A cura della dr.ssa Francesca Milano, Odontoiatra, Specialista in Ortognatodonzia ed Esperta in Disturbi Respiratori nel Sonno.
Dormire bene è fondamentale per il benessere fisico e mentale. Una buona quantità e qualità del sonno deve essere rispettata per poterci svegliare riposati, pronti per affrontare la giornata nel migliore dei modi e per mantenere in salute il metabolismo, il sistema immunitario e proteggere il nostro cervello, il cuore e l’apparato cardiovascolare.
Perché la qualità del sonno sia conservata, è molto importante che la struttura stessa del sonno sia rispettata. Una delle malattie del sonno che si verificano con più frequenza e che può condizionare l’efficienza del riposo notturno è la Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS).
Vediamo di cosa si tratta.
OSAS: di cosa si tratta?
Si tratta di un disturbo cronico, caratterizzato da russamento e pause del respiro durante il sonno. Chi dorme con chi soffre di apnee notturne, oltre che a lamentarsi del russamento, può notare come il compagno di letto ogni tanto smetta di respirare, per poi riprendere in modo, spesso, rumoroso.
Chi soffre di apnee notturne può percepire la sensazione di mancanza d’aria durante il sonno e una riduzione della vigilanza nelle ore diurne: può avvertire difficoltà a rimanere sveglio in certe occasioni (come a teatro, al cinema o ancora peggio mentre si è alla guida), difficoltà a concentrarsi e a ricordare le cose.
L’OSAS è una malattia potenzialmente pericolosa, con conseguenze sulle performance diurne:
- per via della sonnolenza che può causare;
- per l’influenza che ha sull’umore, considerata la scarsa qualità del sonno;
- per le conseguenze dovute al calo intermittente della saturazione di ossigeno nel sangue e allo stress che subiscono le pareti del cuore, per le costanti variazioni di pressione a livello del torace.
Esiste un legame tra cavità orale e apnee notturne?
L’obesità predispone all’OSAS, ma molti pazienti affetti da apnee notturne non sono obesi: esistono caratteristiche del volto, del cavo orale e della forma e della postura della lingua, che permettono al dentista di intercettare i pazienti che presentano il disturbo.
Per questa ragione, l’odontoiatra, soprattutto se esperto in Disturbi Respiratori Ostruttivi nel Sonno, può richiedere degli approfondimenti diagnostici, per valutare la presenza o meno di questa patologia e, una volta diagnosticata, può curarla con dispositivi che si usano durante il sonno e che mantengono la mandibola in una posizione avanzata.
Il razionale è che avanzando la mandibola si ottiene un allargamento delle prime vie aeree e si rendono più stabili le loro pareti, che nei pazienti con apnee tendono a essere più collassabili.
La terapia con questi apparecchi notturni (Dispositivi ad Avanzamento Mandibolare – MAD), quando indicata, può ridurre o eliminare le apnee e restituire al paziente una buona qualità del sonno. Gli apparecchi sono ben tollerati e facilmente trasportabili.
Oltre a trattare le apnee, questi dispositivi sono molti utili anche a ridurre il “rumore” di quei pazienti che non presentano apnee, ma solo un semplice russamento.