icon/back Indietro Esplora per argomento

Scoperta la cura contro la calvizie: si potranno far ricrescere i capelli

Alessandra Lucivero

Ultimo aggiornamento – 20 Agosto, 2014

Una scoperta che potrebbe cambiare e migliorare la vita di migliaia di persone colpite da alopecia. Un nuovo farmaco potrebbe permettere la ricrescita delle vecchie folti chiome. Addio, dunque, alle teste pelate? Per chi lo vorrà, potrebbe esserci una concreta soluzione.

I ricercatori della Columbia University Medical Center (CUMC) hanno identificato le cellule immunitarie responsabili della distruzione dei follicoli dei capelli e causa di alopecia areata, la malattia autoimmune comune che provoca la perdita dei capelli.

Il nuovo farmaco è stato testato e finalmente approvato dalla FDA che ha confermato la sua azione.

Cosa dimostrano i risultati?

I dati, pubblicati sulla rivista scientifica Nature Medicine, segnalano i risultati dello studio clinico che pare abbia prodotto la completa ricrescita dei capelli in diversi pazienti con moderata e grave alopecia areata. Ogni paziente ha potuto riscontrare una ricrescita totale dei capelli entro cinque mesi dall’inizio del trattamento.

Se il farmaco dovesse continuare ad avere successo, avrà uno straordinario impatto positivo sulla vita delle persone affette da questa malattia“, ha affermato Raphael Clynes, a capo della ricerca, insieme a Angela M. Christiano, professore del Dipartimento di Dermatologia e di Genetica e Sviluppo di CUMC.

Ma cosa è l’alopecia areata, nemica di molti?

L’alopecia areata è una malattia autoimmune comune che causa la perdita dei capelli anche totale. La malattia può manifestarsi a qualsiasi età e colpisce uomini e donne allo stesso modo. I capelli si perdono spesso in diversi punti del cuoio capelluto, provocando chiazze di vuoto. Nei casi più gravi, in alcuni pazienti provoca anche la perdita di peli sul viso e del corpo. Non ci sono sino a oggi trattamenti conosciuti che possono ripristinare completamente i capelli, e i pazienti colpiti avvertono stress psicologico e sofferenza emotiva anche forti.

Come si è svolta la ricerca?

Ricercare la cura è stata dunque una sfida per molti anni. Durante questa ricerca, in un primo momento gli scienziati hanno esaminato alcune cavie da laboratorio per identificare la serie specifica di cellule T responsabili di attaccare i follicoli dei capelli.

Da qui, l’utilizzo di due inibitori JAK approvati dalla FDA testati separatamente dai ricercatori: ruxolitinib e tofacitinib. Questi farmaci sono stati in grado di bloccare le vie immunitarie e fermare l’attacco sui follicoli dei capelli. Nei topi con una vasta perdita di capelli a causa della malattia, entrambi i farmaci hanno completamente fatto ricrescere i peli degli animali entro 12 settimane. L’effetto di ogni farmaco è stato anche di lunga durata, e i nuovi capelli hanno persistito per diversi mesi dopo l’interruzione del trattamento.

I test continueranno e la speranza e che ci si trovi davanti alla cura definitiva di una delle patologie dermatologiche più comuni dei nostri giorni, riuscendo magari a far tornare capelli e sorriso sui volti nostalgici di chi non ci spera più.

Condividi
Alessandra Lucivero
Scritto da Alessandra Lucivero

Amo scrivere, leggere e parlare. Pazienti.it è più di un lavoro, è l'idea concreta che la salute sia un valore da trasmettere a tutti.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Alessandra Lucivero
Alessandra Lucivero
in Salute

342 articoli pubblicati

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Contenuti correlati
Una dermatologa
Caviglie gonfie e macchie rosse sulle gambe

Caviglie gonfie e macchie rosse: scopri tutto quello che devi sapere sulla dermatite da stasi: cause, fattori di rischio, diagnosi e trattamenti.

icon/chat