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Donare il sangue potrebbe aiutare a prevenire il diabete

Dr. Marco Santoro

Ultimo aggiornamento – 11 Novembre, 2021

Donazione del Sangue e Diabete di tipo 2: il legame

A cura del  dr. Marco Santoro , Medico Chirurgo - Specialista in Ematologia, AOUP Paolo Giaccone – Palermo


Parliamo di un argomento delicato e, ahimè, ben noto ai più. Parliamo di diabete e di una curiosità che non tutti sanno. Quale? Donare il sangue potrebbe aiutare a prevenire il diabete di tipo 2.

Abbiamo chiesto al dr. Marco Santoro, specialista in ematologia, di spiegarci meglio come questo sia possibile.

Secondo uno studio, donare il sangue per le persone obese-sedentarie può aiutare a prevenire il diabete di tipo 2: può spiegarci meglio il perché?

Un recente  studio  di Fernandez-Real e Manco ha dimostrato che soggetti sani in stato di sovrappeso o obesità, sottoponendosi a donazioni periodiche di  sangue , riducono il loro rischio di sviluppare Diabete Mellito di tipo 2

Il motivo di tale beneficio è da attribuire alla riduzione delle scorte di ferro che la donazione determina. Il ferro, infatti, è una vitamina fondamentale per il buon funzionamento di molteplici meccanismi cellulari, tuttavia, quando in eccesso nel nostro organismo può determinare un danno ossidativo a carico di vari organi, tra cui il fegato, il cuore, il midollo osseo e il sistema nervoso. 

I soggetti obesi, come d'altronde tutti i soggetti affetti da una patologia cronica, vivono in uno stato di infiammazione perenne di vario grado, che favorisce una condizione metabolica di accumulo di ferro. L'accumulo di ferro può - per esempio - portare alla comparsa, in soggetti obesi, del Diabete Mellito di tipo 2. Pertanto, la deplezione di ferro in questi soggetti può generare benefici sul possibile danno che esso è in grado di arrecare.

Abbassare i livelli di ferro nel sangue (donando) incide positivamente su alcune malattie?

Per lo stesso motivo che abbiamo appena descritto, in soggetti con condizioni anche di lieve flogosi cronica, donazioni periodiche di sangue possono abbassare il rischio di sviluppare patologie d'organo o di peggiorare l'andamento di patologie già note. 

Il medico di medicina trasfusionale ha anche il compito di valutare se una condizione non fisiologica permetta comunque di sottoporsi a donazione di sangue o, addirittura, possa trarre beneficio da tale procedura.

Ricordiamo sempre che il principio primario della donazione deve essere la finalità altruistica di grande peso sociale. Le malattie del sangue e altre patologie non ematologiche che spesso richiedono supporto trasfusionale sono in netto incremento di incidenza e prevalenza nell'ultimo decennio e, spesso, l'unico modo per dare aiuto a pazienti che ne sono affetti è la trasfusione di sangue.

Senza donatori non avremmo la possibilità di aiutare tante persone che hanno bisogno. Se donare però può dare anche dei vantaggi ai donatori dobbiamo saperlo e pubblicizzarlo!


I livelli alti di ferro sono fattore di rischio per...?

Come già detto, il  ferro  in eccesso nel nostro organismo si accumula preferenzialmente in alcuni tessuti (primi tra gli altri il fegato, il cuore e il sistema nervoso centrale), determinando danni ossidativi a volte irreversibili. 

Inoltre, i danni possono colpire anche il DNA, determinando mutazioni che, se non riparate adeguatamente dai nostri sistemi di protezione, possono perfino predisporre allo sviluppo di tumori. 

Generalmente, valori di ferro stabilmente superiori al limite di normalità, ma inferiori a 1000 ng/ml potrebbero essere dovuti a risposta a stimoli infiammatori, mentre valori superiori a 1000 ng/ml possono essere dovuti a severe alterazioni del metabolismo del ferro e devono essere indagati con maggiore attenzione.

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Scritto da Dr. Marco Santoro

Medico Chirurgo - Specialista in Ematologia, AOUP Paolo Giaccone – Palermo.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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