene, soprattutto quelle presenti negli arti inferiori di maggiore calibro, è quella di avere al loro interno delle valvole che impediscono il reflusso di sangue e contribuiscono a dare alla corrente sanguigna una direzione centripeta; queste valvole presentano due lembi di tessuto che funzionano come i battenti di una porta e, se il flusso di sangue retrocede, si “chiudono” addossandosi gli uni sugli altri; questa caratteristica risulta molto vantaggiosa soprattutto a livello degli arti inferiori dato che la gravità promuove un ristagno di liquidi verso il basso del nostro corpo.

Tutto questo moto circolare del sangue riguarda la grande circolazione o circolazione sistemica, ovvero quella circolazione che parte dal cuore e procede verso i tessuti per poi fare ritorno al cuore stesso, ma è bene precisare che nel nostro organismo ne è presente anche un’altra di circolazione sanguigna, identificata come piccola circolazione o circolazione polmonare, che partendo sempre dal cuore va ai polmoni e poi ritorna al cuore. Questa circolazione riguarda meno da vicino noi operatori durante il massaggio, poiché il nostro pensiero sarà rivolto, durante l’esecuzione delle tecniche, alla circolazione sistemica per la sua presenza nei tessuti.

Come funziona il sistema linfatico?

Passiamo ora al suo compagno di moto per quanto riguarda il trasporto dei liquidi e spieghiamo l’altra circolazione che interessa noi operatori da vicino: il sistema linfatico. Come la circolazione sanguigna, anche quella linfatica la troviamo all’interno dei vasi, ma con delle caratteristiche ben chiare e diverse sotto vari aspetti.

I vasi linfatici sono una rete di vasi supplementari situati tra la vena cava e i tessuti, più specificatamente, nel tessuto connettivo si formano a fondo cieco dei finissimi capillari linfatici che a loro volta confluiscono in vasi di trasporto più grandi, per sfociare alla fine del loro percorso nell’angolo venoso destro e sinistro, situati all’altezza del collo/clavicole; intercalati nel sistema vasale linfatico troviamo i linfonodi, stazioni in cui la linfa di transito viene depurata da corpi estranei e agenti patogeni, di solito ne troviamo degli aggregati nei punti che nel massaggio vengono chiamati “punti di scarico”, rispettivamente i più famosi sono nel cavo popliteo, nell’inguine e nel cavo ascellare.

Questa descrizione ci serve per comprendere come noi operatori nel massaggio andiamo ad agire su entrambe le circolazioni, anche se situate a profondità differenti, in quanto con la prima manovra di sfioramento interesseremo il sistema linfatico che è più superficiale, mentre con un impastamento saremo più profondi e la circolazione sanguigna sarà il nostro bersaglio principale.

Un massaggio per riattivare la circolazione sanguigna

Iniziamo il nostro massaggio e, ipotizzando di effettuarlo su una coscia, andiamo a eseguire la prima manovra di sfioramento, tecnica che eseguiamo con entrambe le mani simultaneamente con una direzione centripeta, ovvero partiamo da sopra il ginocchio e arriviamo fino ad altezza inguine; come menzionato prima, la direzione delle nostre tecniche sarà verso la zona di scarico più vicina e la posizione delle nostre mani sarà “direzionata” nella stessa modalità, quindi dita rivolte verso la testa del paziente e mano aperta per coprire più tessuto possibile.

Passiamo ora all’impastamento con l’obiettivo di andare a veicolare verso il flusso venoso e linfatico tutti i cataboliti che il nostro organismo ha immagazzinato negli spazi interstiziali dei tessuti; in questa tecnica, le nostre mani effettuano un movimento ritmico alternato di pressione/pinzamento/trazione e rilasciamento dei tessuti, formando una vera e propria plica cutanea. La direzione che terremo sarà verso i punti di scarico, zone che come abbiamo menzionato nelle righe precedenti sono formate da raggruppamenti di linfonodi.

Entrambe le manovre descritte pocanzi andremo a ripeterle per tre/cinque volte, in modo da stimolare nella maniera adeguata i processi fisiologici cellulari.

Successivamente all’impastamento, andremo a effettuare un altro sfioramento nella medesima modalità di prima. Questa ripetizione ha la sua utilità per convogliare idealmente tutti i cataboliti mobilizzati e direzionarli verso la nostra zona di scarico, e per permettere appunto alle strutture presenti di svolgere la loro azione “purificatrice”.

Ultima tecnica “diretta” alla circolazione sanguigna è lo scollamento; divideremo idealmente la nostra coscia in tante linee longitudinali con direzione ginocchio-inguine e le percorreremo con questa manualità che andrà via via in profondità nei tessuti per andare appunto a “scollare” i piani tissutali, rompendo le aderenze che si sono eventualmente formate. Questa manovra si esegue ponendo i pollici e creando una pressione; andremo a strisciare i nostri pollici lungo le linee di prima, cosi facendo si solleverà una plica di tessuto che ci darà indicazione se in quella determinata zona ci sono o meno aderenze, se il tessuto si solleva lo possiamo considerare “libero”, viceversa se rimane incollato ai tessuti sottostanti e la plica non si solleva, ma ci oppone una resistenza, allora saremo di fronte ad aderenze.

Concluderemo la nostra sequenza con un ulteriore sfioramento per decongestionare ulteriormente la zona e avremo eseguito un massaggio circolatorio in maniera ottimale.


Articolo del Dott. Alberto Navone, Specialista in Massofisioterapia ed Osteopatia.


 

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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