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Covid, scoperto farmaco che intrappola il virus

Redazione

Ultimo aggiornamento – 15 Giugno, 2022

SARS-CoV-2 in Primo Piano Con un Farmaco A Fianco per Contrastarlo

È recente la scoperta di una sostanza in grado di intrappolare SARS-CoV-2 nelle cellule colpite, impedendogli di fuoriuscire per replicarsi. Il nome è I3C, Indolo-3 Carbinolo. Oggetto di uno studio internazionale pubblicato di Nature, il composto potrebbe venir utilizzato come farmaco antivirale contro Covid-19.

Covid curabile con un farmaco: la ricerca su I3C

Lo studio è stato condotto con il coinvolgimento dei ricercatori dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma, l’Università San Raffaele, l’Istituto Spallanzani e coordinato da Pier Paolo Pandolfi (Università di Torino) e Giuseppe Novelli (Università di Roma Tor Vergata) e la collaborazione di diverse istituzioni americane (come Yale, Harvard e la Boston University), canadesi e francesi. 

I ricercatori hanno identificato la classe di enzimi E3-ubiquitin ligasi, necessaria a SARS-CoV-2 per fuoriuscire dalle cellule infettate, per legarsi ulteriormente e continuare a propagarsi nell’organismo. Questi stessi enzimi svolgono una funzione analoga nel virus dell’Ebola, per esempio. 

Il team dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù è infatti riuscito a dimostrare che tali enzimi sono alti nei pazienti positivi al Covid, specialmente nei polmoni, e che possono essere bloccati da Indolo-3 Carbinolo (I3C), composto naturale tollerabile dall'organismo umano. I3C, di fatto, bloccherebbe l’uscita nonché la moltiplicazione del virus a partire dalle prime cellule infettate. 

Il farmaco realizzato con tale composto potrebbe dunque essere utilizzato come antivirale anche in combinazione con altri tipi di terapie. Sono però necessari ancora studi clinici per dimostrarne l’efficacia sui pazienti Covid, indispensabili per poterne poi approvare l’utilizzo. Si tratta però di una scoperta importantissima, soprattutto per chi non ha ancora accesso al vaccino non può addirittura essere vaccinato, come soggetti fortemente immunodepressi e minori di 16 anni.

Una terapia anche per chi non può vaccinarsi

Afferma infatti il professor Giuseppe Novelli che, una volta testata l'efficacia del composto per la prevenzione di Covid-19: «avere opzioni per il trattamento, in particolare per i pazienti che non possono essere vaccinati, è di fondamentale importanza per salvare sempre più vite umane e contribuire ad una migliore condizione e gestione della salute pubblica».

Il professor Pier Paolo Pandolfi, infine, esorta a pensare a lungo termine. «I vaccini, pur essendo molto efficaci, potrebbero non esserlo più in futuro, perché il virus muta, e quindi è necessario disporre di più armi per combatterlo. La scoperta su I3C è importante, e ora dobbiamo avviare studi clinici per dimostrare la sua potenziale efficacia. Sarà importante valutare se I3C possa anche ridurre le gravissime complicazioni cliniche che molti pazienti sperimentano dopo aver superato la fase acuta dell'infezione. Questo rappresenterà un grave problema negli anni a venire, che dovremo gestire. Dobbiamo anche andare avanti nella ricerca farmacologica, per identificare ulteriori composti e terapie efficaci adesso per Covid-19, e per altri virus che saremo chiamati ad affrontare in futuro».

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